Onimusha Way of the Sword Provato – Gamescom 2025


Con "Onimusha Way of the Sword", Capcom desidera riportare a nuova luce una delle sue saghe più iconiche, tragicamente abbandonata dopo una serie di insuccessi commerciali in quello che fu il periodo nero della compagnia. È proprio nel segno della rinascita che giunge questo nuovo capitolo e le aspettative non sono mai state così alte.
Ad attenderci è stata un'opera protesa verso il futuro, grazie alla scelta di un nuovo periodo storico (per quanto assai ravvicinato alla consueta epoca Sengoku) e di un inedito protagonista: il kensei Miyamoto Musashi, ma, al contempo, pienamente consapevole della propria identità e di ciò che l'ha resa iconica.
Al centro della vicenda vi è una Kyoto spogliata del proprio ruolo di capitale e preda di nefaste influenze infernali sotto forma di Genma, mostruosità pressoché invulnerabili ma inermi dinanzi al potere del guanto Oni. Tra le rovine coperte di miasma della città millenaria si consumerà l'avventura di Musashi mentre la nazione si avvia verso una nuova epoca.
Sul fronte del sistema di combattimento, Onimusha Way of the Sword propone un ritmo più compassato ove le parate e l'utilizzo acuto dell'ambiente in chiave difensiva possiedono una centralità estremamente marcata. La gestione del guanto, inoltre, ha un ruolo di primo piano nello svolgimento degli scontri e richiede una certa pianificazione della propria strategia.
Abbiamo già avuto modo di vedere l'indirizzo che Capcom intende dare ad uno dei suoi figli più illustri, ma mancava un pezzo per completare il puzzle, per saggiare quanto affilata fosse la lama di Miyamoto. E quel pezzo è caduto finalmente al proprio posto con una demo di gameplay che ci ha concesso la possibilità di scrutare fino in fondo la natura di questo nuovo sequel.
Il gameplay di Onimusha Way of the Sword
Onimusha Way of the Sword, almeno all'apparenza, sceglie un approccio piuttosto essenziale in termini di manovre, privilegiando l'utilizzo di un attacco leggero e di un colpo pesante: più efficace nell'assestare danni e compromettere l'equilibrio nemico ma più lento e dunque pericoloso da utilizzare.
A rappresentare il grande pilastro del nuovo action di Capcom, infatti, non è tanto la pura offensiva con combo coreografiche e dall'esecuzione complessa, ma il posizionamento e la difesa. Attaccare a testa bassa è sovente una strategia votata allo scacco che rischia di esporre il giocatore alle masse soverchianti di creature o lasciarlo sguarnito durante le bossfight.
A disposizione di Miyamoto vi sono una schivata classica, un'evasione perfetta che consente di sfruttare meglio le finestre avversarie, una parata e una parry. Laddove la prima consente di ridurre l'impatto dei colpi ricevuti, la seconda è una vera e propria deflessione dalla quale si possono trarre alcune delle occasioni più ghiotte per eliminare i Genma.
A differenza delle varianti più tradizionali, ormai diffuse in lungo e in largo attraverso l'industria, la parry di Onimusha ha una natura direzionale che ne rappresenta un grande fattore di novità, nonché la caratteristica più interessante. Innanzitutto, essa consente di modificare l'allineamento del nemico rispetto al proprio personaggio: per esempio girandolo di schiena e rendendolo completamente inerme.
In secondo luogo, in quella che ci è sembrata una modalità contestuale e indipendente dalla volontà del giocatore, può direzionare il malcapitato verso specifiche parti dell'ambientazione, consentendo, tra le tante possibilità, di rovesciarlo al di là di una voragine o farlo rimbalzare su una parete. Quale sia la varietà di tali interazioni ambientali sarà da verificare, ma abbiamo molteplici ragioni per sperare in positivo.
Respingere i colpi avversari, inoltre, ne danneggia l'equilibrio, permettendo, una volta che questo si esaurisce, di assestare un colpo poderoso chiamato "Break Issen" che taglia a metà qualsiasi creatura, uccidendola sul posto, e dimezza di netto le barre della salute dei boss.
Nulla di tutto ciò sarebbe così esaltante se non vi fossero animazioni uniche per ogni singola interazione. A tutti gli attacchi altrui e appaiata una deflessione differente, così come esiste un Issen specifico a seconda del Genma abbattuto. Questo in una demo che per quanto breve già possiede una varietà considerevole di creature.
L'ulteriore evidente caposaldo di Onimusha Way of the Sword è la sua dimensione strategica e posizionale. Scegliere in quale ordine affrontare i nemici, scandagliare i dintorni in cerca di opportunità ed elementi dell'ambiente (nella nostra prova potevamo scagliare un carretto contro i nemici) e decidere quando utilizzare il guanto oni sono manifestazioni concrete di tale filosofia.
Maggiore spazio va concesso alle funzioni del gauntlet, iconico elemento della saga dal grosso peso sull'economia degli scontri. Esso, infatti, dona il potere di assorbire le anime rilasciate dagli avversari sconfitti, tramite le quali si può ristorare la salute di Musashi (in maniera, forse, eccessiva) o riempire la barra delle abilità.
