Victoria’s Secret Fashion Show 2025: la nuova bellezza sarà fluida e autentica?

Ottobre 15, 2025 - 17:00
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Victoria’s Secret Fashion Show 2025: la nuova bellezza sarà fluida e autentica?

Stanotte, a New York, avrà luogo il Victoria’s Secret Fashion Show 2025. Il ritorno ufficiale è stato l’anno scorso proprio in questo periodo, dopo sei lunghi (lunghissimi) anni di silenzio. Sei anni di riflessioni, tentativi e ripensamenti, durante i quali il marchio ha dovuto fare i conti con le critiche, gli scandali e un pubblico che non apprezzava più l’idea di femminilità della donna angelo. Poi, una promessa: quella di diventare più inclusivo, più contemporaneo. Più vicino alle donne. È lecito chiedersi: è stata mantenuta?

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Prima di rispondere alla domanda è bene fare un passo indietro e ripercorrere la storia del brand, dalle origini agli scandali, fino all’atteso rebranding.

Scopriamo di più.

Il sogno americano di Victoria’s Secret: bellezza sensuale

Il brand è nato nel 1977 a San Francisco, in California, da un’idea di Roy Raymond, un imprenditore americano. Un’idea semplice, ma potente: rendere la lingerie desiderabile. Raymond voleva creare un ambiente dove gli uomini potessero sentirsi a proprio agio nell’acquistare capi intimi per le loro partner, senza alcun imbarazzo. Voleva rendere la lingerie accessibile, elegante, desiderabile, sexy; tutto il contrario dei grandi magazzini del momento. E ha trovato terreno fertile.

Victoria's Secret

Getty Images

Gli Anni 70 e 80 sono stati un periodo dove la cultura pop e i media costruivano un’immagine della donna desiderabile come seducente, elegante, e soprattutto legata a standard estetici molto precisi. Victoria’S Secret – Victoria richiama l’epoca vittoriana, simbolo di stile e femminilità, mentre Secret suggerisce intimità e mistero, l’idea che la lingerie custodisca un piccolo segreto da svelare solo a chi la indossa – colse la palla al balzo e provò a vendere quest’idea tramite la lingerie.

Victoria's Secret

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Indossare un reggiseno o un completino Victoria’s Secret non significava solo coprire il corpo, significava appartenere a quell’ideale di donna. Un sogno pensato e strutturato a tavolino, pronto per essere venduto con la cornice degli angeli, delle ali, degli strass e delle passerelle. Gli angeli di Victoria’s Secret non erano solo modelle, ma vere e proprie aspirazioni viventi.

E lo standard di bellezza proposto era preciso e ambizioso e, in alcuni casi, in termini realistici anche molto difficile da raggiungere. Ma, ammettiamolo: il brand è stato maestro nel saperlo raccontare nel modo giusto.

Victoria’s Secret Fashion Show 2025: ascesa, declino, body positivity

Il successo fu enorme, e inaspettato. Milioni di spettatori, sfilate seguitissime, il Fashion Show diventato evento mediatico globale negli anni Duemila anche grazie al coinvolgimento di volti noti del fashion system, così come di pop star che performavano durante le sfilate. Donne, ragazze e perfino bambine guardavano gli angeli – da Gigi Hadid a Elsa Hosk, fino a Taylor Hill – con ammirazione e desiderio. Ma, con il tempo, qualcosa si è incrinato.

Cos’è successo, realmente? Semplice: il mondo è cambiato. Con il passare degli anni, il pubblico, così come i media, hanno cominciato a storcere il naso. Tutto d’un tratto quell’ideale di bellezza e femminilità non interessava più; anzi, faceva innervosire. Le persone hanno bisogno di rispecchiarsi in qualcosa, e la donna angelo di Victoria’s Secret non è mai stata facilmente raggiungibile. Certo, desiderabile, ma il movimento della body positivity e la richiesta del mercato di più inclusività hanno messo in luce i limiti di un’immagine femminile troppo rigida.

I canoni esclusivi di Victoria’s Secret escludevano determinati tipi di fisicità, determinati tipi di etnie e di età. L’angelo di Victoria’s Secret, perfetto e immutabile, ha smesso di parlare alle donne.

E cosa può fare un brand che ha fondato tutto proprio su quell’idea di femminilità?

Scandali e rinascita: facciata o metamorfosi?

Gli anni recenti hanno anche portato in luce scandali e accuse che hanno scosso l’azienda. Dalle dichiarazioni di alcune modelle sulle pressioni estetiche subite, fino alle critiche verso dirigenti come Ed Razek, Victoria’s Secret ha dovuto fare i conti con un passato meno luminoso di quanto apparisse. Il silenzio dello show tra il 2018 e il 2024 non è stato solo un’assenza: è stato il tempo necessario per capire come comunicare un nuovo modello di bellezza. È stata questa la sfida cruciale: reinventarsi senza tradire il proprio DNA.

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Il Fashion Show dell’anno scorso, secondo molti, ha segnato una svolta: la passerella ospita modelle di taglie diverse, transgender, con età e background differenti. Ha chiamato in campo alcuni dei volti più celebri del fashion system – da Kate Moss a Carla Bruni, fino a Vittoria Ceretti (è stata la sua prima volta) e gli angeli di un tempo – Elsa Hosk, Alessandra Ambrosio, Barbara Palvin e Taylor Hill – tentando di riscrivere il concetto di sensualità.

Ma non ha comunque convinto tutti. Rimane lecito chiedersi: il cambiamento è autentico o è solo una facciata? Alcuni elementi (come le ali, il rosa, il luccichio) persistono, mentre altre scelte estetiche sembrano ancora legate a un passato nostalgico. La sensazione? Il brand sta cercando un nuovo spazio, senza tradire però quello che l’ha reso così famoso. L’heritage del brand è vivo e si percepisce. E forse, da un lato, è giusto così.

La bellezza secondo Victoria’s Secret oggi

Hillary Super, CEO del brand, ha rilasciato un’intervista a WWD, dichiarando i nuovi obiettivi: «È il palcoscenico più grande del mondo e credo che questa sia un’opportunità per noi di presentare a tutti la nuova era di Victoria’s Secret, e di dare un’idea di come sarà questo prossimo capitolo», ha dichiarato. «Sexy non è una cosa sola. Ha significati diversi per donne diverse. Serviamo un pubblico globale e gli standard di bellezza e culturali sono diversi in tutto il mondo: dobbiamo rifletterli nelle nostre clienti».

Il caso Victoria’s Secret ci conferma una delle verità più profonde sulla bellezza. Ovvero che non è mai statica. È un concetto fluido, che rispecchia la società in cui viviamo, e così anche i cambiamenti che la interessano. La bellezza dialoga con i tempi e con la sensibilità delle persone, che possono cambiare da un momento all’altro.

Una cosa è certa: oggi la bellezza è inclusiva, autentica, non parla di perfezione. E Victoria’s Secret deve trovare il suo spazio in questo scenario. Ce la farà?

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