Parkinson: e se la medicina fosse lo sport?

Si chiama “MOVE-BRAIN-PD”, ovvero Movement improves brain health and cognition in Parkinson’s disease, ed è un progetto europeo che studia come l’attività fisica migliori la salute cerebrale e le funzioni cognitive nella malattia di Parkinson.
Ha annunciato l’avvio dello studio internazionale la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS con l’obiettivo di dimostrare come l’attività fisica aerobica possa migliorare le funzioni cognitive e rallentarne il declino nella malattia di Parkinson.
L’idea nasce dalla considerazione che circa un quarto dei pazienti con malattia di Parkinson presenta un lieve deterioramento cognitivo fin dalle prime fasi della malattia. In un considerevole numero di questi individui, negli anni successivi, il disturbo cognitivo può evolvere fino alla demenza. Attualmente non esistono terapie di provata efficacia per prevenire questa progressione.
E qui entra il progetto MOVE-BRAIN-PD. Perché gli stili di vita, l’attività fisica, il contesto familiare, le attività che richiedono concentrazione e impegnano la memoria incidono sul modo in cui il cervello invecchia. E gli scienziati pensano che l’esercizio fisico può essere una vera e propria medicina che migliora le prestazioni della nostra mente.
Il progetto, finanziato nell’ambito del bando ERA4Health Joint Transnational Call for Proposals 2024 “Modulation of brain ageing through nutrition and healthy lifestyle” (NutriBrain), è coordinato dal professor Paolo Calabresi, direttore dell’UOC di Neurologia della Fondazione Gemelli IRCCS e Ordinario di Neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nel network multidisciplinare ci sono inoltre la professoressa Anna Rita Bentivoglio della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica del Sacro Cuore che con il professor Calabresi si occupa del coordinamento e della sperimentazione clinica , il professor Cristian Falup-Pecurariu della Transilvania University Brasov (Romania), che coordina l’Unità di reclutamento clinica; Professor Tiago Outeiro della University Medical Center Goettingen (Germania), per le analisi molecolari e lo studio delle modifiche dell’alfa-sinucleina, la molecola il cui accumulo tossico è coinvolto nella malattia.
Obiettivi dello studio sono legati alla possibilità di valutare l’efficacia di un programma di allenamento aerobico domiciliare, monitorato da remoto, su funzioni cognitive e sintomi motori in pazienti con malattia di Parkinson e lieve compromissione cognitiva (PD-MCI). Inoltre i ricercatori studieranno i biomarcatori di infiammazione e neurodegenerazione e le modifiche della proteina alfa-sinucleina, per comprendere i meccanismi biologici alla base dei benefici dell’attività fisica.
Gli scienziati si occuperanno inoltre di capire i fattori che favoriscono o ostacolano l’aderenza all’esercizio fisico, per sviluppare programmi educazionali personalizzati che promuovano stili di vita salutari nella comunità dei pazienti.
I ricercatori sono convinti che MOVE-BRAIN-PD rappresenti un passo importante verso la definizione di protocolli di attività fisica mirati, sostenibili e scientificamente validati, potenzialmente in grado di modificare la traiettoria della malattia in un contesto di vita reale per chi è colpito dal Parkinson. Immagine by Freepik
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