Una volta che questa è colma si possono lanciare alcuni attacchi speciali che generalmente comportano una transizione ad un'altra arma e l'inizio di un breve periodo di invincibilità. Questi ci sono sembrati, certamente, appariscenti ma se abbiano ruoli specifici e diversi dal semplice assestare un danno maggiorato è qualcosa che dovremo comprendere in futuro.
Tra gli ulteriori ambiti da sottolineare troviamo la possibilità di respingere i proiettili al mittente, altra dimostrazione della natura più attendista del sistema di Onimusha, e la capacità di scegliere che tipologia di colpo critico utilizzare contro i boss, privilegiando ora il semplice danno, ora l'accumulo di più anime.
Costruendo su queste basi si corre, tuttavia, il rischio di instillare nel giocatore una fruizione eccessivamente passiva degli scontri, espressa nella semplice attesa dell'attacco di turno con conseguente parry e Break Issen. A confermare, per il momento, i nostri timori è stata l'evidente maggiore complessità degli scontri multipli rispetto a quelli singoli pur con nemici assai più forti, in quanto i secondi tendono a cadere facilmente vittime di sequenze di deflessione e repost.
Tale vulnerabilità del sistema è chiaramente ben nota alla stessa Capcom come dismostrato all'interno della bossfight da noi provata contro l'altrettanto iconico Sasaki Ganryu (Sasaki Kojiro), anch'egli dotato, per ragioni ignote, del guanto oni. Questi possiede un moveset atto a disorientare, ricco di finte e movimenti repentini, dunque assai più complesso da neutralizzare e memorizzare.
L'ambientazione e la narrativa
La porzione di Onimusha Way of the Sword da noi sperimentata aveva luogo presso Kyoto, in particolare nelle architetture di un Kiyomizu-dera, preda di un infernale miasma. A dire il vero, il comparto artistico ci ha lasciato momentaneamente piuttosto freddi e non è apparso in grado di discostarsi da forme già ampiamente viste in passato.
L'antico Giappone, d'altronde, è tra le scelte più popolari all'interno dell'intera industria e gli elementi demoniaci, che ci aspettavamo potessero conferire maggiore brio al tutto, non sprizzano particolare originalità, soprattutto se comparati al ben più ispirato Kunitsu-Gami della stessa Capcom. Quello che abbiamo visto è, tuttavia, poco e molte sorprese potrebbero attenderci nelle fasi più avanzate.
Dove il titolo rappresenta un'eccellenza è, invece, nelle animazioni in combattimento, non solo in virtù della già menzionata varietà ma anche della straordinaria malleabilità delle stesse, della loro capacità di connettersi in maniera fluida e organica. Le battaglie di Onimusha sono tra le più coreografiche e avvincenti che abbiamo mai sperimentato e riescono nello scopo senza sacrificare minimamente la giocabilità.
Un plauso anche all'attenzione tributata nel character design di Musashi e Sasaki, elevata ancor di più da animazioni facciali straordinariamente vivide e realistiche. I due storici duellanti possiedono personalità e aspetti diametralmente opposti, dunque, complementari e forieri di interazioni degne di nota.
Sul fronte della narrativa, per quanto questa non sia affatto il fulcro di Onimusha, abbiamo riscontrato un approccio maggiormente proattivo. Sulla solidità a lungo termine dell'antefatto nonché sulle evoluzioni non possiamo ancora esprimerci ma notiamo come un grosso lavoro sia stato compiuto nella resa dei dialoghi e dei modi di porsi dei personaggi.
Il guanto stesso è capace di parlare e interagire con Miyamoto e possiede marcate caratteristiche umane, come la capacità di offendersi ogni volta che viene soprannominato "Lady Gauntlet" dal guerrierio. Sasaki, invece, brilla fulgidamente nella sua eccentricità contrapposta al maggiore stoicismo del protagonista e sottolineata abilmente tramite al gestualità e il doppiaggio.
L'esemplificazione della terribile minaccia rappresentata dai Genma e delle disastrose conseguenze della loro comparsa è affidata a una serie di visioni, le quali confermano ancora la volontà di conferire maggiore dignità narrativa all'intero contesto. L'effettiva riuscita di tutto ciò è ancora un'incognita ma le prime impressioni sono positive.
Conclusioni
Onimusha Way of the Sword è un action dalla solidità straordinaria che mostra la notevole esperienza del team in pressochè ogni suo singolo aspetto. Gli scontri sono tanto avvincenti quanto puliti, il feeling dei colpi è pressoché perfetto e anche i moveset più ingannevoli riescono a non risultare mai ingiusti.
La mole sorprendente di animazioni e interazioni differenti è la ciliegina sulla torta di un combat system eccellente, viziato, tuttavia, da una parry fin troppo semplice da abusare. Il livello di sfida, inoltre, non ci è apparso particolarmente elevato ma ciò potrebbe essere dovuto alla natura della demo e non alla reale struttura del gioco.
Qualora, poi, la narrativa dovesse confermarsi più sviluppata potremmo realmente trovarci davanti all'ennesimo centro di una Capcom che, al netto di qualche defiance, sembra essere veramente infallibile. Alla fine dei trenta minuti a noi riservati avevamo ancora voglia di continuare a lungo e la nostra attesa della release completa non è mai stata così smaniosa.
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