TFF, Farah Nabulsi: un film per creare contatto umano con la Palestina
Torino, 25 nov. (askanews) – Presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival, “The Teacher” della regista britannica-palestinese Farah Nabulsi, dall’11 dicembre nelle sale italiane. Il film, già presentato a Toronto, è il suo primo lungometraggio dopo il corto “The Present”, vincitore di numerosi premi e candidato all’Oscar. Un film attualissimo perché Nabulsi, nata e cresciuta a Londra, da genitori palestinesi, ha sentito il richiamo della terra e dopo aver viaggiato e visto con i suoi occhi quella realtà, l’ha voluta raccontare nei suoi film. “Ho voluto – ha detto a Torino- creare un contatto umano con la Palestina”.
Il maestro del titolo è un insegnante che vive in Cisgiordania, interpretato da un bravissimo Saleh Bakri, (già diretto in “The Present”), con un passato di militanza politica, che fa di tutto per guidare, essere un mentore per uno dei suoi studenti, con sullo sfondo la violenza dei coloni.
“Sono stata in Palestina e ho visto con i miei occhi l’oppressione, l’ingiustizia, mi sento molto legata a livello identitario e umano alla Palestina. E con questo film sono stata molto coinvolta, trascorrendo così tanto tempo sul campo, in Palestina con i palestinesi che sperimentano in prima persona cosa succede lì, che si tratti di bambini portati in prigioni militari, di demolizioni di case, violenza e vandalismo da parte dei coloni. E così mi sono sentita in dovere di prestare la mia espressione artistica a queste storie e a queste esperienze e di condividerle”.
Un film girato prima del 7 ottobre e della guerra a Gaza. “Dopo due anni di genocidio, la gente è sicuramente in uno stato emotivo amplificato – ha detto la regista – credo accoglieranno il film con ancora più passione, ancora più compassione ed empatia. Voglio portare il pubblico in questo tipo di viaggio emotivo nelle vite e nelle esperienze di questi personaggi, ma spero che ora il pubblico possa capirlo ancora meglio”.
Nel film il protagonista viene in un certo modo messo in parallelo con uno statunitense alla ricerca di suo figlio, un soldato israeliano catturato da un gruppo palestinese, che viene poi rilasciato in cambio della liberazione di migliaia di palestinesi. “Ho sentito un forte sbilanciamento per queste due vite”, ha commentato Nabulsi, “il valore di una vita rispetto ad altre e questo mi ha ispirato a scrivere ed è stato un aspetto interessante da approfondire”.
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