“Sta morendo, non respira più”: intervengono i Carabinieri, ma non c’è nulla da fare

Novembre 6, 2025 - 03:30
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“Sta morendo, non respira più”: intervengono i Carabinieri, ma non c’è nulla da fare

La corsa contro il tempo per salvare il cane Joyce: i Carabinieri a Napoli aprono la strada all’auto del proprietario del quattro zampe, ma ogni sforzo si rilvea purtroppo inutile. 

corsa per salvare il cane
La corsa contro il tempo tra le strade di Napoli per salvare il cane Joyce (Foto -amoreaquattrozampe.it)

Una corsa contro il tempo nel cuore di Napoli: le sirene dei Carabinieri squarciavano il traffico di piazza Borsa. Dietro la volante, l’auto di Antonio Bellisario, 64 anni, si lanciava a tutta velocità. Antonio stringeva a sé Joyce, il suo Shiba Inu di quasi tredici anni, che aveva perso i sensi. “Stava morendo, non respirava più,” ha raccontato Antonio a La Zampa. “Ho gridato aiuto dal finestrino ai Carabinieri che ho incrociato.” I militari hanno reagito immediatamente, aprendo la strada con sirene e lampeggianti fino alla clinica veterinaria di via Cirillo, a due chilometri di distanza. “Mi hanno scortato nel traffico, spostando le auto. Un gesto che non dimenticherò,” ha aggiunto Antonio.

La tragedia della morte del cane Joyce: la corsa contro il tempo per le strade di Napoli e l’aiuto dei carabinieri per salvare la vita al quattro zampe

I minuti del tragitto furono un’agonia. Una volta arrivati alla clinica, i Carabinieri non si sono allontanati, assicurandosi che Joyce ricevesse immediate cure. Purtroppo, ogni sforzo fu vano: Joyce aveva ormai attraversato il ponte. “Hanno voluto sapere come stesse, i loro sguardi erano pieni di partecipazione. Hanno dimostrato una sensibilità e un’umanità rara”.

Foto di uadrienn da Pixabay
Il cane Joyce era un esemplare di razza di origini giappinesi Akita Inu (Screenshot Foto di uadrienn da Pixabay – amoreaquattrozampe.it)

Joyce era entrato nella vita di Antonio come un cucciolo, a sessanta giorni dalla nascita, regalo per la figlia Marika all’età di diciotto anni. “È cresciuto con noi, è stato un membro della famiglia, un figlio.” Carattere fiero e indipendente, tipico della razza Shiba, era allo stesso tempo affettuoso e un “capobranco tosto” che si era conquistato l’affetto di tutti. Amava scorrazzare nell’area cani di Santa Chiara – creata con l’impegno della moglie – e adorava i wurstel, riempiendo le loro giornate di entusiasmo.

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Il cane Joyce stava male: i carabinieri aiutano il proprietario a raggiungere l’ospedale (Foto -amoreaquattrozampe.it)

Nei giorni precedenti, un lieve malore aveva fatto pensare a una pancreatite, ma il giorno dopo Joyce sembrava essersi ripreso. Il peggioramento è stato improvviso. “Mia moglie era in procinto di portarlo per un controllo. Ha sentito due ululati, poi il silenzio. Mi ha chiamato. Sono corso, l’ho trovato a terra, non reagiva. L’ho preso e siamo partiti,” racconta Antonio, descrivendo l’ingorgo che ha preceduto l’incontro con i militari.

Nonostante la disperata rapidità e l’impegno dei Carabinieri, non c’è stato nulla da fare. “In quel momento il mondo si è fermato. Anche i Carabinieri ci sono rimasti male, avevano sperato con noi.” Oggi Antonio e Loredana affrontano un dolore immenso. “Per noi era un figlio. La casa è vuota, ma ogni angolo parla di lui”.

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Il cane Joyce insieme all’uomo che l’ha cresciuto (Foto -amoreaquattrozampe.it)

Accanto al lutto, rimane una profonda gratitudine per la solidarietà che ha dignitosamente concluso l’ultimo viaggio di Joyce. “Voglio ringraziare di cuore quei Carabinieri. La loro umanità ha alleggerito un momento terribile.” Joyce ha lasciato un’eredità duratura: “Prima di lui non avevamo una grande familiarità con gli animali. Joyce ci ha aperto gli occhi e il cuore.” Questo legame ha generato una nuova consapevolezza: Loredana è attiva nell’associazione “Amiche di Lu,” che si prende cura di cani abbandonati, e Antonio si occupa quotidianamente della colonia felina presso l’Università Federico II. “Non avrei mai pensato di farlo. Ma dopo Joyce è diventato naturale. Ci ha insegnato la compassione, il rispetto e la responsabilità. È stato il nostro maestro silenzioso”. (di Elisabetta Guglielmi)

L'articolo “Sta morendo, non respira più”: intervengono i Carabinieri, ma non c’è nulla da fare è stato pubblicato nella sua versione originale su Amoreaquattrozampe.it.

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Redazione Redazione Eventi e News