TFS dei dipendenti pubblici: cosa cambia nella bozza della Manovra 2026
lentepubblica.it
La bozza della Manovra 2026 introduce modifiche significative per i dipendenti pubblici, in particolare sul fronte del trattamento di fine servizio (TFS).
Gli articoli 43 e 44 del testo in esame intervengono su due aspetti centrali: l’adeguamento dei requisiti per la pensione legati all’aumento della speranza di vita e la tempistica di liquidazione delle indennità di fine rapporto. Si tratta di misure che avranno un impatto concreto sui tempi e sulle modalità di accesso al pensionamento per migliaia di dipendenti statali e degli enti pubblici di ricerca.
Tempistiche e pagamento del TFS
La modifica principale riguarda la liquidazione del trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici. Dal 1° gennaio 2027, il termine per il pagamento dell’indennità passerà da dodici a nove mesi. In pratica, chi maturerà i requisiti pensionistici dopo tale data riceverà la somma spettante in tempi leggermente più brevi rispetto a quanto previsto finora.
La riduzione dei tempi di attesa rappresenta una risposta a una delle richieste più frequenti da parte dei lavoratori pubblici, che spesso hanno lamentato ritardi significativi nella corresponsione del TFS. Anche se la modifica di tre mesi può sembrare marginale, per molti pensionati costituisce un alleggerimento concreto, soprattutto considerando che queste somme rappresentano una parte importante del reddito post-lavorativo.
Cosa cambia per i lavoratori pubblici e della ricerca
Particolare attenzione è dedicata ai dipendenti della Pubblica Amministrazione e agli addetti degli enti di ricerca. Per questi lavoratori, le indennità di fine servizio continueranno a essere liquidate nel momento in cui sarebbe maturato il diritto alla corresponsione secondo la normativa vigente. In altre parole, pur essendo confermati i tempi di pagamento legati alle regole del sistema previdenziale pubblico, la riduzione del periodo di attesa a nove mesi offrirà una maggiore fluidità nei flussi di liquidazione.
Si tratta di un intervento che, almeno nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe uniformare e semplificare il trattamento economico di fine carriera, riducendo le disparità tra i vari comparti del pubblico impiego.
Pensioni e speranza di vita: requisiti aggiornati dal 2027
Si ricorda anche che dal 1° gennaio 2027, l’età e i requisiti per il pensionamento subiranno un incremento legato alla variazione della speranza di vita. Tuttavia, per il solo anno 2027, l’aumento previsto sarà contenuto: un solo mese in più rispetto alle soglie attuali. Questo correttivo, definito congiuntamente dal Ministero dell’Economia e dal Ministero del Lavoro, rappresenta un passaggio intermedio verso un adeguamento più ampio che scatterà dal 2028, quando entrerà in vigore pienamente l’aumento stabilito dal decreto ministeriale.
L’obiettivo dichiarato del governo è rendere il sistema pensionistico più sostenibile nel lungo periodo, allineandolo alle proiezioni demografiche. Tuttavia, la misura introduce anche tutele per alcune categorie di lavoratori che, a causa delle condizioni fisiche o della natura delle mansioni svolte, si trovano in situazioni di particolare gravosità.
Chi è escluso dall’aumento dei requisiti
La bozza di Manovra stabilisce che alcune categorie non saranno soggette all’incremento dei requisiti anagrafici e contributivi. L’esclusione riguarda i lavoratori che rientrano in professioni usuranti o che svolgono attività caratterizzate da un impegno fisico intenso o rischioso, come specificato dalla legge di bilancio del 2017 e dal decreto legislativo del 2011 sulle mansioni faticose e pesanti.
Per rientrare in questa deroga, il lavoratore deve aver svolto tali mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci (o sei negli ultimi sette) e possedere almeno trent’anni di contributi. In sostanza, chi ha avuto una carriera in settori considerati ad alto rischio o particolarmente logoranti potrà accedere alla pensione senza subire l’aumento legato alla speranza di vita.
Resta escluso da questa agevolazione, invece, chi al momento del pensionamento percepisce l’indennità di accompagnamento alla pensione anticipata prevista dalla legge di bilancio 2017, un trattamento economico introdotto per favorire l’uscita graduale dal lavoro.
Effetti sulle casse dello Stato
Le nuove regole avranno naturalmente anche un impatto finanziario per lo Stato. Per coprire gli effetti derivanti dalle deroghe e dalle modifiche introdotte, la bozza della Manovra prevede un incremento delle risorse stanziate nei prossimi anni. In particolare, sono previsti 8 milioni di euro aggiuntivi per il 2027, che saliranno progressivamente fino a 49 milioni annui dal 2031 in poi.
Parallelamente, aumenta anche il fondo destinato al sostegno dei lavoratori impegnati in attività usuranti: 4 milioni di euro in più nel 2027, fino a 17 milioni annui dal 2031. Questi incrementi finanziari mirano a garantire la copertura necessaria per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale, pur assicurando una maggiore tutela alle categorie più esposte.
The post TFS dei dipendenti pubblici: cosa cambia nella bozza della Manovra 2026 appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




