Addio a Jane Goodall: la sua vita dedicata agli animali e alla scienza

Jane Goodall se n’è andata a 91 anni: una vita intera dedicata agli animali, alla foresta e al rispetto per ogni forma di vita.
Jane Goodall non c’è più. Novantuno anni e una vita intera passata ad ascoltare il respiro della foresta, a parlare con gli occhi di animali che nessuno prima aveva davvero guardato.
Non servivano parole, bastava la pazienza di chi sa aspettare. Perché Jane era fatta così: silenziosa, curiosa, capace di restare immobile per ore solo per capire un po’ di più il mondo che la circondava.
Jane Goodall: la sua vita dedicata agli animali, fin da quando era piccola
Fin da piccola, a Londra, diceva che un giorno sarebbe andata in Africa a vivere con gli animali. Tutti le sorridevano, pensando fosse solo un sogno da bambina. Ma lei non ha mai smesso di crederci. Dopo la scuola lavorò come segretaria, ma dentro sentiva che non era quella la sua strada. Quando un’amica la invitò in Kenya, prese il primo aereo e partì. Da lì, la sua vita cambiò direzione.
In Africa incontrò Louis Leakey, un paleoantropologo che intuì subito quanto fosse speciale. Aveva qualcosa che molti studiosi non avevano: la capacità di osservare senza giudicare.
Fu lui a mandarla nella foresta di Gombe, in Tanzania, per studiare gli scimpanzé. Era il 1960, Jane aveva solo 26 anni e nessuna esperienza in quel campo. Eppure restò lì, sola in mezzo alla giungla, con una tenda, un binocolo e una curiosità senza confini.
Il giorno in cui tutto cambiò: l’episodio che ha cambiato la vita di Jane Goodall
Un giorno notò uno scimpanzé spezzare un ramo. L’animale lo pulì e lo utilizzò per tirare fuori le termiti da un tronco. Era la prova che anche loro sapevano costruire strumenti. Fino ad allora, si pensava fosse una prerogativa solo umana. Quel momento cambiò tutto. Non solo la scienza, ma il modo in cui il mondo guardava agli animali.
Da quel giorno Jane non smise più di condividere ciò che aveva imparato. Raccontava che gli scimpanzé non erano così diversi da noi: sanno amare, soffrono, si aiutano, litigano, fanno pace. Avevano un mondo interiore che lei riusciva a vedere, con una sensibilità che pochi hanno avuto.
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Negli anni Settanta creò il Jane Goodall Institute e da allora non si è più fermata. Viaggiava ovunque, parlava nelle scuole, nei villaggi, davanti ai governi. Difendeva la natura come si difende un amico, con passione e rispetto. Tutti la chiamavano “scienziata”, ma chi l’ha incontrata sapeva che era molto di più: una donna capace di unire gli uomini agli animali, ricordando a ciascuno che facciamo tutti parte della stessa casa.
Negli ultimi anni si definiva “un’eterna ottimista”, convinta che ogni piccolo gesto potesse cambiare qualcosa.
Oggi la sua voce si è spenta, ma la sua eredità no. Jane ci ha insegnato che osservare con rispetto è il primo passo per amare davvero, e che gli animali, se li ascolti, hanno molto da dirci.
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