Sanzioni Usa sul petrolio russo, Cina e India sospendono (per ora) l’import via mare

Ottobre 25, 2025 - 18:30
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Sanzioni Usa sul petrolio russo, Cina e India sospendono (per ora) l’import via mare

Con una mossa a sorpresa, Donald Trump ha annunciato «tremende sanzioni» nei confronti della Russia. A venir colpiti sono i giganti petroliferi Lukoil e Rosneft. Come spiega il Dipartimento del Tesoro statunitense, la decisione arriva «a seguito della mancanza di serio impegno della Russia per un processo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina». L’obiettivo è quello di aumentare la pressione sul settore energetico russo, colpire «la già indebolita economia» di Mosca e impedire al Cremlino di garantirsi ancora entrate economiche da poter investire nella sua macchina da guerra.

Il presidente Vladimir Putin non si è mostrato turbato: «Le nuove sanzioni alla Russia annunciate da Donald Trump sono un atto ostile e non rafforzano le relazioni russo-americane, ma non danneggeranno l'economia russa». «Lo vedremo tra sei mesi», ha mandato a dire in un incontro con i giornalisti alla Casa Bianca, aggiungendo: «Sono contento che la pensi così».

Un primo risultato della decisione statunitense è però già arriva, e non di poco conto. Le principali compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso gli acquisti di petrolio trasportato via mare e proveniente dalla Russia. E anche le raffinerie dell’India, il principale Paese acquirente di petrolio russo trasportato via mare, sono pronte a ridurre fortemente l’import di greggio da Mosca.

Pechino ha commentato in modo critico le sanzioni statunitensi contro i due colossi petroliferi russi: «La Cina si oppone costantemente alle sanzioni unilaterali che non si basano sul diritto internazionale e non sono autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha dichiarato durante una conferenza stampa Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Affari esteri cinese. Ma i fatti seguiti alle parole vanno in altra direzione: le compagnie petrolifere nazionali cinesi PetroChina, Sinopec, Cnooc e Zhenhua Oil si asterranno dal commerciare petrolio russo trasportato via mare, almeno nel breve termine, a seguito delle sanzioni statunitensi.

Quanto all’Europa, se il Consiglio europeo di ieri ha adottato il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, la mossa di Trump potrebbe ottenere risultati finora mai visti a livello comunitario. Come dice un ex dirigente di Lukoil a Politico, le nuove sanzioni statunitensi saranno «catastrofiche» per le operazioni del colosso petrolifero in tutto il continente. Lukoil, viene ricordato nel testo, «gestisce centinaia di stazioni di servizio in tutta l’Ue, di cui circa 200 in Belgio, possiede gigantesche raffinerie in Romania e Bulgaria e detiene una quota del 45% in un impianto di lavorazione del carburante nei Paesi Bassi. Fornisce inoltre petrolio all’Ungheria e alla Slovacchia, che dipendono ancora da Mosca per una quota compresa tra l’86 e il 100% delle loro importazioni. Sfruttando una deroga alle sanzioni, i due paesi hanno ostinatamente resistito all’idea di abbandonare Mosca, nonostante le intense pressioni dell’Ue. Finora, Bruxelles ha ripetutamente fallito nel prendere di mira la compagnia, nonostante fosse collegata all’elusione delle sanzioni nel blocco».

Con la mossa statunitense la situazione dovrebbe cambiare anche in Europa. Anche se Viktor Orbán, che finora ha lavorato per mantenere buoni rapporti con Trump, ha fatto sapere in un’intervista alla radio di Stato Kossuth (tra l’altro ripresa dall’agenzia di stampa statale russa Tass) di aver parlato della questione con la compagnia petrolifera e del gas ungherese Mol, aggiungendo: «Stiamo lavorando su come aggirare questa sanzione».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia