Come 5.000 lobbisti dei fossili hanno rovinato il pianeta
Cosa succede quando i giganti che inquinano di più si intromettono nelle riunioni per salvare il clima? Una nuova ricerca esclusiva svela un dato scioccante sui principali vertici mondiali sul clima, chiamati COP. Le COP sono gli incontri annuali delle Nazioni Unite dove i Paesi si ritrovano per negoziare e decidere come affrontare la crisi climatica, e di cui si terrà un nuovo appuntamento a breve, in Brasile. L'obiettivo principale, stabilito con l'accordo di Parigi del 2015, è limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Ma l'azione per il clima è insufficiente, mentre il mondo vede un aumento delle catastrofi meteorologiche estreme. Il motivo, secondo le analisi gli esperti, è che questi vertici sono stati invasi da oltre 5.000 lobbisti dei combustibili fossili, cosa che genera un conflitto di interessi a dir poco gigantesco.
Ma chi sono effettivamente i lobbisti? Sono sostanzialmente dei rappresentanti pagati per promuovere gli interessi specifici di un settore. In questo caso, difendevano le industrie del petrolio, del gas e del carbone che sono i principali responsabili del collasso climatico. Questi circa 5.350 lobbisti hanno potuto muoversi liberamente tra i leader mondiali e i negoziatori climatici negli ultimi quattro anni (dalla COP26 alla COP29) per seguire i propri interessi: essi lavoravano per almeno 859 organizzazioni, incluse 180 compagnie coinvolte nell'estrazione e distribuzione del petrolio e del gas.
Nella fattispecie, il gruppo di attivisti chiamato Kick Big Polluters Out ha rivelato che solo 90 delle corporation che hanno mandato i loro lobbisti alle COP sono responsabili di più della metà (il 57%) di tutto il petrolio e gas prodotto l'anno scorso. Inoltre, queste stesse 90 aziende stanno progettando quasi i due terzi (63%) dei nuovi progetti di estrazione.
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