Cronos The New Dawn Anteprima – Gamescom 2025


Con la pubblicazione di Silent Hill 2 Remake, Bloober Team si è guadagnato un posto nel firmamento degli studi che contano, dimostrando di poter eseguire il tanto agognato salto di qualità, abbandonando una concezione del survival horror che iniziava ad apparire piuttosto stantia.
Ora, tuttavia, è necessario confermarsi e farlo con un progetto completamente proprio. Cronos The New Dawn è proprio questo: un titolo che sprizza l'identità del team polacco da tutti i pori e vuole rappresentarne la consacrazione. Siamo volati a Colonia per provarlo con mano, già attratti da premesse piuttosto solide e da un'estetica all'apparenza promettente.
Al centro della vicenda, infatti, vi è una Polonia in frantumi, sconvolta da un terribile cataclisma chiamato semplicemente "The Change". Tra le macerie degli edifici in stile brutalista una viaggiatrice errante cerca varchi nel tempo per tornare indietro e salvare coloro che perirono nella catastrofe, ma ogni anima risparmiata dalla mattanza è un fardello che grava sulla sua psiche e la spinge verso la follia.
Un'altra rivelazione da parte del team ci aveva colpito durante l'annuncio, rappresentando uno dei punti di maggiore interesse della produzione. Le "anomalie": i nemici che incontreremo durante il titolo, qualora non bruciate immediatamente sono capaci di fondersi generando via via mostruosità più grandi e pericolose e modificando il livello di sfida in maniera sempre diversa.
Finalmente abbiamo potuto soddisfare la nostra curiosità sia con una lunga sessione di prova in attesa della recensione completa sia mediante un intervista al team di sviluppo. Ed ecco a voi ciò che abbiamo scoperto immergendoci, pad alla mano, nel terribile incubo retrofuturistico di Bloober Team.
Il mondo di Cronos The New Dawn
Appena si è schiuso il portellone della capsula, utilizzata dalla nostra protagonista per raggiungere il distretto di Nowa Huta, dinanzi a noi è apparso uno scenario di terribile quiete. Un mondo sospeso, una terra solcata da ombre e pullulante di storie interrotte, parole mai dette, troncate in un filo di voce.
È ironico che in un quartiere costruito a Cracovia per celebrare l'utopia sovietica si consumino i germi dell'apocalisse. Quando giungiamo nella Polonia in rovina non sappiamo granché del cataclisma artefice di tale scenario, né invero conosciamo con precisione il carattere della nostra missione.
Ciò che ci accoglie è una solitudine totale, una strada lastricata dall'eredità di coloro che ci hanno preceduti e hanno fallito. Cronos The New Dawn non nasconde le sue grandi ispirazioni in termini artistici e crea un inferno di cemento e lamiere che ora accenna a Mosca e ora a Parigi, una landa di voragini e immensi palazzi in frantumi.
Facendoci strada attraverso l'incubo di Bloober Team abbiamo visto solo una porzione minuscola delle ambientazioni del titolo, ma, sebbene nel contesto poco ideale dell'illuminatissimo booth dello studio, ci siamo sentiti come asfissiati dall'atmosfera del gioco, quella di una speranza spezzata che forse un tempo fu fulgida.
Grande importanza è data ai rimasugli di vita quotidiana che popolano un quartiere che era nato per alloggiare gli operai delle grandi fabbriche circostanti, testimonianza di quanto subitanea sia stata la catastrofe. Ogni documento racconta di fili strappati, uomini e donne comuni trasportati nei meandri della fine del mondo.
La seconda grande colonna portante dell'art design di Cronos è un brutalismo tinto d'influssi industriali, ognuno mutato in chiave futuristica, certamente, ma ancora pienamente sovietico. Vi è una forte volontà di mostrare una tecnologia distante dai soliti canoni del sci-fi, non minimalista e perfetta, ma contraddistinta da una pesantezza terribile, da un senso come di profonda fatica.
La cura ci è sembrata maniacale, nei portelloni d'acciaio scuro, nelle stanze perdute come bolle di un'epoca passata, nell'armatura della nostra protagonista, un involucro che sembra un macigno, difende ma rallenta, protegge dalla minaccia delle anomalie ma strangola la natura umana e spersonalizza il singolo.
Attraverso Nowa Huta
Nei circa trenta minuti che abbiamo speso all'interno dell'opera di Bloober Team abbiamo avuto modo di scoprire alcune delle coordinate chiave del level design allestito dal team polacco. In questo ambito l'eredità di Silent Hill 2 Remake è estremamente manifesta, con tutta una serie di soluzioni comparse nella riedizione del capolavoro del 2001 che si ritrovano anche in Cronos.
Abbiamo ad esempio alcune fessure all'interno dei muri, necessarie per raggiungere stanze altrimenti inaccessibili da cui poi rientrare nei corridoi principali, aprendo porte sigillate dall'interno, abbiamo i consueti carrelli da muovere per svelare nuove vie e abbiamo anche una distribuzione piuttosto simile di aree obbligatorie e strade secondarie ove trovare munizioni e cure.
Non sappiamo, tuttavia, se ricompariranno quegli enigmi totalizzanti che tanto hanno contraddistinto l'incubo di James Sunderland, con la manciata di portoni sbarrati e di corridoi interrotti che hanno richiesto ben poco tempo per essere sorpassati, senza imbastire le lunghe catene di risoluzioni, onnipresenti nella città avvolta dalla nebbia.
