A gettare la maschera è stata Meloni, non la Flotilla

Settembre 29, 2025 - 10:30
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A gettare la maschera è stata Meloni, non la Flotilla

L’argomento secondo cui la Global Sumud Flotilla, rifiutandosi di consegnare gli aiuti al patriarcato di Gerusalemme e fare marcia indietro, avrebbe «gettato la maschera» e svelato la natura politica della sua missione non è così stringente come sembrano ritenere gli esponenti del centrodestra, e specialmente di Fratelli d’Italia, che continuano a ripeterlo ossessivamente. Se gli attivisti avessero davvero a cuore le sorti dei bambini palestinesi denutriti dovrebbero preoccuparsi di fare arrivare loro quegli aiuti, sostengono la maggioranza e tutti i commentatori schierati dalla parte di Benjamin Netanyahu, cercando di inchiodare la flottiglia propal a un fatto che quegli stessi accusatori sono però i primi a negare, il fatto cioè che Israele stia affamando i palestinesi. Ma se è così, è chiaro che il problema non è la mancanza di cibo, bensì la volontà di non farlo arrivare a chi ne ha bisogno (o almeno non nella misura e nei tempi necessari). E dunque si capisce la natura politica dell’iniziativa, data la natura politica del problema.

Considerata l’estrema delicatezza e anche la pericolosità della situazione, è comprensibilissimo lo sforzo del governo e delle istituzioni, a cominciare dal Quirinale, per evitare il peggio, e c’è da augurarsi che abbia successo. Ma questo lodevole sforzo non può far dimenticare, o essere strumentalizzato e manipolato per far dimenticare, che delicatezza e pericolosità della situazione dipendono interamente dal comportamento del governo di Israele, che usa la fame come strumento di guerra e sembra disposto a tutto pur di impedire l’arrivo degli attivisti a Gaza. Tanto meno può far dimenticare il comportamento a dir poco provocatorio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e degli esponenti più irresponsabili, loro sì, del suo governo e del suo partito, che nel momento stesso in cui invitavano gli attivisti propal e le opposizioni alla responsabilità rovesciavano su di loro una sfilza di accuse pretestuose, per non dire ridicole.

L’idea che quelle navi siano dirette a Gaza, sfidando il blocco navale israeliano, per danneggiare il governo Meloni, come ha sostenuto la nostra presidente del Consiglio, dice molto del suo attuale stato d’animo, ma anche delle sue qualità di statista. L’imbarazzo in cui si trova è dovuto esclusivamente alle sue scelte, alla tenacia con cui ha voluto schierare l’Italia al fianco di Trump e Netanyahu, indipendentemente da qualsiasi considerazione di principio e di interesse nazionale, e quest’ultimo rabbioso tentativo di rovesciare la frittata non fa altro che renderlo più evidente. A dimostrazione del fatto che non solo non è una statista, ma non è nemmeno così furba come politica.

Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.

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