Da Versace a Dior e Maison Margiela, da Julia Roberts a Alba Rohrwacher e Cate Blanchett

Settembre 1, 2025 - 22:31
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Da Versace a Dior e Maison Margiela, da Julia Roberts a Alba Rohrwacher e Cate Blanchett

Nel 2025 la moda ha vissuto il suo più grande “gioco delle sedie” degli ultimi anni. Il banco di prova, per ora, non sono state le passerelle internazionali, bensì i red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 82. Qui le nuove direzioni creative hanno scelto il cinema come megafono, trasformando le première e i photocall del Festival di Venezia 2025 in un’anteprima, molto concreta, di come cambieranno le Maison.

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Dalla prima couture di Jonathan Anderson per Dior ai debutti (o quasi) firmati Dario Vitale per Versace e Louise Trotter per Bottega Veneta, fino alla virata celebrity-driven di Maison Margiela, il Lido cambia look. Gli indizi della moda che verrà? Sono tutti cuciti negli abiti del Festival.

Dior e Versace: debutti Couture a Venezia 82

Venezia è stata il palcoscenico del primo abito Haute Couture firmato da Jonathan Anderson per Dior. Alba Rohrwacher ha scelto un lungo blu con drappeggi sul busto e costruzione sui fianchi che richiama silhouette settecentesche con un pannier “a vista” rivisitato.. Un debutto fuori calendario che chiarisce il vocabolario: rigore storico con un twist contemporaneo. Nello stesso quadrante, Andrew Garfield è apparso in Dior (tailoring azzurro con camicia a righe e cravatta), mentre Monica Barbaro ha optato per un custom Dior coordinato sul tappeto rosso di After the Hunt.

Da sinistra: Amanda Seyfried e Julia Roberts in Versace by Dario Vitale.

Alla medesima première, Julia Roberts ha sancito il debutto pubblico di Dario Vitale alla guida di Versace: prima in daywear composto da blazer blu, righe e denim, un look ripreso nei giorni successivi da Amanda Seyfried. Poi in un abito crepe de chine navy con damier (stoffa a scacchi) ricamato a mano, firmato Atelier Versace. Due apparizioni che impostano un Versace più essenziale, vicino all’archivio, ma ben radicato nel presente e nei trend che lo scandiscono.

seconda serata Festival di Venezia 2025

La prima couture di Jonathan Anderson per Dior: un abito blu drappeggiato con pannier rivisitato per Alba Rohrwacher. ANSA/ETTORE FERRARI

Bottega Veneta by Louise Trotter: il glamour asciutto che funziona fuori e dentro il red carpet

Jacob Elordi fa da manifesto del nuovo Bottega Veneta: sul red carpet di Frankenstein ha catturato i flash indossando uno smoking in grain de poudre con giacca doppiopetto rilassata, camicia immacolata, papillon, stringate e i suoi immancabili occhiali da sole. Cool e senza sforzo. Agli arrivi e in conferenza, il look Bottega si fa ancora più disinvolto: camicia candine, jeans ampi, dettagli ridotti all’osso, gioielli Cartier e mocassini.

In smoking grain de poudre firmato Bottega Veneta sul red carpet di Frankenstein.

A consolidare la traiettoria anticipata già a Cannes da Juliette Moore (che indossò un abito monospalla disegnato dalla nuova direttrice), ci ha pensato anche l’abito da sera a cappa di Vicky Krieps, nuova brand ambassador del marchio. Sartorialità tattile, materiali densi e una sexiness trattenuta che non ha bisogno di urlare sono gli strumenti scelti dalla nuova direttrice Louise Trotter per la scalata al successo.

I nuovi volti (e look) di Maison Margiela e Chanel

Se Dior e Bottega hanno mostrato il lato più calibrato della couture e del tailoring, il colpo di teatro è arrivato con Maison Margiela. Sul tappeto rosso del Lido, Cate Blanchett ha incarnato la svolta di Glenn Martens con un abito couture con top lineare e una gonna sfrangiata e sfilacciata ad arte, sinonimo di teatralità materica.

In Maison Margiela couture by Glenn Martens, la diva australiana firma una delle svolte più teatrali del Festival. ANSA/ETTORE FERRARI

Giorni prima, Ayo Edebiri ha conquistato tutti con un Chanel rosso rubino, senza spalline e ruffled, che dialogava con la classicità del brand ma ne rinnovava l’appeal da vecchia Hollywood. In netto contrasto, ma sempre Chanel, Tilda Swinton ha scelto un design più sobrio. Con blusa di crêpe bianca e gonna in mikado nero, dietro cui si nascondono 250 ore d’atelier per ottenere un effetto “effortless”. E sebbene non sia stato dichiarato se gli abiti sono stati disegnati proprio dal nuovo direttore creativo Matthieu Blazy, il cambio di rotta, anche nella scelta delle star stesse, è evidente. È l’inizio di una nuova era.

Ayo Edebiri in Chanel al Festival di Venezia 2025. ANSA/ETTORE FERRARI

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Redazione Redazione Eventi e News