“Stop alle guerre”: l’appello della Pontificia Opera della Santa Infanzia
Il no alle guerre dei bambini del mondo. Suor Inês Paulo Albino è segretario generale della Pontificia Opera della Santa Infanzia (POSI). E’ la religiosa che a luglio aveva lanciato un appello a tutte le Direzioni Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie. “Con il cuore afflitto per le tante e diverse situazioni di guerra che viviamo in tante parti del mondo e altre forme di sfruttamento dei bambini e degli adolescenti, vengo a chiedervi di intensificare la preghiera e far pregare i bambini e gli adolescenti”, scriveva il segretario generale della POSI. Un appello che si è tramutato in questi mesi in una “staffetta” globale in cui la preghiera del Rosario è stata la protagonista. Dal Myanmar all’Angola, passando per la Slovacchia e Malta, bambini ed adolescenti hanno pregato per la pace, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. E sono stati impegnati in attività e laboratori dove al centro vi era ed è solo una parola: pace.

No alle guerre
“Cari bambini, cari ragazzi voi già siete missionari, siete piccoli, ma avete un cuore grande come il cielo – afferma suor Inês Paulo Albino -. Con la preghiera costante per la missione della Chiesa e per la pace nel mondo, con la vostra testimonianza, con la generosa condivisione delle risorse economiche o altri beni materiali con quelli che hanno bisogno. Con questi gesti semplici trasformate i cuori delle persone ed educate noi adulti a vivere il Vangelo in modo concreto. Continuate ad essere missionari di speranza e di pace, ovunque”. Questa iniziativa ha reso ancora più evidente la capillarità della rete dei bambini e degli adolescenti che fanno parte dell’Infanzia e dell’Adolescenza Missionaria, fondata da monsignor Charles de Forbin-Janson nel 1843. Un realtà oggi radicata in oltre 120 Paesi. Rientra nel tema scelto dal Segretariato Internazionale della POSI per questo anno in corso. Ossia “seminatori e seminatrici di speranza oggi”. Il tema viene declinato in impegni concreti quali “essere segno di speranza” attraverso la preghiera: Il dono di sé stessi. Condividere ciò che si è e ciò che si ha. Accogliere tutti con un cuore nuovo, soprattutto coloro che ne hanno più bisogno. Curare e accrescere la propria fede ed esprimere la gioia di appartenere a Cristo. Condividere la propria testimonianza ed essere annunciatori di una carità instancabile.
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