Materie prime critiche, l’allarme di Anie: “Filiere fragili, rischi per elettronica ed elettrotecnica”

Ottobre 30, 2025 - 09:30
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Materie prime critiche, l’allarme di Anie: “Filiere fragili, rischi per elettronica ed elettrotecnica”

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Materie prime critiche, l’allarme di Anie: “Filiere fragili, rischi per elettronica ed elettrotecnica”



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Anie lancia l’allarme: 60 miliardi di euro di produzione tecnologica italiana esposta per la dipendenza da materie prime critiche. Mentre l’Europa fissa obiettivi di autonomia e l’Italia avvia il piano minerario, le aziende chiedono con urgenza incentivi stabili e procedure semplificate per potenziare l’economia circolare e la sicurezza negli approvvigionamenti.

Pubblicato il 29 ott 2025



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Un piano nazionale, sostegno alle PMI e una svolta sull’economia circolare: sono queste le richieste della Federazione Anie per tutelare le aziende dell’elettronica e dell’elettrotecnica davanti alla dipendenza dell’Italia e dell’UE nel campo delle materie prime critiche, materiali ad alto contenuto tecnologico difficilmente sostituibili.

Un ambito su cui l’Europa e l’Italia si stanno già muovendo: la prima con il Reg. 2024/1252/UE sulle materie prime critiche; la seconda con il Programma nazionale di esplorazione mineraria, affidato al Servizio Geologico d’Italia dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Approvato recentemente, il Piano intende mappare e valorizzare le risorse minerarie del Paese, attrarre investimenti e ridurre la dipendenza esterna attraverso 14 progetti già attivi e un investimento iniziale di 3,5 milioni di euro.

Preoccupati dalle difficoltà di approvvigionamento, le aziende Anie chiedono tuttavia un quadro normativo coerente e meccanismi fiscali per accelerare nel passaggio all’economia circolare e ridurre queste dipendenze strategiche.

Materie prime critiche: l’approccio europeo verso l’autonomia strategica

Le recenti crisi globali – dalla pandemia ai conflitti internazionali – hanno messo a nudo la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento industriali.

Le risorse strategiche – come litio, rame e terre rare – sono oggi concentrate in pochi Paesi, in particolare Cina e Repubblica Democratica del Congo, rendendo l’intera transizione energetica e digitale europea più fragile.

L’Europa si è già mossa per ridurre questa dipendenza strategica: la Commissione Europea ha infatti presentato il Reg. 2024/1252/UE sulle materie prime critiche che punta a garantire l’autonomia strategica nelle materie prime critiche con obiettivi chiari da raggiungere entro il 2030:

  • estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche (MPC) all’interno dell’UE;
  • raffinarne il 40% sul territorio europeo;
  • riciclarne al minimo il 15%.

Le strategie delle aziende italiane

In Italia le materie prime critiche contribuiscono alla produzione industriale delle imprese tecnologiche che Anie rappresenta per oltre 60 miliardi di Euro, rendendo il sistema manifatturiero particolarmente esposto ai rischi geopolitici.

Le aziende italiane, nel frattempo, non sono rimaste passive: molte hanno già messo in campo soluzioni concrete per, almeno, contenere i rischi di approvvigionamento.

Secondo un’indagine realizzata da The European House – Ambrosetti e Anie Confindustria, nell’ambito dello studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, le imprese del settore elettrotecnico ed elettronico stanno reagendo in modo proattivo: circa il 70% degli associati Anie ha adottato la diversificazione dei mercati di fornitura; il 49% ha investito nel potenziamento dei magazzini e nella gestione strategica delle scorte; il 38% ha avviato un percorso di revisione di prodotti o processi produttivi.

Dalle tecnologie digitali al riciclo avanzato, le imprese stanno costruendo supply chain più intelligenti e sicure. Le principali azioni in questo quadro includono:

  • uso di tecnologie predittive e modelli digital twin per ottimizzare la logistica;
  • collaborazioni verticali con i fornitori (58%) per attività di ricerca e sviluppo;
  • ricerca di materiali alternativi meno esposti ai rischi geopolitici;
  • recupero di materiali da scarti industriali e prodotti dismessi;
  • investimenti in impianti di riciclo avanzato, anche in collaborazione con enti locali e università

L’imperativo dell’economia circolare per ridurre la dipendenza nelle materie prime critiche

Per Anie la transizione verso un modello più circolare non è solo un imperativo ambientale, ma una risposta concreta alla scarsità di risorse critiche.

L’economia circolare può ridurre drasticamente la dipendenza dall’estero, ma per essere efficace servono incentivi stabili, anche per le PMI e procedure semplificate per le attività di recupero.

È fondamentale, inoltre, la creazione di un mercato europeo delle materie prime seconde, sostenuto da un quadro normativo coerente e da meccanismi fiscali premiali che favoriscano il recupero delle materie critiche rispetto all’uso di risorse vergini, incentivando così la circolarità lungo l’intera filiera.

Accanto all’energia una criticità strategica spesso sottovalutata riguarda le materie prime non energetiche, sempre più difficili da reperire, ma essenziali per i processi industriali avanzati.

Secondo i dati raccolti tra gli associati Anie il 55,6% delle imprese ha difficoltà strutturali nel reperirle e oltre il 60% è preoccupato per la dipendenza dall’estero di metalli industriali quali rame e alluminio, litio.

I dati evidenziano inoltre che il 58% delle aziende Anie ha avuto problemi con l’approvvigionamento di componentistica elettronica e circa il 40% si dichiara preoccupato per la dipendenza dall’estero per la fornitura di componentistica e tecnologie avanzate.

Materie prime critiche, le richieste degli associati Anie per ridurre le dipendenze

Le aziende italiane dell’elettrotecnica e dell’elettronica sono pronte a fare la loro parte, ma chiedono con forza un quadro normativo e finanziario che consenta di tradurre le strategie in azioni concrete e strutturali.

Tra le principali proposte:

  • incentivi alla diversificazione e al reshoring di componenti strategici;
  • snellimento delle autorizzazioni per riciclo ed estrazione;
  • investimenti in ricerca su materiali alternativi e tecnologie circolari;
  • stipula di accordi industriali con Paesi strategici per gli approvvigionamenti;
  • strumenti finanziari dedicati alle PMI per rafforzare la loro presenza nelle nuove filiere resilienti

“Non possiamo più permetterci di dipendere da filiere fragili concentrate in poche aree del mondo”, dichiara Filippo Girardi, Presidente Anie Confindustria.

“Il settore elettrotecnico ed elettronico è pronto a fare la sua parte e accogliamo con favore l’approvazione del Programma nazionale di esplorazione mineraria come primo passo importante. Ma è fondamentale che le istituzioni sostengano questo sforzo con politiche industriali coraggiose, investimenti nella transizione circolare e strumenti concreti per rafforzare l’autonomia tecnologica del Paese”, aggiunge.

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