Qualcomm compra Arduino: così l’open hardware accelera la corsa all’edge

ELETTRONICA
Qualcomm compra Arduino: così l’open hardware accelera la corsa all’edge
Qualcomm ha acquisito Arduino, concretizzando il suo forte interesse sul mercato dell’edge AI e dell’IoT e per la vasta community di sviluppatori Arduino. Il lancio della nuova scheda Arduino Uno Q con processore Qualcomm crea un collegamento tra la prototipazione accessibile e la produzione industriale su larga scala.

L’annuncio è ufficiale: Qualcomm, il colosso statunitense dei semiconduttori, ha finalizzato l’acquisizione di Arduino, azienda nata a Ivrea e diventata simbolo globale del movimento maker e della prototipazione rapida. L’acquisizione, i cui dettagli finanziari non sono stati resi noti, è un’importante operazione di mercato che ha anche un forte significato simbolico: per vincere la competizione sull’intelligenza artificiale distribuita (edge AI) e sull’Internet of Things, la tecnologia da sola non basta. Serve la community.
Come sempre accade quando una realtà italiana (sebbene proiettata in un contesto internazionale) e relativamente piccola viene acquisita da una grande azienda statunitense da un lato c’è la soddisfazione per il riconoscimento del valore di un successo imprenditoriale e innovativo nato nel nostro Paese; dall’altro si evidenzia la difficoltà del sistema europeo nel far crescere e camminare sulle proprie gambe i propri campioni, tema questo di grandissima attualità soprattutto in un ambito delicato per la geopolitica come quello dell’elettronica.
Una scommessa da 40 milioni di sviluppatori
Il valore principale dell’operazione per Qualcomm è rappresentato dalla vastissima e capillare comunità globale di Arduino, stimata in circa 40 milioni di sviluppatori, studenti, hobbisti e professionisti, ancor prima che dalla sua proprietà intellettuale o dalle linee di prodotto. Per l’azienda di San Diego si tratta di un investimento diretto per accelerare l’adozione delle proprie piattaforme Snapdragon e delle altre soluzioni SoC (System on a Chip) in un segmento, quello dei dispositivi connessi intelligenti, la cui crescita è esponenziale. L’accesso a queste tecnologie per uno sviluppatore indipendente o una piccola-media impresa è spesso complesso e costoso, confinato a kit di sviluppo dal prezzo elevato e da una curva di apprendimento ripida.
Arduino, al contrario, ha costruito il suo successo sulla semplicità d’uso e su un ecosistema hardware e software a bassissima barriera d’ingresso. L’integrazione tra le due realtà mira a colmare questo divario, creando un ponte diretto tra la prototipazione accessibile, tipica del mondo Arduino, e la produzione su scala industriale basata su chip Qualcomm.
“Con le acquisizioni di Foundries.io, Edge Impulse e ora Arduino, acceleriamo la nostra visione di democratizzare l’accesso ai nostri prodotti di punta per l’AI e il computing”, ha dichiarato Nakul Duggal, Group General Manager, Automotive, Industrial and Embedded IoT di Qualcomm Technologies. “Combinando l’ethos open-source di Arduino con il nostro portafoglio tecnologico, permetteremo a milioni di sviluppatori di creare soluzioni intelligenti in modo più rapido ed efficiente, offrendo anche un percorso verso la commercializzazione globale”.
L’obiettivo è chiaro: fare in modo che i dispositivi connessi di prossima generazione, dai sensori industriali agli elettrodomestici smart, venga concepito e sviluppato partendo da una piattaforma che unisca la familiarità di Arduino con la potenza di calcolo di Qualcomm.
Dalla prototipazione alla produzione industriale
Per Arduino l’acquisizione rappresenta la naturale evoluzione di un percorso che negli ultimi anni l’ha vista spostarsi progressivamente dal solo mondo education e maker verso applicazioni professionali e industriali.
“Unire le forze con Qualcomm ci consentirà di mettere le loro tecnologie avanzate a disposizione della nostra comunità come mai prima d’ora, abbassando la barriera d’ingresso all’AI e all’IoT su vasta scala”, ha dichiarato Massimo Banzi. Concetto ribadito anche in un’intervista al Corriere della Sera, dove ha sottolineato che “la nostra missione è sempre stata quella di rendere la tecnologia complessa accessibile al maggior numero di persone possibile. Con Qualcomm possiamo democratizzare l’accesso a tecnologie come l’AI on-device e la connettività avanzata”. L’operazione fornisce ad Arduino le risorse e l’accesso a un portafoglio tecnologico di prim’ordine per compiere il salto di scala definitivo.
La sfida principale sarà preservare l’anima open source e la neutralità che hanno decretato il successo del progetto Arduino. Su questo punto entrambe le aziende si sono affrettate a rassicurare la comunità. Arduino continuerà a operare come entità indipendente all’interno di Qualcomm e, secondo quanto riportato sul blog ufficiale, manterrà il suo impegno verso l’hardware e il software aperti.
L’impatto più immediato per le imprese sarà una significativa riduzione del time-to-market per lo sviluppo di nuovi prodotti IoT. Un team di R&D potrà ora utilizzare l’ambiente di sviluppo Arduino Pro, già orientato al mercato business, per creare un prototipo funzionante basato su processori Qualcomm, con la garanzia di poter scalare verso la produzione di massa senza dover riprogettare l’intera architettura software e hardware. Si tratta di un vantaggio competitivo non indifferente in settori come l’automazione industriale, l’agritech, la smart home e la logistica, dove la rapidità di innovazione è un fattore determinante.
Arduino Uno Q: il primo passo della nuova era
A suggellare l’unione è stato lanciato anche un primo prodotto congiunto: la Arduino Uno Q. Questa nuova scheda mantiene il form factor e la piedinatura della celebre Arduino Uno, garantendo la retrocompatibilità con l’enorme ecosistema di shield e accessori esistenti. La novità è sotto il cofano: al posto del tradizionale microcontrollore a 8-bit pulsa un processore Qualcomm custom, progettato per offrire capacità di calcolo per applicazioni di machine learning a bassissimo consumo e opzioni di connettività avanzate, inclusi Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.3.
“Unire le forze con Qualcomm Technologies ci permette di potenziare al massimo il nostro impegno per l’accessibilità e l’innovazione”, ha commentato Fabio Violante, CEO di Arduino. “Il lancio di Uno Q è solo l’inizio: siamo entusiasti di fornire alla nostra comunità globale strumenti potenti che rendano lo sviluppo dell’AI intuitivo, scalabile e aperto a tutti”.
Uno Q è un po’ il manifesto della nuova strategia, ovvero offrire potenza computazionale per l’intelligenza artificiale direttamente sulla scheda di prototipazione più diffusa al mondo, abbattendo di fatto le barriere per chiunque voglia sperimentare con l’AI applicata a oggetti fisici. Per il tessuto industriale significa poter testare e implementare soluzioni di manutenzione predittiva, controllo qualità visivo o riconoscimento di comandi vocali con uno strumento accessibile e familiare, prima di passare a moduli custom per la produzione.
L'articolo Qualcomm compra Arduino: così l’open hardware accelera la corsa all’edge proviene da Innovation Post.
Qual è la tua reazione?






