Raccontare la moda attraverso la letteratura

Novembre 8, 2025 - 22:30
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Raccontare la moda attraverso la letteratura

Linkiesta Festival ha presentato il nuovo volume di K, la rivista letteraria diretta da Christian Rocca e curata con Nadia Terranova. Un numero dedicato alla moda, una parola chiave attraversata da racconti che ne sondano il senso culturale, estetico e politico.

Nadia Terranova ha introdotto il dibatto con Ester Viola, Giada Biaggi e Jonathan Bazzi, i cui racconti compaiono sulla rivista, realizzata in collaborazione con Camera nazionale della moda italiana, parlando della moda come di «qualcosa di più grande di noi, un termine che può essere declinato in molti modi».

L’avvocata e scrittrice Ester Viola ha raccontato che in preparazione alla stesura del racconto “Il vestito per la festa” ha pensato e ripensato alla parola “moda”. Il suo testo è ispirato al termine quiet luxury, il lusso non ostentato, calmo, per miliardari, «il sontuoso che non si vede e fatto di colori neutri». «Queste parole arrivano sulla stampa nel 2016 con il processo contro Gwyneth Paltrow, attrice proprietaria del sito del retail di beni di super lusso Goop, emblema del quiet luxury», ha detto Viola. «L’attrice venne portata a giudizio in seguito a una collisione su una pista da sci. Lei ribaltò la causa, e Terry Sanderson ottenne un risarcimento di un dollaro. Durante le audizioni andò in giudizio vestendo quiet luxury, e quel momento segnò la perdita della forza della moda eccentrica degli anni Novanta». E così il racconto di Viola parla del suo contrario, del vestito eccentrico. «Un giorno io e un’amica troviamo nel fondo di una cassapanca un vestito delle fiabe, il vestito della festa di sua nonna». 

La scrittrice Giada Biaggi, invece, nel racconto “La passerella infinita” narra di due ex fidanzati che si incontrano ad una sfilata. «Sono stata a un po’ di sfilate, e hanno una gestalt molto interessante – ha detto sul palco di Linkiesta Festival – una passeggiata che non va da nessuna parte, animata da cinque minuti di musica intensa, pregna di una bellezza ieratica che ti fa sentire la donna più brutta del mondo. Il mondo della moda ha una violenza icastica, e partecipare a una sfilata è come stare in un aereoporto, un luogo che non è predisposto per un’interazione umana»

Jonathan Bazzi, autore del racconto “Quattro Ottave”, ha detto: «Non mi sento di fare parte di quel mondo. Riflettevo sul fatto che il mio racconto si basa sul non essere d’accordo con l’idea di moda come qualcosa di leggero e frivolo. Per molte persone la moda e i vestiti che uno indossa da piccolo sanno scatenare un campo di forze pericoloso». L’autore di Rozzano ha raccontato di come cambiare quartiere lo abbia fatto interrogare sul suo rapporto con la moda. «Ho una bambolina attaccata alla borsa, e a volte penso che possa costarmi qualcosa». E ha detto che a dodici anni i suoi riferimenti rispetto alla moda fossero le Spice Girls, «mi volevo vestire così nei cortili di Rozzano. Non avendo una famiglia particolarmente presente mi lasciavano fare, con le relative conseguenze. Il mio racconto narra di questo ragazzino che gioca da solo in casa con tutti gli armadi perché sogna di fare la pop star, il cantautore o la cantautrice».

Gaia Menchicchi

Ester Viola ha riassunto il suo rapporto con la moda con lo slogan “voglio tutto”. «Da adulti si è più precisi, ed è curioso vedere i vestiti di gioventù: a chi è capitato di aprire l’armadio del sé stesso a vent’ anni vede tenerezza. Io ho maglie piumate, vestiti dai colori chiassosi. Al contrario di Marie Kondo io tengo tutto, è una storia personale che sta nell’armadio».

Il rapporto con la moda di Giada Biaggi è a cavallo tra «qualcosa di hardcore e qualcosa da signorina». Per Jonathan Bazzi la moda rappresenta invece il suo rapporto con il desiderio, «che nel mio caso ha delle coordinate di classe. Quando ero piccolo tutte le cose che volevo non si potevano comprare, si trattava di cose tarocche o prese al mercato, poi è successo che per una serie di cose qualche anno fa quando per due settimane sono stato lo scrittore del momento mi regalavano cose molto costose. Questo movimento sistole-diastole è un bell’esercizio, perché mi ha portato a ridimensionare molto. È  stato utile che mi siano successe queste cose, aver potuto mettere un piede in qualcosa che è antitetico rispetto alle mie origini».

Nel numero di K appena uscito compaiono racconti inediti, oltre che dei tre autori intervenuti al Festival, di Saba Anglana, Olga Campofreda, Elvio Carrieri, Annalisa De Simone, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Valeria Parrella, Flavia Piccinni, Andrea Tarabbia, ed Marcella Terrusi. Il volume contiene anche un’Intervista Larga a Ottessa Moshfegh a cura di Chiara Barzini, e ospita un intervento di Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana.

 

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Redazione Redazione Eventi e News