L’origine e la storia del Fish and Chips
Pochi piatti incarnano l’anima del Regno Unito come il fish and chips. Caldo, profumato, avvolto nella carta e condito con sale e aceto di malto, questo pasto semplice è diventato nei secoli un simbolo della cultura britannica. Eppure, la sua storia non è soltanto inglese: è una storia di incontri, di migrazioni e di cambiamenti sociali che attraversano l’Europa e l’età industriale.
Le origini: due tradizioni che si incontrano

Il pesce fritto, cuore del piatto, arrivò in Inghilterra grazie agli ebrei sefarditi fuggiti dalla Spagna e dal Portogallo nel XVI secolo. Questi immigrati portarono con sé la tradizione del pescado frito, un piatto preparato per il sabato: pesce bianco infarinato e fritto in olio fino a ottenere una crosta dorata e croccante.
Le patatine fritte, invece, provenivano dal continente. Francia e Belgio se ne contendono la paternità, ma già nel Settecento erano diffuse anche nelle isole britanniche, dove venivano vendute per strada in porzioni economiche e fumanti. Fu nel XIX secolo, nel pieno della Rivoluzione Industriale, che queste due tradizioni si incontrarono per la prima volta, dando vita al binomio destinato a diventare leggendario.
Londra e la nascita del primo “chippy”
Il primo fish and chips nacque probabilmente a Londra, nel quartiere popolare dell’East End, cuore della città industriale e multiculturale. È qui che, intorno al 1860, un immigrato ebreo di nome Joseph Malin aprì una piccola friggitoria in cui serviva pesce fritto accompagnato da patatine.
L’idea era semplice ma geniale: offrire un pasto caldo, economico e facilmente trasportabile. In un’epoca in cui la popolazione operaia lavorava per ore nelle fabbriche, il fish and chips divenne la soluzione perfetta. Si poteva mangiare per strada, senza posate, avvolto in un foglio di carta da giornale.
Dopo la chiusura del negozio originale, avvenuta all’inizio degli anni ’70, l’edificio fu demolito e sostituito da un moderno complesso residenziale. Non esistono più tracce visibili della storica friggitoria, ma la memoria di Joseph Malin vive ancora attraverso la tradizione del fish and chips a Londra, che viene rispettata in molti locali storici della città.
Il cibo della gente comune
Nel tardo Ottocento e nei primi decenni del Novecento, il fish and chips divenne il pasto per eccellenza della classe lavoratrice. A un prezzo accessibile, forniva proteine, carboidrati e conforto. I londinesi si mettevano in fila davanti alle friggitorie con una moneta in mano e uscivano con il loro cartoccio fumante, spesso da condividere in famiglia.
Durante le due guerre mondiali, il fish and chips assunse un valore ancora più profondo. Mentre molti alimenti erano razionati, il governo britannico si impegnò a mantenerlo disponibile per la popolazione. Era considerato un cibo essenziale, un simbolo di normalità e di unità nazionale. Si racconta che Winston Churchill lo definisse “the good companions” – i buoni compagni – per la sua capacità di unire le persone nei momenti più difficili.
L’aceto di malto: un segno distintivo
Nessun vero fish and chips è completo senza una generosa spruzzata di aceto di malto. Questo condimento, prodotto dalla fermentazione dell’orzo, ha un gusto deciso e leggermente dolce che bilancia perfettamente la ricchezza del fritto. È una presenza imprescindibile nelle friggitorie inglesi, tanto che il suo aroma pungente è diventato parte integrante dell’esperienza stessa.

Per molti britannici, l’odore dell’aceto di malto sul pesce appena fritto evoca ricordi d’infanzia, di mare, di pioggia e di casa.
Dove gustare la ricetta originale a Londra
Oggi Londra conserva ancora alcuni luoghi storici dove il fish and chips viene preparato come un tempo, secondo la ricetta tradizionale e con lo stesso spirito delle origini.
Uno di questi è Rock & Sole Plaice, in Endell Street, nel quartiere di Covent Garden. Aperto nel 1871, è considerato uno dei più antichi ristoranti di fish and chips della capitale. La sua storia attraversa oltre un secolo e mezzo di cambiamenti, ma il metodo resta invariato: pesce fresco, pastella leggera e patatine tagliate a mano. Durante il Blitz, quando gran parte della città fu bombardata, il locale rimase aperto, servendo piatti caldi ai londinesi in cerca di conforto. Ancora oggi è un punto di riferimento per chi vuole assaporare un autentico fish and chips all’inglese.
Un altro indirizzo storico è The Fryer’s Delight, in Theobalds Road, nel quartiere di Holborn. Aperto nel 1958 dai fratelli italiani Giovanni e Giuseppe Ferdenzi, il locale ha mantenuto intatto l’arredamento e lo spirito dei chippies tradizionali. Qui il pesce e le patatine vengono ancora fritti nel grasso di manzo, come si faceva un tempo, per ottenere quella croccantezza e quel sapore inconfondibile che l’olio vegetale non riesce a replicare. Entrare al Fryer’s Delight è come fare un salto nella Londra degli anni Cinquanta, con le piastrelle bianche, i tavolini in formica e il profumo inconfondibile del fritto appena servito.
Una tradizione che resiste
Nonostante l’arrivo dei fast food americani e l’evoluzione delle abitudini alimentari, il fish and chips rimane profondamente radicato nella cultura britannica. È più di un semplice piatto: è un pezzo di storia, un legame tra passato e presente, tra povertà e orgoglio nazionale.
Oggi molti ristoranti ne offrono versioni moderne e raffinate, ma la vera anima del fish and chips si trova ancora nei chippies di quartiere, dove la ricetta si tramanda con rispetto e semplicità. Che lo si gusti al mare, in un pub londinese o camminando per strada, ogni boccone racconta la storia di un Paese che ha saputo trasformare un piatto povero in un’icona della propria identità.
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