«Siamo sulla strada giusta ma alla velocità sbagliata»: l’appello di Lula ai partecipanti della Cop30

Siamo al secondo giorno della Cop30 e il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha ribadito che portare a Belém l’appuntamento Onu sul clima è stata «una decisione politica e simbolica», con l’obiettivo di dimostrare che l’Amazzonia è parte essenziale della soluzione climatica, e non solo un tema di dibattito. «Il bioma più diversificato della Terra è la casa di quasi 50 milioni di persone, tra cui 400 popolazioni indigene. L’Amazzonia non è un’astrazione, è una casa, è economia, è cultura, è vita. Portare la Cop nel cuore dell'Amazzonia è stato difficile, ma necessario. Quando lasceranno Belém, i delegati porteranno con sé l’impegno ad agire, e la popolazione della città rimarrà con gli investimenti che questa conferenza ha portato. Il mondo, finalmente, potrà dire di conoscere la realtà dell’Amazzonia».
Parlando alle delegazioni provenienti da decine e decine di nazioni, Lula ha anche indicato tre linee d’azione che dovrebbero guidare i negoziati della Cop30: il rispetto degli impegni climatici già assunti, il rafforzamento della governance globale e la centralità delle persone nelle decisioni sul clima.
Tra le proposte, Lula ha sostenuto la creazione di un “Consiglio globale sul clima” collegato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per garantire un maggiore coordinamento e responsabilità politica tra i paesi. «Abbiamo bisogno di istituzioni all’altezza della crisi che stiamo affrontando», ha affermato. «Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura, è una tragedia del presente», ha sottolineato ricordando le recenti inondazioni nel sud del Brasile e l’uragano Melissa nei Caraibi. «Viviamo in un’epoca in cui gli oscurantisti rifiutano le prove scientifiche e attaccano le istituzioni. È ora di infliggere una nuova sconfitta al negazionismo».
Per l’avvio dei lavori della Cop30 è intervenuto a Belém anche Simon Stiell, segretario dell’Unfccc-la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «La scienza è chiara, possiamo e dobbiamo riportare le temperature a 1,5 gradi dopo ogni superamento», ha detto sottolineando l’Aaccordo di Parigi sta funzionando ma «bisogna lottare con coraggio per fare di più». Stiell ha citato Roosevelt e spiegato che non è chi critica a contare ma «il merito va a coloro che sono nell’arena, con i volti segnati da polvere, sudore e sangue». In questa arena – ha detto ai delegati – «il compito non è quello di combattervi l’un l'altro, ma combattere insieme la crisi climatica»: «I disastri climatici uccidono milioni di persone, quando abbiamo già le soluzioni, questo non sarà mai e poi mai perdonato», ha detto il segretario dell’Unfccc sottolineando che «i vantaggi economici di questa transizione sono indiscutibili quanto i costi dell’inazione».
L’energia solare ed eolica, ha ricordato, sono ora le fonti energetiche più economiche nel 90% del mondo e quest’anno le energie rinnovabili hanno superato il carbone come principale fonte energetica mondiale. Gli investimenti in energia pulita e infrastrutture raggiungeranno un altro record quest’anno, con gli investimenti nelle energie rinnovabili che supereranno quelli nei combustibili fossili in un rapporto di 2 a 1. «Questa - per Stiell - è la storia della crescita del XXI secolo: la trasformazione economica della nostra epoca. Chi decide di non partecipare o di procedere a piccoli passi va incontro alla stagnazione e all’aumento dei prezzi, mentre altre economie avanzano a grandi passi».
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