Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo hanno riconosciuto la Palestina

Domenica 21 settembre, a un giorno dall’inizio dell’ottantesima assemblea generale dell’Onu, Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo si sono formalmente aggiunti alla lista degli oltre centoquaranta Paesi – l’Italia non c’è – ad aver riconosciuto la Palestina come uno Stato.
«Oggi, per ravvivare la speranza di pace per palestinesi e israeliani e di una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina. La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto nuove vette. I bombardamenti incessanti e crescenti del governo israeliano su Gaza, l’offensiva delle ultime settimane, la fame e la devastazione sono assolutamente intollerabili», ha dichiarato il primo ministro britannico Keir Starmer.
Secondo l’agenzia Reuters, durante l’assemblea generale dell’Onu – terminerà il 29 settembre – altre Nazioni come la Francia e il Belgio seguiranno gli esempi britannici, australiani, canadesi e portoghesi.
La mossa, secondo il primo ministro australiano Anthony Albanese, rientra in uno «sforzo internazionale coordinato». Il tema sarà sul tavolo dell’assemblea generale dell’Onu di New York; dovrebbe intervenire da remoto anche Mahmoud Abbas, presidente della Palestina, a cui l’amministrazione di Donald Trump ha negato il visto per partecipare fisicamente al vertice.
In un video-messaggio pubblicato il 21 settembre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che i governi che riconoscono lo Stato palestinese stanno «offrendo una enorme ricompensa al terrorismo. «Non accadrà – prosegue –. Uno Stato palestinese non verrà istituito a ovest del fiume Giordano». Netanyahu ha aggiunto che Israele dovrà «anche combattere la falsa propaganda rivolta a noi e contro gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese, che metterebbero in pericolo la nostra esistenza e costituirebbero una ricompensa assurda per il terrore».
Isaac Herzog, presidente israeliano, ha definito quello di ieri «un giorno triste per coloro che cercano la vera pace. Questo non aiuterà un solo palestinese, non aiuterà a liberare un solo ostaggio e non ci aiuterà a raggiungere alcun accordo tra israeliani e palestinesi. Non farà altro che incoraggiare le forze dell’oscurità».
Stando all’emittente israeliana Channel12, Netanyahu – che interverrà durante l’assemblea generale dell’Onu – ha convocato una riunione d’emergenza per discutere le reazioni di Israele al riconoscimento della Palestina da parte di Regno Unito, Australia, Canada e Portogallo. I ministri più estremisti, Itamar Ben-Gvir (Sicurezza nazionale) e Bezalel Smotrich (Finanze).
Intervistato da France24, un portavoce del dipartimento di Stato della Casa Bianca – rimasto anonimo – ha definito il riconoscimento della Palestina «una mossa di facciata». «Continuiamo a privilegiare una diplomazia seria piuttosto che mosse di facciata. Le nostre priorità sono chiare: la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, che non possono essere garantite finché esiste Hamas».
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha intensificando l’offensiva di terra a Gaza City, nel nord della Striscia. Le autorità sanitarie di Gaza, scrive Reuters, segnalano altri sessanta morti tra la popolazione palestinese. Nelle ultime due settimane, l’Idf ha demolito almeno venti grattacieli a Gaza City. Dall’inizio di settembre si stima che più di cinquecentomila persone abbiano lasciato la città.
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