Che tu ci creda o no le esperienze di pre morte sono una consolazione per chi sta vivendo un lutto

Novembre 16, 2025 - 22:00
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Che tu ci creda o no le esperienze di pre morte sono una consolazione per chi sta vivendo un lutto
elisa origi

Anche per chi non ha una fede religiosa, sapere che qualcuno ha «visto qualcosa» in uno stato di pre-morte può essere una forma di consolazione. È attorno a questa suggestione che si è sviluppata la puntata andata in onda venerdì scorso del podcast radiofonico Chi l’avrebbe mai detto, trasmissione di Radio Materia condotta da Orlando Mastrillo.

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Tema dell’episodio sono state le esperienze di pre-morte (NDE – Near Death Experiences), raccontate attraverso una testimonianza diretta e una riflessione a più voci. Ospite della puntata Elisa Origi, autrice del libro Il battito periodico delle palpebre, nato da una ricerca personale e dalla necessità di elaborare il lutto per la morte del padre. Giornalista di formazione e inizialmente scettica, Origi ha scelto un approccio documentato, basandosi su fonti mediche e scientifiche, ma senza rinunciare alla dimensione emotiva e personale.

Un racconto che nasce dal bisogno di capire

Il libro nasce da un racconto ascoltato: quello di un’amica che ha vissuto un’esperienza di pre-morte. Una testimonianza che ha aperto la porta a un percorso di indagine e di scrittura, che si è rivelato trasformativo per l’autrice. «Volevo capire, non semplicemente credere», spiega Origi, che ha inteso il lavoro come una forma di medicina narrativa, un esercizio di autoconsolazione e anche una possibile risorsa per chi attraversa un lutto.

Accanto a lei, nella trasmissione, anche l’attore Luciano Cefariello, che accompagna l’autrice nelle presentazioni del libro con letture teatrali e riflessioni personali. La sua presenza ha portato in puntata anche il punto di vista di chi, partito da una posizione distante, ha scoperto quanto queste tematiche possano rivelarsi toccanti anche per chi non ha esperienze dirette o convinzioni religiose.

Parlare della morte per dare senso alla vita

Uno dei punti centrali della conversazione è stato il valore del dialogo sulla morte e sull’oltrevita. «Parlare della morte non significa evocare la fine, ma interrogarsi sul significato dell’esistenza», afferma Mastrillo durante la puntata. Le NDE, in questo senso, diventano uno spunto per riorganizzare la percezione della vita e del sé: non solo corpo, ma anche e soprattutto spirito.

Questo approccio può spostare la percezione dell’aldilà da un atto di fede a una “coscienza della certezza”. Lo dimostra la testimonianza finale della puntata: una telefonata a sorpresa a Francesca, protagonista dell’esperienza raccontata nel libro, che afferma con convinzione: «Non credo che ci sia qualcosa, so che c’è». Un’affermazione che segna un passaggio interiore profondo, da una spiritualità ipotizzata a una realtà esperita.

Un tema ancora tabù, ma profondamente necessario

Il dialogo intorno alla morte resta ancora oggi un tabù sociale, spesso evitato o rimosso. Eppure, come sottolinea l’autrice, c’è un forte bisogno collettivo di affrontare il lutto, di condividerlo, di riconoscerlo. In questo senso, il libro e il podcast diventano strumenti di consapevolezza e confronto.

Il medico Piero Calvi-Parisetti, più volte citato durante la trasmissione, sostiene che conoscere le NDE può avere un effetto consolatorio profondo, soprattutto per chi sta affrontando una perdita. Un effetto che può avvenire anche solo ascoltando una storia, come nel caso di Elisa Origi o di Luciano Cefariello, e che dimostra quanto questi racconti possano cambiare il nostro sguardo sulle cose.

Più domande che risposte

Non è un percorso dogmatico, quello proposto dalla trasmissione. L’obiettivo, come chiarisce l’autrice, non è fornire risposte, ma aprire spazi di domanda: interrogarsi, ascoltare, elaborare. Perché «animare le domande – dice Origi – è già un modo per cominciare a rispondere».

 

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Redazione Redazione Eventi e News