De Guindos, dalla BCE nuove pressioni all’Italia sul MES: “Non possiamo aspettare la prossima crisi”

Ottobre 15, 2025 - 18:00
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De Guindos, dalla BCE nuove pressioni all’Italia sul MES: “Non possiamo aspettare la prossima crisi”

Bruxelles – L’Italia, che già in più occasioni ha ricevuto pressioni per ratificare il trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità, riceve un altro, ennesimo, richiamo. Stavolta è il vice presidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, a insistere. Interviene alla conferenza sui dieci anni del Meccanismo di risoluzione unico (SRM) per le banche in difficoltà, dove offre una panoramica di quello che è stato e soprattutto di ciò che ancora non è.

L’unione bancaria rimane incompleta, in un momento in cui l’UE deve difendere i suoi valori fondamentali e i suoi interessi”, sottolinea in numero due della BCE.Non possiamo aspettare la prossima crisi per procedere verso il rafforzamento del progetto europeo“, il messaggio al pubblico che è un ammonimento per il governo Meloni e la maggioranza di governo, che continuano a non ratificare il trattato come previsto da accordo risalente a gennaio 2021. “Sebbene il Fondo di Risoluzione Unico sia pronto, il suo sostegno, che sarà fornito dal Meccanismo Europeo di Stabilità, è ancora mancante”, sottolinea De Guindos, che quindi affonda il nuovo colpo a Meloni e alleati: “Se vogliamo essere preparati alle crisi bancarie, questa lacuna deve essere colmata finalizzando la ratifica del Trattato MES riformato“.

De Guindos: “Imprevedibilità durerà anni, integrazione finanziaria diventa urgente”

In base agli accordi politici presi dai membri dell’eurozona, dall’1 gennaio 2022 il fondo salva-Stati ESM avrebbe dovuto iniziare a fornire denaro al Fondo di risoluzione unico, istituito per ristrutturare o liquidare le banche in difficoltà, senza gravare sui cittadini. Questo contributo di liquidità (noto come ‘backstop’, o paracadute finanziario) dovrebbe essere pari all’1 per cento di tutti i depositi presenti nelle banche europee che partecipano allo strumento di risoluzione delle crisi, per un ammontare complessivo pari a circa 80 miliardi. Con la riforma del MES, l’organismo inter-governativo verrebbe in soccorso dello Stato membro su richiesta, con prestito di denaro a condizioni più severe e rigorose. E’ questo il nodo politico che ha impedito fin qui all’attuale governo di tenere fede agli accordi presi dai precedenti governi, tenendo in ostaggio tutti i partner.

Certo, per completare l’Unione bancaria non serve solo la ratifica del MES. C’è anche la questione dello schema europeo sui depositi (EDIS) ancora da risolvere, ancora tutta in sospeso, necessaria quanto il nuovo mandato per il Meccanismo europeo di stabilità. “Queste questioni sono sul tavolo da molto tempo ormai“, lamenta De Guindos, che torna a chiedere quel cambio di rotta, in Italia e non solo, necessario per mettere davvero in sicurezza l’Europa da un punto di vista di stabilità finanziaria..

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia