People of Note Anteprima


Negli ultimi anni i GDR a turni sono passati per fasi alterne, prima dati per spacciati allorché molte delle serie storiche del genere sono state declinate verso l'azione, quindi protagonisti di un'insperata rinascita, sugellata dalla pubblicazione di Expedition 33. Proprio in questo redivivo settore nasce, People of Note: la nuova opera di Iridium Studio che promette di mescolare ritmo e strategia.
Il poco che abbiamo potuto osservare del contesto narrativo dell'opera ha tracciato i contorni di un mondo permeato dalla musica, ove questa possiede veri e propri poteri sovrannaturali ed è capace di plasmare lo stesso tessuto della realtà. Proprio una band sarà il nostro party: un gruppo di eclettici artisti appartenenti ai generi più disparati.
Il team ha voluto dare una connotazione distintiva al titolo, tramutando ogni elemento del suo sistema in un rimando alla particolare declinazione scelta per il gioco e creando in tale modo un progetto che non soltanto riesce a dimostrarsi piuttosto ispirato ma che possiede una complessità meccanica di fondo dall'enorme potenziale.
Ci siamo recati in Giappone per provare People of Note, credendo di trovarci davanti ad un'opera dagli orizzonti ben più ristretti, invece abbiamo messo mano su una produzione estremamente ricca di intuizioni, che pur ancora totalmente avvolta dal mistero, è riuscita a solleticare la nostra curiosità. Questo è ciò che ne pensiamo.
Cosa sappiamo di People of Note
Nella demo provata a Tokyo abbiamo potuto esplorare un minuto dungeon, all'interno del quale miravamo a scovare il frontman di un gruppo metal al fine di richiederne l'aiuto per uno scopo non ben precisato. Dal punto di vista strutturale quanto visto non ci ha stupito particolarmente e ci è sembrato eccessivamente limitato.
Abbiamo, infatti, scovato ben poche trovate interessanti, in quello che è un semplicistico susseguirsi di corridoi, scontri e puzzle, privo, al momento, di percorsi secondari sufficientemente profondi, drop interessanti e soluzioni particolari. Ciò non significa che le cose non possano cambiare, soprattutto qualora la demo messa a disposizione si riveli tratta da una porzione di gioco iniziale.
Ciò nonostante, non abbiamo trovato i tipici elementi esplorativi degli RPG e abbiamo avuto il sentore di un'esperienza fin troppo lineare, spoglia di quei segreti e quelle aree nascoste che sono il pane quotidiano dei giocatori di ruolo. Ciò non solo rischia di asciugare eccessivamente una componente fondante del genere ma soprattutto di banalizzare la progressione, impedendo ai giocatori più attenti di ottenere un premio tangibile per la propria curiosità.
Qualora queste preoccupazioni, che al momento sono soltanto congetture, dovessero rivelarsi realistiche potrebbero indebolire un gameplay a turni che ci è apparso fin da subito come abilmente congeniato, ricchissimo di meccaniche diverse e perfettamente contestualizzato nella dimensione musicale di People of Note.
Gli scontri, infatti, si dipanano all'interno di uno spartito alle cui misure corrispondo le azioni accordate alle due fazioni rivali. In caso di partitura in quattro quarti, per esempio, entrambi i contendenti avranno quattro azioni disponibili a scelta tra attacchi classici, abilità speciali e stance difensive atte ad attutire i colpi.
Una delle caratteristiche fondamentali di People of Note è proprio la possibilità di modificare il ritmo dello spartito, sia riducendo le mosse altrui sia aumentando le proprie. Tali alterazioni, generalmente legate all'utilizzo di skill, sono permanenti e danno vita a tenzoni non tanto legate al danno inferto quanto all'incremento dei propri turni.
Qualora si presti scarsa attenzione a tale ambito, infatti, si rischia di essere messi all'angolo e di venir privati di qualsiasi possibilità di controbattere efficacemente; viceversa mediante un'oculata strategia si può disinnescare anche il nemico più potente, rendendolo incapace di agire e completamente inerme dinanzi ai nostri attacchi.
Ma non finisce affatto qui. Una volta che tutte le azioni sono concluse si passa al turno successivo, il quale è dotato di una precisa connotazione, legata a doppio filo ad un genere musicale. Quando questo è attivo, qualsiasi individuo provvisto dell'attitudine adatta riceve un buff alle statistiche, spesso tale da scindere la peggiore disfatta dal più glorioso trionfo.
Esistono, inoltre, momenti in cui più generi vengono messi in risalto contemporaneamente, il che potenzia ancor di più gli attacchi di coppia: devastanti colpi speciali da eseguire mediante due membri del party una volta che le loro specifiche barre sono completamente piene.
Un ulteriore livello di complessità è introdotto da taluni mutamenti che si legano a misure precise dello spartito. Può capitare, infatti, che il primo colpo di un dato turno arrechi danno dimezzato in virtù di un modificatore situato sulla porzione dello spartito che lo codifica, rendendo inefficace colpire per primi.
La dimensione strategica introdotta da tale elemento è notevole. Può essere, per esempio, funzionale ridurre la propria velocità o comunque far si che sia il nemico ad avere la priorità, guadagnando in tal modo un evidente vantaggio in battaglia e nerfando proprio i colpi dell'avversario.
People of Note, dunque, mette a disposizione del giocatore un numero elevatissimo di sistemi atti ad alterare lo scontro a proprio favore, ma non per questo diviene un gioco semplice e poco sfidante. Il boss che ci siamo trovati ad affrontare nelle fasi finali della nostra prova, infatti, era in possesso di un'abilità nota come "crescendo" tramite la quale incrementava l'output offensivo dei propri attacchi all'aumentare dei turni.
Ciò impedisce di assumere un contegno eccessivamente passivo e sprona a risolvere il duello prima che il nemico diventi eccessivamente forte e capace di divorare in un sol boccone le barre della salute della nostra squadra. Insomma, Iridium Games ha costruito un impianto turnistico dall'enorme potenziale, che, qualora il bilanciamento dovesse reggere, potrebbe regalare immense soddisfazioni.
Conclusioni
People of Note è un titolo che malgrado il nostro provato rimane ancora avvolto dal mistero in alcune aree chiave come la narrativa, la progressione a lungo termine dei personaggi e l'esplorazione. Ciò nonostante il gameplay, al centro della demo portata da Annapurna a Tokyo, ci ha convinto e ha reso questo particolare RPG musicale un titolo da tenere d'occhio.
La mole di meccaniche, la varietà e l'ispirazione sottintese agli elementi del gameplay, infatti, sembrano capaci di creare un sistema non solo dalle potenzialità illimitate ma anche marcatamente diverso rispetto ai canoni consolidatisi negli ultimi tempi. Il bilanciamento metterà a dura prova il team, soprattutto in presenza di così tante variabili, ma, se ben gestito, potrebbe regalare un'esperienza da non perdere.
Annapurna si conferma esperta nello scouting e People of Note è l'ennesima proposta interessante scovata dal publisher. A Tokyo, tuttavia, non abbiamo potuto provare solamente il GDR di Iridium ma mettere le mani su buona parte della lineup dell'anno venturo e proprio per questo vi rimandiamo al nostro articolo sull'intrigante D-Topia.
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