Euro digitale, Cipollone prevede il lancio “a metà 2029”

Roma, 23 set. (askanews) – L’euro digitale dovrebbe diventare pienamente operativo per la metà del 2029. E’ la previsione di Piero Cipollone, il componente del Comitato esecutivo della Bce che ha la delega sui sistemi di pagamento, che durante la conferenza “Future of finance” organizzata da Bloomberg è tornato perorare la causa della creazione di una versione digitalizzata della valuta condivisa.
E’ una data prevista “tenendoci prudenti”, ha detto, data la necessità di effettuare un ingente lavoro di prova delle infrastrutture, prima del suo lancio completo (prima potranno esserci progetti “pilota”). E “dando per scontato che per la fine del prossimo anno la legislazione sia pronta”, ha precisato Cipollone.
Sull’iter legislativo, secondo l’esponente della Bce l’Ecofin che si è svolto venerdì e sabato a Copenhagen ha segnato un netto passo avanti da parte dei governi. La procedura legislativa avanza con più fatica al Parlamento europeo. I governi dovrebbero raggiungere una intesa entro fine anno. Ipotizzando che il Parlamento completi il suo dibattito per il primo trimestre del prossimo anno, la previsione che lo stesso Cipollone aveva fatto in precedenza di un accordo per la legge europea sull’euro digitale per il secondo trimestre sarebbe ancora valida, anche se tirata. “Se non sarà il secondo sarà il terzo trimestre”, ha detto.
In ogni caso, a ottobre il Consiglio direttivo della Bce dovrebbe comunque approvare il proseguimento del piano. Anche perché “finora non abbiamo registrato nessuna contrarietà” da parte di legislatori e governi, ha sostenuto Cipollone.
Va rimarcato, tuttavia, che in precedenza la Bce aveva affermato nero su bianco che la decisione di ottobre 2025 sul se lanciare la fase successiva del progetto sarebbe stata presa dal Consiglio “unicamente una volta che il processo legislativo Ue sarà stato completato”. O almeno questo veniva affernato in un documento nel giugno dello scorso anno.
L’istituzione monetaria di Francoforte, che su questo progetto si muove affiancata dalla Commissione Ue, non è l’unica a portare avanti l’ipotesi di una valuta digitale di banca centrale (Cbdc), ma sembra tra quelle ad aver più fretta. Diametralmente opposta la situazione negli Stati Uniti: qui infatti l’amministrazione Trump ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle altre agenzie federali di sviluppare Cbdc, additandole, in un ordine esecutivo del gennaio scorso, come “una minaccia alla stabilità finanziaria, al diritto alla riservatezza dei cittadini e alla stessa sovranità Usa”.
Gli Usa puntano piuttosto sulle stablecoin, una tipologia di criptoasset che cercano di offrire stabilità nel valore aggancaindosi ad un attivo sottostante, nel caso degli Usa il dollaro o titoli di Stato in dollari. Quasi specularmente nella Ue le stablecoin vengono viste generalmente con diffidenza, sia perché collegate al volatile e a volte opaco universo delle cripto, sia perché ritenute un mezzo che potrebbe essere utilizzato per entrare in competizione con la moneta sovrana dei Paesi Ue e in particolare dell’eurozona.
Cipollone è stato interpellato sul persistere di diffidenze tra il pubblico sull’euro digitale. “E’ totalmente normale che la gente possa essere scettica o che voglia semplicemente capire cosa succede – ha risposto -. Non sono stato sorpreso (delle resistenze), perché se tra noi banchieri centrali è uno sviluppo abbastanza naturale, questo concetto per la gente comune o per gli imprenditori è diverso. Hanno difficoltà a distinguere tra moneta di banca centrali e moneta commerciale. Quindi sta a noi spiegare e rassicurare e ridurre le preoccupazioni e le ansietà”.
“Ogni volta che fronteggi un cambiamento, devi essere pronto e fare i tuoi compiti. Pochi anni fa abbiamo iniziato sondare i pareri delle persone. La gente inizia a sapere di più del progetto e più ne sa più aumenta il sostegno. E la ragione di fondo è che gli europei amano il contraente. E dato che il l’euro digitale è una versione digitale del contante capiscono che stiamo cercando di portare i benefici del contante nelle nell’era digitale. Ovviamente ci stanno preoccupazioni sulla privacy che sono rilevanti, quindi dobbiamo costruire il progetto in modo che protegga il più possibile la privacy delle persone. In definitiva, la gente apprezza il fatto che ci siano tante opzioni per pagare e poi ci sta un attaccamento all’euro come moneta: la nostra moneta. E stiamo continuando lanciando questo messaggio – ha detto -: l’euro digitale è il contante del futuro”.
Quanto ad alcune previsioni che mettono in guardia dai costi rilevanti del piano, secondo Cipollone sono “esagerate”. Invece “è probabile che costi come previsto dalla Commissione europea, tra 2,8 e 5,4 miliardi: pensiamo che siamo in questa forchetta”.
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