Bonus mamme 2025: i requisiti spiegati dall'INPS

Ottobre 30, 2025 - 11:00
 0
Bonus mamme 2025: i requisiti spiegati dall'INPS

lentepubblica.it

Con la circolare 139/2025, l’INPS ha illustrato nel dettaglio le modalità di accesso e le regole operative del “Nuovo bonus mamme”, un’agevolazione economica introdotta dal decreto-legge n. 95 del 30 giugno 2025 e successivamente convertita nella legge n. 118 dell’8 agosto.


Si tratta di un contributo destinato alle lavoratrici madri, dipendenti o autonome, con due o più figli, pensato per sostenere la genitorialità e integrare il reddito familiare nel corso del 2025.

Un aiuto temporaneo in attesa dell’esonero contributivo dal 2026

Il nuovo incentivo nasce come misura ponte in vista dell’esonero contributivo totale previsto a partire dal 2026 per le madri con più figli. La legge di Bilancio 2025 aveva infatti programmato un’agevolazione sui contributi previdenziali per le donne lavoratrici con due o più figli, successivamente rinviata all’anno successivo. Per non lasciare scoperto il 2025, il governo ha introdotto un contributo temporaneo, erogato dall’INPS, pari a 40 euro mensili per ogni mese di attività lavorativa svolta nell’anno.

Il bonus, pur con importo contenuto, mira a riconoscere concretamente il ruolo delle madri lavoratrici, conciliando occupazione e responsabilità familiari in un periodo economico segnato da rincari e perdita di potere d’acquisto.

Chi può richiederlo: i requisiti principali

Il beneficio è destinato a due categorie di lavoratrici:

  1. Madri con due figli, il più piccolo dei quali di età inferiore a dieci anni.

  2. Madri con tre o più figli, purché il più giovane non abbia ancora compiuto diciotto anni.

Sono inclusi anche i figli adottivi e quelli in affidamento preadottivo. Il requisito legato al numero e all’età dei figli deve essere soddisfatto entro il 31 dicembre 2025: ciò significa che anche le donne che partoriranno o adotteranno un secondo o terzo figlio durante l’anno potranno beneficiare del contributo a partire dal mese in cui maturano le condizioni previste.

Il bonus è riservato alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico o privato, escluse le collaboratrici domestiche, e alle lavoratrici autonome iscritte a forme di previdenza obbligatorie, comprese le casse professionali e la Gestione separata. Restano escluse le titolari di sole cariche sociali e le imprenditrici non iscritte all’INPS o ad altri enti previdenziali.

Per le madri con tre o più figli, la misura non si applica nei mesi in cui è in corso un contratto di lavoro a tempo indeterminato. In questi casi, infatti, la lavoratrice potrà usufruire, fino al 2026, dell’esonero totale dei contributi previdenziali previsto dalla legge di Bilancio 2024.

Limite di reddito e durata del beneficio

Per ottenere l’integrazione è necessario che il reddito da lavoro complessivo del 2025 non superi i 40.000 euro lordi annui. L’INPS precisa che l’agevolazione spetta solo per i mesi in cui il rapporto di lavoro o l’attività autonoma risulta effettivamente attiva.

Nel caso delle lavoratrici autonome, il diritto è riconosciuto per i mesi di iscrizione alla propria gestione previdenziale o per i periodi di effettiva attività nel corso dell’anno.

Il contributo è pari a 40 euro per ogni mese o frazione di mese di lavoro e verrà corrisposto in un’unica soluzione nel mese di dicembre 2025. Se la domanda sarà presentata troppo a ridosso della fine dell’anno, il pagamento potrà slittare a febbraio 2026, ma sempre entro i termini fissati dalla circolare.

Esempi pratici: quando spetta e quando no

L’INPS fornisce nella circolare diverse casistiche per chiarire il funzionamento della misura.

Una madre con due figli, di cui il minore compie dieci anni a settembre, riceverà il contributo per i mesi da gennaio a settembre 2025.

Una lavoratrice con tre figli, il più piccolo dei quali raggiunge la maggiore età a novembre, avrà diritto al bonus fino a quel mese.

Nel caso di una madre che partorisca il secondo figlio ad aprile, il diritto scatterà da quel mese in poi.

Diversamente, una madre di tre figli con contratto a tempo indeterminato non potrà accedere al bonus, ma potrà invece usufruire dell’esonero contributivo integrale previsto fino al 2026.

Come presentare la domanda

L’erogazione non è automatica: occorre presentare domanda all’INPS.

Il servizio è disponibile sul portale istituzionale dell’ente, tramite SPID, CIE o CNS; in alternativa, è possibile rivolgersi al Contact Center INPS o agli istituti di patronato.

Il termine generale per la presentazione è di 40 giorni dalla pubblicazione della circolare, mentre chi maturerà i requisiti più avanti potrà fare domanda entro il 31 gennaio 2026.

Le richiedenti dovranno compilare un’autodichiarazione ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, attestando la presenza dei requisiti familiari, lavorativi e reddituali richiesti.

Tra i dati obbligatori figurano le generalità dei figli, le date di nascita e i codici fiscali. In mancanza di questi ultimi, è necessario allegare la documentazione che dimostri la filiazione o l’affidamento, con diverse modalità a seconda del Paese di provenienza della lavoratrice.

Il pagamento potrà essere accreditato su conto corrente con IBAN, anche estero (area SEPA), oppure tramite bonifico domiciliato. Tutti gli IBAN saranno verificati attraverso il Sistema Unico di Gestione IBAN (SUGI) dell’INPS.

Controlli e sanzioni

Come previsto dalla normativa sulle dichiarazioni sostitutive, l’INPS effettuerà verifiche sia nella fase di istruttoria sia dopo l’erogazione del beneficio.

In caso di dichiarazioni false o documentazione non veritiera, la lavoratrice perderà il diritto al bonus e dovrà restituire le somme indebitamente percepite, oltre a essere segnalata all’autorità giudiziaria per le eventuali sanzioni penali.

Trattamento fiscale e ISEE

Il “Nuovo bonus mamme” non è soggetto a tassazione né incide sull’indicatore ISEE. Ciò significa che il contributo non viene conteggiato ai fini del reddito complessivo e non modifica la posizione economica del nucleo familiare in eventuali richieste di altre prestazioni sociali.

Coperture e contabilità

Per il 2025 la misura è finanziata con 480 milioni di euro, di cui 300 milioni provenienti da risorse interne e 180 milioni da ulteriori stanziamenti previsti dal decreto-legge. L’onere sarà contabilizzato a carico dello Stato all’interno della Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali, con procedure di pagamento accentrate e controlli specifici sui flussi finanziari.

Bonus mamme: i requisiti spiegati dall’INPS nella Circolare 139/2025

Qui il documento completo.

The post Bonus mamme 2025: i requisiti spiegati dall'INPS appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News