Salva un cervo ma lui l’attacca e la uccide: la donna stava cercando di addomesticarlo
Un triste fatto di cronaca è avvenuto in Ohio dove una donna è stata uccisa dal cervo che stava cercando di addomesticare.

Una vicenda straziante e al tempo stesso un monito sulla natura indomita degli animali selvatici. Negli Stati Uniti, in Ohio, una donna di 64 anni ha perso la vita in seguito all’aggressione da parte del cervo che aveva amorevolmente salvato e che stava tentando di rendere domestico. La tragedia si è consumata il 15 settembre 2025, coinvolgendo Jodi Proger e l’animale che era diventato un membro della sua famiglia.
Donna di 64 anni attaccata e uccisa dal cervo che aveva salvato e stava allevando: il tragico avvenimento in Ohio
Il drammatico evento è avvenuto nella proprietà della signora Proger, nella località di Stewartsville, dove il cervo, un maschio adulto, era tenuto in un recinto. Le forze dell’ordine, precisamente gli agenti dell’ufficio dello sceriffo della contea di Belmont, sono intervenute il 15 novembre, in seguito a una richiesta di soccorso per un attacco animale. La segnalazione indicava che la 64enne era rimasta intrappolata all’interno del recinto con il cervo.

I familiari, accortisi della situazione di pericolo, avevano tentato disperatamente di salvare la donna prima dell’arrivo delle autorità, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. La situazione si è risolta nel modo più tragico: per interrompere l’aggressione e porre fine al pericolo, gli agenti sono stati costretti ad abbattere l’animale. Secondo le ricostruzioni fornite dallo sceriffo James Zusack e confermate dai contenuti pubblicati sui profili social della vittima, il cervo non era un ospite occasionale.
La donna lo aveva accolto in casa mesi prima, dopo averlo salvato da quella che ha definito “morte certa”. Lo aveva chiamato Wheezer e lo accudiva con affetto materno, trattandolo “come se fosse un figlio”. Le foto e i post sui social media mostravano l’insolita convivenza, inclusa una recente immagine del 31 ottobre dove il cervo era addirittura travestito per Halloween all’interno del salotto di casa.

L’episodio getta una luce cruciale sulla delicata e rischiosa interazione tra umani e fauna selvatica. Il cervo dalla coda bianca (Odocoileus virginianus) è una specie molto diffusa negli Stati Uniti. I maschi adulti possono raggiungere un peso considerevole, anche 150 chili, rendendo il rischio di lesioni gravissime in caso di scontro estremamente elevato.
Il caso di Jodi Proger e Wheezer dimostra in modo lampante che la vicinanza e le cure umane non riescono a cancellare la natura profonda di una specie selvatica. A differenza degli animali domestici, che hanno attraversato secoli di selezione evolutiva per la convivenza con l’uomo, gli animali selvatici conservano intatti i loro istinti, comportamenti e necessità originari.

Gli animali selvatici non possiedono un codice di comunicazione con l’uomo paragonabile a quello delle specie domestiche. L’essere umano non è in grado di comprendere appieno o di rispondere adeguatamente ai loro segnali e bisogni. L’addomesticamento di un singolo individuo selvatico (a differenza della domesticazione di un’intera specie) agisce solo superficialmente sulle abitudini.
Anche un animale apparentemente mansueto o collaborativo, come probabilmente era Wheezer, mantiene una reattività istintiva che può manifestarsi in modo improvviso e letale, specialmente quando è esposto a stimoli ambientali non naturali o stressanti. Tentare di addomesticare un animale selvatico, pur mosso dalle migliori intenzioni, è un atto intrinsecamente pericoloso che espone a esiti potenzialmente fatali sia l’uomo che l’animale coinvolto. (di Elisabetta Guglielmi)
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