Ex Ilva, rottura sindacati-Governo: sciopero di 24 ore

Novembre 19, 2025 - 04:51
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Ex Ilva, rottura sindacati-Governo: sciopero di 24 ore

Rottura tra governo e sindacati sull’Ex Ilva dopo l’incontro a Palazzo Chigi: sciopero di 24 ore a partire da mercoledì 19 novembre. Il confronto di circa quattro ore, si è concentrato sul piano del governo per Acciaierie d’Italia, che prevede il passaggio in cassa integrazione di altri 1.550 lavoratori, portando il totale a 6.000 dal prossimo gennaio. I sindacati, duramente contrari alla proposta, hanno chiesto il ritiro immediato del piano, alimentando il conflitto con l’esecutivo e optando poi lo sciopero.

La nota di Palazzo Chigi

“Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi fra Governo e organizzazioni sindacali sull’ex Ilva, l’Esecutivo ha chiarito che non ci sarà un’estensione ulteriore della Cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo. In alternativa, saranno individuati adeguati percorsi di formazione in favore dei lavoratori, anche per coloro già in Cassa integrazione. La formazione servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green”. Lo comunica Palazzo Chigi in una nota.

Il governo ha confermato, inoltre, “piena volontà di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti per mettere in sicurezza i lavoratori e in prospettiva aumentare la capacità produttiva”, facendo poi il punto “sullo stato delle trattative per la vendita del Gruppo” e manifestando “la propria disponibilità a tenere aperto il confronto”.

La riunione, sottolinea la nota, è stata presieduta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e per il governo hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e per il PNRR, Tommaso Foti, e il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Da remoto hanno preso parte anche rappresentanti delle Regioni Puglia, Liguria e Piemonte.

Per i sindacati, erano presenti i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Hanno partecipato all’incontro, inoltre, i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.

Fiom: “Domani sciopero”

“Abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la premier Meloni. Ci hanno risposto di no e noi abbiamo deciso, ovviamente, di dichiarare sciopero a partire dalla giornata di domani”. Così il leader della Fiom, Michele De Palma, parlando con i giornalisti dopo il tavolo a Palazzo Chigi tra governo, sindacati e commissari di Acciaierie d’Italia sull’Ex Ilva.

Al centro dell’incontro durato circa quattro ore, iniziato nel primo pomeriggio e che ha visto anche una sospensione di circa un’ora, il piano presentato dal governo la scorsa settimana, che prevede tra le altre cose il passaggio in cig di altri 1.550 lavoratori (per un totale di 6mila) da gennaio, piano di cui i sindacati hanno chiesto il ritiro.

Palombella (Uilm), abbiamo rotto, da 1 marzo tutti stabilimenti chiusi

“Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da subito, da domani, con assemblee su tutti i luoghi di lavoro perché i nostri dubbi sull’incontro precedente sono diventati delle certezze, la realtà. Dal primo di marzo non ci saranno più i 6mila lavoratori da loro richiesti in cassa integrazione, ma la totalità dei lavoratori. Loro non hanno saputo dirci cosa succederà dopo il primo marzo. Questo significa una cassa integrazione per gestire in modo indolore gli ultimi mesi, e dal primo marzo si chiudono definitivamente tutti gli stabilimenti, con tutti i lavoratori in cassa integrazione”. Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, parlando con i giornalisti dopo il tavolo a Palazzo Chigi tra governo, sindacati e commissari di Acciaierie d’Italia sull’Ex Ilva.

“Abbiamo provato a dire: sospendete, è un disastro, succederà la fine del mondo nel momento in cui voi manterrete questa posizione. Si sono riservati un’ora di verifiche, sono ritornati ed hanno detto che avrebbero utilizzato i 1.500 lavoratori che partirebbero da subito in cassa integrazione per fare la formazione. Per che cosa? Per quale finalità? Ovviamente, era solo un modo per dirci di no. E noi ovviamente abbiamo deciso di programmare le iniziative di lotta”. Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, parlando con i giornalisti dopo il tavolo a Palazzo Chigi tra governo, sindacati e commissari di Acciaierie d’Italia sull’Ex Ilva, conclusosi con la rottura tra le parti e la proclamazione dello sciopero di 24 ore per domani da parte dei sindacati.

“Si assumeranno una grande responsabilità: mettere sul lastrico più di 10mila lavoratori sociali, dopo anni di sofferenza, con tutta una serie di iniziative che loro hanno voluto prendere, ma alla fine il re è nudo. Purtroppo hanno scaricato interi territori e sono fuggiti dalla loro responsabilità”, ha aggiunto Palombella. “Noi su questo abbiamo deciso di non demordere e di dichiarare tutte le iniziative necessarie affinchè si possa modificare questa sciagurata idea che porta alla chiusura dell’Ilva e all’abbandono di qualsiasi forme di risanamento ambientale. Danno all’ambiente, alle persone, all’economia, all’intero Paese: è mancato il senso di responsabilità da parte del governo e delle istituzioni”, ha aggiunto il leader della Uilm. 

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