Alluvione, dal fango è fiorita la solidarietà
Un volontario all’opera a LentateL’impegno di Caritas ambrosiana non si è fatto attendere dopo gli allagamenti dello scorso 22 settembre, quando il maltempo ha provocato l’esondazione del Seveso. L’evento, considerato uno dei più gravi dopo quelli del 2014 e del 2023, ha causato molti danni a diverse strutture ecclesiali, come oratori e residenze per anziani, ritrovatesi nel giro di poche ore completamente inondate dall’acqua. Come nel caso della parrocchia di Lentate. «Solo quando ho visto la ferrovia allagata e gli elicotteri dei vigili del fuoco mi sono reso conto della gravità della situazione – ha spiegato il parroco don Marcello Grassi -. Ho subito chiamato il sindaco e gli ho detto: “Noi come parrocchia ci muoviamo con Caritas ambrosiana per venire incontro, diteci di che cosa c’è bisogno”».
Una Chiesa che resta accanto
Da questo primo appello si è innescata la macchina dei volontari, con richieste di aiuto via social e l’impegno dei giovani dell’oratorio, che per giorni hanno spalato fango, svuotato case e ascoltato storie di chi aveva perso tutto. «Molti mi hanno detto che non erano mai venuti in chiesa – racconta il sacerdote -, ma senza il nostro aiuto e quello di Caritas ambrosiana, che ha consegnato deumidificatori, reti, materassi e quanto era necessario per ridare dignità a chi ha perso tutto, non avrebbero saputo dove sbattere la testa. È il segno di una Chiesa che resta accanto, anche quando tutto sembra perduto».
Generosità impressionante
Anche nel quartiere di Niguarda, a Milano, il Seveso ha invaso i locali dell’oratorio di Prato Centenaro per la seconda volta nel giro di tre anni. «Ero lì per lavori di manutenzione quando ho visto l’acqua salire – racconta Mauro Cargnel, volontario dell’oratorio -. In un’ora gli operai sono dovuti scappare e nel pomeriggio era completamente sott’acqua». Cargnel non era a conoscenza della preparazione tecnica di Caritas ambrosiana a questi eventi, già decisiva nella ripresa delle attività: «Grazie ai macchinari per la pulizia e la deumidificazione, oggi la palestra e la sala multifunzionale “Beretta Molla” sono già pronte per le ultime operazioni di sanificazione. Non so come avremmo fatto senza di loro e le centinaia di ragazzi, che fin dal giorno dopo l’allagamento, sono venuti spontaneamente per aiutare a ripulire, fino a diventare più di trecento nel corso del fine settimana. È stato commovente vedere universitari e giovani che non conoscevamo lavorare insieme, con una generosità impressionante».
A Meda, l’acqua ha colpito anche la Fondazione Giuseppe Besana, una onlus che con una Rsa e un centro diurno si occupa da più di sessant’anni delle persone più anziane e fragili. Il piano interrato di quasi 1.200 metri quadri è stato completamente allagato e tutti i locali sono ancora inutilizzabili. «Dal 22 settembre – spiega Annamaria Colombo, presidente della Fondazione – abbiamo dovuto esternalizzare i servizi di ristorazione e lavanderia, senza contare i danni agli impianti elettrici e di riscaldamento». Ma proprio in questo mare di fango per la Fondazione è fiorita la solidarietà di tanti, presentatisi senza neppure chiederlo. «Per me è stata l’occasione per conoscere l’attività di Caritas ambrosiana, da cui ho percepito fin da subito l’attenzione di chi è abituato a stare accanto agli altri nelle difficoltà. Ci hanno ascoltato e aiutato a trovare le soluzioni ai nostri problemi».
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