Addio nausea spaziale: la realtà virtuale batte i farmaci, lo dice la scienza
Durante il ritorno sulla Terra, molti astronauti affrontano una sensazione sgradevole: la nausea da rientro, o sindrome da adattamento spaziale. Dopo settimane o mesi in microgravità, il cervello deve riabituarsi a un mondo dove “esiste il basso”, e questo passaggio non sempre è indolore. Circa la metà degli astronauti sperimenta disorientamento e vertigini, che possono diventare pericolosi se servono riflessi pronti per uscire rapidamente dalla capsula o affrontare emergenze. Fino a oggi, l’unico rimedio sono stati i farmaci anti-nausea, utili ma con effetti collaterali indesiderati come la sonnolenza e la riduzione dell’attenzione.
Ora un nuovo studio apre una strada diversa: quella della realtà virtuale. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto che i visori VR possono ridurre del 50–80% gli episodi di nausea legati al movimento, e senza alcuna pillola.
In sostanza si cerca di offrire al cervello un contesto visivo coerente con ciò che il corpo percepisce. In condizioni di microgravità, o durante un atterraggio mosso nell’oceano, il sistema vestibolare dell’orecchio interno invia segnali confusi al cervello, che non riesce a capire se il corpo stia muovendosi o meno. È lo stesso principio che fa venire il mal d’auto o il mal di mare: un conflitto tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo.
CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




