Disumanità, propaganda e omertà: il progetto Albania è un flop
Ieri il segretario di Più Europa Riccardo Magi, i parlamentari del Partito democratico Matteo Orfini e Rachele Scarpa e le associazioni del Tavolo Asilo e immigrazione hanno effettuato una visita a sorpresa nel centro migranti di Gjadër, in Albania.
Al momento in teoria i centri realizzati in Albania hanno una capienza complessiva imponente: 880 posti nel centro di trattenimento per richiedenti asilo, 144 posti nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e 20 posti nel penitenziario. A un anno di distanza, la struttura di Shëngjin è quasi sempre vuota e nel centro di Gjadër, nella sezione CPR, sono trattenute circa venticinque persone. Ad agosto di quest’anno la Corte di Giustizia europea ha emesso una sentenza che ha ribaltato le tesi del governo italiano sui Paesi sicuri, incrinando di fatto in profondità la legittimità del progetto Italia-Albania.
Tornando alla visita di ieri sono stati effettuati colloqui individuali con gli ‘ospiti’ del Cpr. “E’ una situazione folle” ha commentato Magi al termine del sopralluogo. “Il posto è tenuto al minimo del funzionamento solo per dimostrare che ‘fun-zio-na’” ha proseguito il parlamentare facendo il verso alla premier. “Dall’inizio, dall’apertura hanno transitato in totale qui poco più di 200 persone. Eppure nel 2024 la premier Meloni aveva annunciato che nel centro di Gjader ‘partiamo da più di mille posti attualmente, che arriveranno ai 3mila previsti dal protocollo’. Il modello è chiaramente fallito” ha proseguito Magi. I 25 migranti presenti nel centro in detenzione amministrativa provengono soprattutto da Marocco, Algeria, Senegal ma anche Siria, Turchia e Bangladesh. Magi ci spiega che il “60-70% di loro vengono riportati in Italia per mancata convalida del trattenimento, una piccola parte dei restanti riportati per non idoneità perché viene fuori dopo un po’ che non sono idonei alla detenzione amministrativa e i rimanenti trasferiti in Italia per rimpatri”.
Tante le storie che questi uomini hanno raccontato ai parlamentari ieri in visita. “C’è il ragazzo algerino preso in mare e portato in Sardegna e poi dal centro di Macomer qui in Albania. Non ha mai visto l’Europa da uomo libero”. Poi “il ragazzo marocchino che lavora da anni in Italia come muratore in nero fermato a Gallarate. Aveva aderito alla sanatoria 2020 pensata durante il Covid per far emergere il lavoro sommerso, ma la persona per cui lavorava non gli ha fatto il contratto da domestico come aveva promesso”. Un “ultimo gruppo è arrivato dal cpr di Torino qualche giorno fa. Insomma sono casi diversissimi e non c’è un criterio con cui sono stati portati qui se non quello di dimostrare che il centro funziona. Arrivano una decina di persone in media ogni due settimane da diversi Cpr con profili diversissimi”. “Molti di loro ci hanno raccontato di assumere psicofarmaci come il Rivotril e Tavor. Glieli darebbero per farli stare calmi ci hanno detto. Come succede purtroppo anche nei Cpr sul suolo italiano”. Si registrano, come emerso dal registro degli eventi critici, ha proseguito Magi nel suo racconto, “diversi atti di autolesionismo: recentemente un recluso ha ingerito delle lamette, un altro ha tentato di uccidersi impiccandosi”. E infine “ci sono più agenti di polizia, carabinieri, guardia di Finanza che detenuti”.
L’onorevole Scarpa invece ci racconta che “mancano sempre documenti scritti che attestano i motivi del trasferimento in Albania. Ricordiamo che il provvedimento della Cassazione del 29 maggio rivolto alla CGUE ha sollevato dubbi di compatibilità dell’uso di centri d’oltre Adriatico con le direttive di procedura e rimpatri. E invece qui il centro ha continuato a rimanere attivo con trasferimenti illegittimi. Le giornate qui trascorrono prive di senso. Non ci sono attività, nessun accesso ad un telefono cellulare. Solo da poco sono state installate delle tv nei moduli detentivi ma prendono male e non possono essere guardate stando stesi sul letto”.
Tutto questo per Scarpa “dimostra il fallimento di questo sistema che continua ad esistere in violazione del diritto dell’Unione Europea. Il governo continua con la sua narrazione sperando che nel 2026 la situazioni cambi ma intanto quello che avviene qui rimane lontano dalla verifica dei cittadini. Perciò ci siamo recati qui oggi (ieri, ndr), per dimostrare che tutto questo progetto non ha funzionato”. Ha concluso Matteo Orfini: “siamo dinanzi ad una grande operazione di propaganda” caratterizzata anche dal “un velo di omertà” in quanto “seppur nella massima collaborazione gli agenti presenti e l’ente gestore non diffondono dati su nulla. Né sul numero dei rimpatri, né sui trasferimenti, né sulle mancate convalide. Certo poi tutto si può ricostruire tramite il registro degli eventi e gli accessi agli atti ma non si comprende questo atteggiamento da parte del Viminale”.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




