Comincia il “tour delle capitali” di Costa: incontrerà i 27 leader Ue in tre settimane

Agosto 30, 2025 - 11:00
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Comincia il “tour delle capitali” di Costa: incontrerà i 27 leader Ue in tre settimane

Bruxelles – Ha preso il via il tour delle capitali del presidente del Consiglio europeo, António Costa. Un viaggio attraverso il continente che lo porterà nelle prossime tre settimane a visitare le cancellerie di tutti gli Stati membri per sondare l’umore politico dei governi al rientro dalla pausa estiva, soprattutto sui temi più scottanti dell’attualità comunitaria e globale.

Il Tour des capitales, com’è stato battezzato, dovrebbe servire a raccogliere le prospettive dei capi di Stato e di governo dei Ventisette con l’obiettivo di tastare il terreno in vista dei prossimi vertici europei e internazionali che António Costa dovrà presiedere di qui alla fine dell’anno. Si parte col Consiglio europeo informale del primo ottobre (organizzato a Copenaghen dalla presidenza danese dell’Ue), cui seguiranno quelli formali del 23-24 ottobre e del 18-19 dicembre a Bruxelles passando, il 2 ottobre, per il summit della Comunità politica europea (anch’esso a Copenaghen).

L’8 e 9 novembre si terrà poi il summit Ue-Celac in Colombia, tra i Ventisette e i membri della Comunità degli Stati latino-americani e caraibici (co-presieduto insieme al presidente colombiano Gustavo Petro), mentre il 24 e 25 sarà il turno del summit Ue-Ua con l’Unione africana in Angola, co-presieduto da Costa e dal padrone di casa João Lourenço. Sempre a livello multilaterale, il presidente del Consiglio europeo parteciperà anche all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in calendario a New York per il 23-29 settembre, e alla Cop30 in Brasile tra il 10 e il 21 novembre.

Antonio Costa
Il presidente del Consiglio europeo, António Costa (foto: Consiglio europeo)

“Queste conversazioni contribuiranno a definire la nostra agenda comune per i prossimi mesi”, ha dichiarato Costa, sottolineando come il suo dovere sia quello di “ascoltare e comprendere le priorità di tutti i leader” e di “costruire il consenso” tra i Ventisette. È stata “un’estate movimentata e difficile“, nota un funzionario europeo. Il dialogo costante coi leader, a maggior ragione se faccia a faccia, è dunque fondamentale: “Il tour delle capitali arriva mentre il mondo cambia a velocità incredibile e noi dobbiamo reagire“, chiosa la stessa fonte. In effetti, i fronti caldi – anzi bollenti – non hanno fatto che moltiplicarsi negli ultimi mesi, e in molti casi l’Ue sta facendo fatica a trovare il suo spazio.

Sull’Ucraina, ad esempio. Mentre l’amministrazione a stelle e strisce approva nuovi aiuti militari per Kiev del valore di 825 milioni di dollari, l’Europa è alle prese col 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca e non riesce a trovare la quadra sulle garanzie di sicurezza con cui il Vecchio continente dovrebbe monitorare un’eventuale tregua delle ostilità (“non sono ancora state definite in modo completo”, ammette il funzionario). Del resto, dopo l’improvvisa accelerata di metà agosto le trattative sembrano essersi nuovamente impantanate.

Peraltro, una componente importante di tali garanzie dovrebbe essere l’ingresso di Kiev nel club a dodici stelle. Da tempo Bruxelles ha designato l’allargamento come priorità geostrategica, ma c’è uno Stato membro – l’Ungheria di Viktor Orbán – che continua a mettersi di traverso e bloccare tutto, dai negoziati di adesione agli aiuti per l’Ucraina, fino alle sanzioni sul Cremlino.

Quando si recherà a Budapest, Costa cercherà di sbloccare l’impasse, contando anche sulle pressioni che l’inquilino della Casa Bianca starebbe esercitando sul premier magiaro. Le premesse non sono delle migliori, considerato che quest’ultimo si è addirittura sfilato dalla condanna (redatta dall’Alta rappresentante Kaja Kallas e sottoscritta dalle altre 26 cancellerie) contro l’attacco di ieri notte su Kiev in cui è rimasta danneggiata anche la sede della delegazione Ue.

Viktor Orbán
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán (foto: Leon Neal/Afp)

Un altro punto delicato dell’agenda europea è il Medio Oriente. “Non siamo riusciti a raggiungere l’unanimità e nemmeno la maggioranza qualificata su diversi dossier”, riconosce il funzionario, e “l’Ue dovrebbe essere capace di agire di fronte all’uso sproporzionato della forza da parte di Israele”. Ma al momento “non c’è un accordo totale” – come evidenziato plasticamente dalla mancata decisione sulla sospensione parziale dei fondi Horizon+ per Tel Aviv – anche se, dice, va comunque rilevata una “evoluzione” nella posizione dei leader.

Quanto al nodo del commercio, il piatto principale è senza dubbio quello dei dazi statunitensi. Per il funzionario Ue, l’accordo stipulato con Washington è “ben lungi dall’ideale“, certo, ma pur sempre “il migliore che potessimo ottenere”. Nella lettura del Consiglio europeo, la risposta di Bruxelles è stata “intelligente e razionale“, e ora i Ventisette si aspettano che il nuovo quadro venga “rispettato e implementato da entrambe le parti” in modo da garantire stabilità e prevedibilità.

Insomma, Costa avrà bisogno di tutta l’unità che riuscirà a tirar fuori dalle cancellerie. E non solo sulla politica estera, ma anche per l’agenda domestica dell’Unione. Ad esempio, l’ex premier portoghese punta ad uscire dal vertice informale di inizio ottobre con un’idea più chiara delle posizioni dei Ventisette sulla difesa, così da mettersi subito al lavoro sulla roadmap per il 2030 – che il Berlaymont dovrebbe produrre nelle settimane successive – e sfruttare il Consiglio europeo di fine mese per fornire un indirizzo politico più preciso.

Stesso dicasi per i negoziati sul prossimo bilancio comunitario (2028-2034): siamo ancora all’inizio, è vero, ma Costa intende “ascoltare le reazioni delle capitali alla proposta della Commissione, stilare un calendario indicativo e metterlo in agenda del vertice di dicembre“, conferma il funzionario. L’obiettivo, ambizioso, è di “raggiungere una conclusione entro la fine del 2026“.

Il tour di Costa è cominciato lo scorso 27 agosto a Bruxelles, dove ha incontrato il primo ministro belga Bart De Wever. La tappa successiva, prevista per lunedì prossimo (primo settembre), è la Slovenia: il presidente del Consiglio europeo parteciperà il giorno stesso al forum di Bled sul digitale, per vedere il giorno successivo il premier Robert Golob a Lubiana.

Lo stesso giorno, Costa si recherà a Zagabria per un colloquio col primo ministro croato Andrej Plenković, mentre il 3 settembre incontrerà il cancelliere austriaco Christian Stocker a Vienna. Il 4 settembre sarà il turno del presidente romeno Nicușor Dan a Bucarest e del premier bulgaro Rossen Jeliazkov. Costa chiuderà la prima parte del suo tour in Cechia e nei Paesi Bassi, dove visiterà i capi dei rispettivi governi Petr FialaDick Schoof. La “scaletta” dettagliata verrà resa nota di settimana in settimana.

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