Entro il 2029 serviranno 4 milioni di lavoratori green: tra i più richiesti gli operai specializzati nel settore costruzioni

Novembre 8, 2025 - 11:00
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Entro il 2029 serviranno 4 milioni di lavoratori green: tra i più richiesti gli operai specializzati nel settore costruzioni

La transizione verde sta già offrendo e ancor di più offrirà nei prossimi anni importanti occasioni occupazionali. Da qui al 2029 serviranno 4 milioni di lavoratori con competenze green. Guardando ancor più nel dettaglio, sebbene queste competenze siano trasversali, alcune figure professionali vedranno una domanda particolarmente elevata spesso in sinergia con le attività del Pnrr, ma non solo. Il mercato richiederà in particolare operai specializzati nel settore costruzioni (124-148 mila), per la riqualificazione energetica degli edifici e la bioedilizia; specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie (105-114 mila), per la finanza verde, la gestione della sostenibilità aziendale (Esg) e la rendicontazione non finanziaria;  tecnici in campo ingegneristico (59-72 mila), per installazione, manutenzione e monitoraggio ambientale;  ingegneri (51-59 mila), per efficienza energetica, economia circolare e progettazione sostenibile; chimici (19,6-17,6), per nuovi ingressi nelle industrie.

A delineare il quadro e fornire questa previsione sono stati oggi i partecipanti al convegno “Green Jobs, capitale del futuro”, un tavolo nazionale su professioni e competenze per la sostenibilità organizzato a Rimini dal progetto “Green Jobs & Skills” di Ecomondo-Ieg, in collaborazione con Unioncamere e Asvis. Durante l’evento, sono stati presentati i dati del sistema informativo Unioncamere-Excelsior, basati sul Report previsivo unioncamere - ministero del Lavoro e delle politiche sociali (2025-2029), che delineano l’impatto della doppia transizione, ecologica e digitale, sul futuro dell’occupazione in Italia.  L’analisi delinea un fabbisogno complessivo di 4 milioni di lavoratori con competenze green per il quinquennio 2025-2029, destinato a coinvolgere ben due terzi del fabbisogno occupazionale del Paese. Più nel dettaglio, la domanda delle imprese si concentra su tre aree di competenza distinte.

La prima e più diffusa richiesta riguarda in modo trasversale tutto il mercato del lavoro ed è una spiccata «attitudine green». Si tratta della sensibilità e capacità di ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienza e si esplica in concreto nel saper adottare soluzioni efficaci di risparmio energetico e di riduzione dell’impatto ambientale. Questa competenza di base sarà necessaria per circa 2,4 milioni di lavoratori, quasi due terzi del fabbisogno totale. Lungi dall’essere una caratteristica di nicchia, questo requisito coinvolge la maggior parte delle figure professionali: è considerata indispensabile per il 70% delle professioni tecniche e specializzate e per il 64% di operai e impiegati.

Oltre all’attitudine, si registra una forte domanda di profili con competenze tecniche specifiche per la gestione di prodotti e tecnologie green. Queste figure intermedie, circa 1,6 milioni di lavoratori, rappresentano il 43% del fabbisogno totale, con circa 759 mila unità (il 20% del totale) che dovranno possedere un livello elevato di queste specializzazioni. La richiesta è massima tra tecnici e specialisti, cruciale per settori come l’efficienza energetica, l’economia circolare e le energie rinnovabili.

La transizione ecologica è inestricabilmente legata a quella digitale. Circa 2,2 milioni di lavoratori (59% del fabbisogno) ai quali è richiesto di possedere competenze digitali di base. Cresce la domanda di e-skill mix, richiedendo a oltre 910 mila professionisti (25% del fabbisogno) di integrare almeno due competenze digitali avanzate come l’uso di Big Data e Intelligenza Artificiale per l’ottimizzazione degli impianti.

La principale sfida emersa dall’incontro di Rimini non è, quindi, la creazione di nuovi posti di lavoro, ma la carenza quali-quantitativa di risorse umane con le competenze adeguate. Questo disallineamento tra l’offerta formativa e la domanda delle aziende rischia di diventare un forte freno alla transizione ecologica del Paese. Per superare questo ostacolo dal convegno sono emerse alcune chiare indicazioni.

Alle imprese è stato chiesto di guardare oltre il solo investimento tecnologico, investendo in modo strategico sul capitale umano. Piani mirati di upskilling (aggiornamento delle competenze) e reskilling (riqualificazione) interni non sono più un’opzione, ma una leva fondamentale per garantire la competitività. Al sistema formativo (scuole, Its e Università) è stata chiesta un’accelerazione decisa per integrare stabilmente le tematiche green e digitali nei percorsi di studio. L’obiettivo è formare una nuova generazione di professionisti ibridi, capaci di unire competenze tecniche, digitali e di sostenibilità, figure di cui il mercato ha un bisogno urgente.

Infine, alle istituzioni, è stata fatta presente la necessità di semplificare e potenziare gli strumenti di politica attiva del lavoro per favorire l’incontro tra domanda e offerta, incentivando la formazione continua e specialistica.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia