Ondate di calore: non siamo preparati

Novembre 18, 2025 - 16:00
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Ondate di calore: non siamo preparati
Farsi trovare pronti è il mantra che si sente spesso ripetere in relazione a future pandemie. Questa volta però riguarda un'altra subdola minaccia: quella rappresentata dalle prossime ondate di calore sull'Europa. In base a uno studio pubblicato su Nature Climate Change, se le stesse condizioni meteorologiche che hanno dato origine alle peggiori ondate di calore degli ultimi 30 anni nel Vecchio Continente dovessero ripresentarsi ora, nell'attuale situazione di riscaldamento globale, provocherebbero un numero esageratamente elevato di decessi. I sistemi sanitari europei - fa notare l'analisi - non sono pronti per far fronte a situazioni simili e occorre correre ai ripari.. Gli stessi eventi in un contesto peggiore. Storicamente, le ondate di calore più letali in Europa sono avvenute in corrispondenza a un fenomeno noto come "cupola di calore", cioè lo stallo di un sistema di alta pressione (una zona atmosferica in cui il peso e la pressione dell'aria sono maggiori rispetto alle aree circostanti, associata a bel tempo stabile) su un'area già provata da mesi di scarse piogge e siccità. Questo sistema si comporta come il coperchio di una pentola e intrappola a lungo l'aria calda sottostante.. Nell'estate del 2003, un fenomeno di questo tipo mantenne per almeno due settimane di fila temperature di circa 38 °C su buona parte dell'Europa occidentale, dalla Finlandia alla Polonia, producendo un'ondata di calore così estrema, da causare, secondo le stime dell'Istituto nazionale della salute e della ricerca medica francese, più di 70.000 morti in 16 Paesi Europei. La torrida estate del 2003 provocò inoltre una perdita del 10% della dimensione totale dei ghiacciai europei, decimò la produzione agricola e di mangimi animali, e generò forti criticità nella catena di produzione energetica.. Il punto è che le condizioni che hanno prodotto questa e altre 4 gravi ondate di calore in Europa nel passato, potrebbero ripresentarsi. Ma lo farebbero in un clima molto più caldo, che oscilla sulla soglia limite di +1,5 °C di riscaldamento globale dall'era pre-industriale, e che presenta temperature annuali medie superiori di 0,7 °C rispetto alla media del 2003.. C'è un limite alle capacità di adattamento. Gli scienziati della Stanford Doerr School of Sustainability hanno messo insieme dati meteorologici, rilevazioni della temperatura giornaliera superficiale e certificati di morte di 924 sottoregioni europee raccolti in cinque gravi ondate di calore tra il 1994 e il 2023. Li hanno poi confrontati con i dati sulle temperature medie globali dei 12 mesi precedenti ciascuna ondata di calore per cercare di capire quanto l'influenza umana sul clima avesse pesato sulle condizioni dell'ondata di calore che si stava per scatenare.. Dall'analisi è emerso un aumento deciso dei decessi dovuti al calore in eccesso dopo una giornata a 30 °C, anche nelle regioni abitualmente più calde, un dato che suggerisce che sia un limite alle capacità di adattamento al caldo. Inoltre, il rischio di mortalità è strettamente legato alle temperature a cui una località è abituata - i luoghi solitamente più freddi sono più sensibili agli effetti delle ondate di calore. «Non confrontiamo Parigi con Armsterdam, ma Parigi con se stessa durante l'agosto 2003 e un normale agosto 2002» spiega Marshall Burke, Professore di politiche ambientali globali e tra gli autori dello studio. «Questo ci permette di isolare l'impatto del calore da tutti gli altri fattori che potrebbero influire sulla mortalità».. Un bilancio simile a quello dell'era covid. Burke e colleghi hanno stimato che, con la quantità di calore trattenuto oggi in atmosfera dai gas serra emessi dalle attività umane, condizioni meteo analoghe a quelle dell'estate 2003 potrebbero causare 17.800 morti aggiuntive in Europa in una sola settimana (contro le 9.000 che ci sarebbero senza l'effetto del global warming fin qui provocato). In un contesto poco augurabile di +3 °C, le morti in eccesso settimanali potrebbero toccare le 32.000 - bollettini che ricordano quelli diffusi nelle settimane più drammatiche di pandemia di covid.. Non siamo preparati: se i ritmi di adattamento alle ondate di calore seguissero quelli fin qui adottati, in futuro potremmo prevenire solo una morte su 10 dovuta al caldo estremo. Occorre capire quali siano le strategie di prevenzione più efficaci - se, per esempio, programmi per assistere le persone più isolate o per aumentare la ventilazione nelle scuole o l'ombreggiatura in città - e preparare ospedali e sistemi sanitari per gli scenari peggiori. In modo che un evento esplosivo come quelli descritti, raro ma possibile, non provochi morti anche a causa della disorganizzazione e della saturazione dei servizi, come è accaduto in pandemia..

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Redazione Redazione Eventi e News