Prosecco Montelvini: sei generazioni tra territorio, innovazione e sostenibilità

Articolo tratto dal numero di settembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Dal 1881 la famiglia Serena si dedica alla produzione di vino con maestria e passione. Un racconto intenso la cui continuità è oggi assicurata dai fratelli Alberto, amministratore delegato, e Sarah, direttore generale, con il padre Armando nel ruolo di presidente. “Nostro padre, alla fine degli anni ‘60, uscì dall’azienda di famiglia per fondare il marchio Montelvini, che ha goduto di una crescita costante nel tempo sin dai primi due decenni di attività”.
La storia
Poi, dopo un viaggio in Germania che gli permise di entrare in contatto con il contesto produttivo locale della birra, Armando Serena decise di applicare lo stesso processo in ambito vinicolo, sostituendo le damigiane con i fusti e segnando una prima svolta aziendale, sostenuta dalla passione per l’innovazione. Con l’ingresso in azienda di Alberto e Sarah si è rivaluto l’utilizzo delle bottiglie, un’opportunità da cogliere per la realtà situata nell’epicentro del territorio del Prosecco. Ecco spiegata, quindi, anche la scelta di acquistare la cantina Sant’Osvaldo, per produrre vini fermi rappresentativi delle peculiarità del territorio.
In seguito Armando ha ceduto le proprie quote ai figli, consentendo di concretizzare un’ulteriore fase evolutiva che ha permesso a Montelvini di imporsi quale riferimento nel contesto del Prosecco sulla scena nazionale e internazionale, facendo crescere costantemente fatturato ed ebidta. Restare fermi significa, però, fare un passo indietro. Ecco perché in azienda si pensa sempre a nuovi progetti: “Oggi dobbiamo anche fronteggiare la decrescita dei consumi, originata sia da nuovi trend che dalla riforma legislativa del nostro Paese per quanto riguarda i guidatori, senza dimenticare le varie campagne contro il consumo di alcol”, sottolinea Sarah. “Tutto questo ci ha portati a pensare a come poterci riproporre sul mercato senza perdere la nostra identità”.
Montelvini
Il logo di Montelvini è una civetta perché l’area in cui sorge la cantina è chiamata Zuitere, ovvero ‘terra delle civette’. Un animale da sempre simbolo di saggezza, conoscenza e sensibilità, che in Montelvini rappresenta la sapienza nel cogliere i migliori frutti del territorio e la saggezza nel condurlo, rispettando la natura e i suoi ritmi. “Siamo orgogliosi di essere stati una delle prime cantine in Italia ad aver ottenuto la certificazione di sostenibilità Equalitas”.
Il riconoscimento rafforza il percorso aziendale della famiglia Serena, sempre più improntato a valori che, nel tempo, hanno contribuito a formare una cantina all’avanguardia mantenendo un forte legame con la storia vinicola e culturale del territorio, contribuendo allo sviluppo di un’area vocata alla viticoltura. “La vera anima dell’azienda sono i nostri collaboratori; la promozione del loro benessere e la loro tutela, sia in termini di sicurezza, garantendo un ambiente idoneo e conforme alle normative, che di crescita personale e welfare aziendale, sono per noi prioritari. Per condividere gli stessi valori incentiviamo una cultura sostenibile, con azioni di sensibilizzazione e di continua formazione”.
Sostenibilità
Investire nella sostenibilità è divenuta la moderna chiave di lettura della filosofia aziendale: ogni anno 2-3 milioni di euro vengono utilizzati per dar vita a progetti come quello della nuova cantina. I lavori termineranno entro la fine del 2025 e hanno interessato la completa ristrutturazione delle autoclavi per la produzione di bollicine, senza dimenticare il fotovoltaico e l’introduzione di un nuovo depuratore.
“Abbiamo da poco presentato, inoltre, un progetto legato alla logistica che prevede la struttura di un magazzino di cinquemila metri quadrati, completamente automatizzato, dal costo di 5 milioni, che rappresenterà un nuovo, importante tassello nella crescita dell’azienda”, aggiunge Sarah. Montelvini oggi produce oltre sette milioni di bottigle, a cui si affianca il vino alla spina. Un prodotto che, dopo anni di sottovalutazione e regressione sul mercato, registra un nuovo boom, in particolare perché è molto sostenibile, grazie al minor utilizzo di vetro, carta e tappi. “Il Giappone e il Nord Europa sono tra i maggiori consumatori di vino alla spina. Parliamo di paesi molto sensibili al tema della sostenibilità”.
Le sfide
A guidare le scelte aziendali sono, naturalmente, le nuove tendenze. “Non possiamo trascurarle, perché i consumi classici stanno calando”, spiega Sarah. “La prima scommessa è quella del ‘no alcol’. Sentiamo forte la richiesta di queste alternative e stiamo lavorando in questa direzione. Abbiamo selezionato una base zero alcol e, dopo diverse prove, siamo giunti al prodotto adatto, con caratteristiche diverse dal vino tradizionale, ma con buon ritorno al palato.
È stato importante anche il lavoro sul packaging, e presto saremo presenti sul mercato sia in Italia che all’estero con il nostro Montelvini 0% sparkling. Evolvere è il solo modo che conosciamo per continuare a crescere: abbiamo fiducia nel futuro, studiamo le tendenze e cerchiamo di adeguarci senza tradire la nostra identità, perché ci piace essere presenti nel mondo del vino non solo come produttori, ma anche per far crescere il nostro territorio e portare qualità nel rapporto con gli stakeholder”.
L’articolo Prosecco Montelvini: sei generazioni tra territorio, innovazione e sostenibilità è tratto da Forbes Italia.
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