Romania continua la crisi economica. L’Unione valuta sanzioni per lo sforamento del deficit
Bruxelles – La situazione economica di Bucarest preoccupa sempre di più le istituzioni europee. La crescita è ai minimi, il deficit di bilancio è il più alto in Europa e il costo d’indebitamento supera il 7 per cento. A fine novembre la Commissione Europea presenterà le note sulla situazione del deficit rumeno, una possibilità è bloccare parte dei fondi del Piano di ripresa e resilienza, così come di quelli di coesione. In un contesto di trattativa tra Bruxelles e Bucarest, l’ufficio di Bucarest della Procura Europea ha svelato un appropriazione indebita di circa 135.000 euro di fondi UE.
L’economia in rosso
I problemi strutturali del Paese dell’Europa orientale sono numerosi e mettono in discussione il cammino europeo iniziato nel 2007. Il deficit di bilancio della Romania è stato, nel 2024, il più alto dell’intera Unione Europea, pari al 9,3 per cento. A fine anno, dopo un doloroso pacchetto di austerità, il governo prevede una discesa fino all’8,4 per cento, ma gli obblighi comunitari impongono di riportarlo sotto il 3 per cento. Per finanziare il disavanzo, la Romania potrebbe ricorrere ai mercati, ma il costo dell’indebitamento resta elevato: un titolo di Stato decennale offre interessi superiori al 7,3 per cento, una soglia simile a quella dei BTP italiani nel novembre del 2011, quando si dimise il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
La crescita non può che essere stagnante. Secondo le previsioni la Romania potrebbe crescere solo dello 0,8 per cento quest’anno e dell’1,7 per cento nel 2026, numeri piuttosto bassi per un Paese ancora relativamente povero. L’unico dato confortante riguarda il rapporto debito/PIL: la Romania ha ancora margini per fare debito, con un rapporto pari al 54,8 per cento, molto basso rispetto all’Italia (138 per cento) e alla Francia (113 per cento). La Grecia, durante la crisi dell’eurozona del 2009, era intorno al 130 per cento.

L’incontro che non c’è
A far finire sotto la lente d’ingrandimento il problema rumeno è stato un incontro cancellato. Ieri, 6 novembre, tre commissioni parlamentari avrebbero dovuto confrontarsi con il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto e con il commissario agli Affari economici, Valdis Dombrovskis. Secondo una fonte parlamentare consultata da Il Mattinale Europeo, sarebbe stato “poco opportuno” discutere pubblicamente dei problemi fiscali della Romania, mentre la Commissione Europea è impegnata a negoziare sulla procedura per disavanzo eccessivo.
I calcoli di Bruxelles
L’Unione Europea sta facendo i conti per capire come agire per raddrizzare l’economia di Bucarest. Il 25 novembre la Commissione renderà note le valutazioni sulle misure rumene nell’ambito della procedura per deficit eccessivo. Palazzo Berlaymont chiarirà come la spesa pubblica rumena non potrà crescere di oltre il 2,8 per cento. In caso contrario, il governo del primo ministro Ilie Bolojan rischia la sospensione dei fondi europei. In ballo ci sono una parte dei 50 miliardi tra fondi di coesione e PNRR.
La battuta d’arresto sarebbe enorme, visto che le stime di crescita per il 2026 sono positive solo grazie al denaro del PNRR. Tuttavia, tra corruzione, tempi lunghi e problemi amministrativi, i fondi vengono utilizzati solo in parte.
Nel periodo negoziale tra Bucarest e Bruxelles, la notizia di oggi aggrava ulteriormente la crisi: l’Ufficio del Procuratore Europeo di Bucarest ha reso noto che il sindaco di Sulina, minuscola cittadina sul Mar Nero, si sarebbe appropriato indebitamente di 135.000 euro del Piano di resilienza destinati alla costruzione di strutture di ormeggio. I lavori erano stati dichiarati conclusi ancora prima di iniziare, le attrezzature sono state installate solo successivamente. Il sindaco ha ammesso le proprie colpe in un accordo con la procura e ora rischia fino a sette anni di carcere.

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