D'altronde, il maggior focus di Cronos The New Dawn è il combattimento contro le spaventose anomalie che popolano le rovine di Nowa Huta. Nella demo da noi provata abbiamo avuto accesso solamente alla pistola iniziale e al lanciafiamme, l'una necessaria ad abbattere i nemici, l'altro a bruciarli ed evitare che possano fondersi.
Le anomalie, infatti, qualora ignorate sono in grado di mescolarsi dando vita ad un nemico ancora più coriaceo e dotato delle peculiarità di entrambe le aberrazioni che lo hanno originato. Tale meccanica dovrebbe avere importanza focale all'interno del backtracking, facendo sì che nessuna area sia mai del tutto sicura e che nuove minacce possano apparire in ogni momento.
Fortunatamente a tali nemici più coriacei la nostra protagonista può rispondere con notevole potenza di fuoco. L'arma a noi assegnata, infatti, possiede anche la capacità di sparare un brutale colpo caricato, che assesta danni estremamente elevati ai nemici, sprecando lo stesso quantitativo di munizioni di un attacco classico.
La dimensione strategica generata da tale sistema non deve essere affatto sottovalutata. Da una parte massimizzare il danno costringe a sprecare molto tempo e permette ai nemici di avvicinarsi, dall'altra può risparmiare quantitativi elevatissimi di risorse, fondamentale in un titolo che appartiene al genere dei survival horror.
A rendere la scelta tra l'uno e l'altro colpo ancora più complessa è l'impossibilità di mantenere l'attacco caricato in canna per un tempo indefinito. Per tali ragioni una colta pronto il proiettile viene sparato e se il nemico riesce a nascondersi dietro un ostacolo o compie un movimento repentino rischia di andare a vuoto.
In Cronos, inoltre, il tempo è vitale in quanto, a causa della pesantezza della sua armatura, la protagonista non è in grado di schivare, né sembra capace di bloccare gli attacchi del nemico. Da ciò scaturisce che una volta messi all'angolo non si possa far nulla se non venire travolti e presto soverchiati.
Tale natura del gameplay del titolo è, invero, un'arma a doppio taglio. Da una parte eleva la tensione, mantiene la componente orrorifica nonostante la presenza di un arsenale ben diverso da quello di James e rappresenta quella sana dose di "legnosità" riscontrabile in molti dei survival horror più influenti della storia.
D'altro canto rischia di porre il giocatore in situazioni senza via d'uscita, ove l'unico modo di sfuggire all'avversario è sperare che l'intelligenza artificiale abbia un singhiozzo e ci consenta di sgattaiolarle a fianco. Spogliare la nostra eroina di qualsivoglia meccanica difensiva esporrà a tutta una serie di combattimenti farraginosi e non è detto che la frizione così generata invece di aumentare la tensione non si riveli soltanto fastidiosa.
Abbiamo, infine, il lanciafiamme, necessario per ardere i cadaveri delle anomalie così da liberarsene definitivamente e per eliminare alcuni ostacoli ambientali che precludono l'accesso ad aree nuove. L'utilizzo di tale arma nella parte del gioco disponibile presso la fiera di Colonia non è stato particolarmente frequente ma immaginiamo aumenterà sensibilmente nelle fasi avanzate.
Altra aggiunta interessante è quella del crafting, per ora molto limitato, che imita una delle meccaniche già presenti in Resident Evil 7 e Village. Per produrre le munizioni e le cure, infatti, bisogna usare il medesimo materiale, costringendo, in molteplici frangenti, a scegliere se risanare il proprio personaggio o mantenere le armi cariche.
Conclusione
Cronos The New Dawn è un viaggio affascinante, privo della sottigliezza psicologica di Silent Hill 2 in quanto sviluppato per lanciare un grido lancinante come lo sferragliare di una vecchia fabbrica. È un gioco di silenzi assordanti, di vite sospese, un manifesto stilistico di alto livello dove Bloober Team vuole finalmente esibire le proprie radici.
La lezione del capolavoro di Konami è stata certamente appresa, e si osserva la maturità raggiunta dal team nel confrontarsi con una pietra miliare del genere horror. Le ambizioni, tuttavia, non si fermano alla mera narrativa ma plasmano un comparto ludico dal notevole potenziale per quanto estremamente complesso da realizzare alla perfezione.
Il provato ci lascia grandi speranze ma anche enormi dubbi. Quanto complesso sarà il level design? Quanto saranno strutturati gli enigmi? Riuscirà il gameplay a funzionare nonostante le limitazioni o cadrà sotto il peso delle stesse? Fortunatamente non bisognerà aspettare troppo per avere le risposte con l'uscita pianificata già per il 5 Settembre.
Nowa Huta ci ha catturato e trascinato nei meandri del suo inferno, dove il realismo sovietico incontra il caos dell'apocalisse. Il distretto ha come un fascino magnetico, un'attrattiva lugubre e malinconica. Ora non ci resta che aspettare qualche giorno perché il dramma di Bloober Team si schiuda dinanzi ai nostri occhi.
Qui per la scheda di Cronos The New Dawn
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