Francia. Macron pronto a riconoscere la Palestina

Giugno 9, 2025 - 07:00
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Francia. Macron pronto a riconoscere la Palestina

di Giuseppe Gagliano –

Emmanuel Macron sembra pronto a giocare una delle carte più ardite della sua presidenza in politica estera: la possibile riconoscenza ufficiale di uno Stato palestinese. Una mossa che potrebbe rimescolare non solo gli equilibri in Medio Oriente, ma anche ridefinire la postura internazionale della Francia. Non si tratta più di dichiarazioni o vaghi auspici: l’annuncio potrebbe arrivare già nel corso della conferenza franco-saudita di New York, prevista tra il 17 e il 20 giugno 2025. E già il solo ventilare l’ipotesi ha fatto infuriare Israele.
Parigi insiste su una formula che viene da lontano: due Stati, sicurezza per Israele, dignità per i palestinesi. Il progetto prevede il rilancio di una dinamica onusiana, sostenuta da una sinergia strategica con Riyad. Un’iniziativa che intende marginalizzare il radicalismo di Hamas e offrire un canale diplomatico alternativo. Ma per Israele, tutto questo ha il sapore amaro della delegittimazione. Il rappresentante israeliano in Francia, Joshua Zarka, ha tuonato contro l’approccio «unilaterale» francese, accusando l’Eliseo di voler «premiare il terrorismo». Il tono non è da linguaggio diplomatico, ma da crisi aperta.
A gettare benzina sul fuoco arriva anche il caso del veliero “Madleen”, partito per Gaza con a bordo attivisti di primo piano, tra cui Greta Thunberg e Rima Hassan. Il suo obiettivo: consegnare aiuti umanitari e denunciare l’assedio israeliano. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo: l’imbarcazione ha dovuto soccorrere migranti sudanesi in mare, accrescendo i timori di un possibile intervento militare israeliano. La marina di Tel Aviv si è detta “pronta a difendere le proprie acque territoriali”. Un modo per dire che non esiterà a bloccare o attaccare.
In questo clima rovente, l’Eliseo si ritrova in una posizione inedita: da partner storico di Israele a promotore attivo di una linea autonoma, filo-palestinese e potenzialmente divisiva. A questo si aggiungono le critiche francesi alla guerra a Gaza e alla politica di colonizzazione in Cisgiordania, che hanno già logorato i rapporti bilaterali. Non è un caso che l’ambasciata israeliana a Parigi sia diventata, negli ultimi mesi, un osservatorio di crisi permanente.
La scommessa di Macron è chiara: prendere l’iniziativa in un dossier paralizzato da decenni, riconoscendo lo Stato palestinese per rilanciare un processo politico che tutti, a parole, dicono di volere. Ma le conseguenze possono essere devastanti: Israele teme un effetto domino tra gli Stati europei, mentre gli Stati Uniti osservano con prudenza. Parigi nel frattempo rischia l’isolamento se non riuscirà a portare con sé almeno parte dell’Europa.
Va detto che dei 138 paesi che riconoscono oggi la Palestina è riconosciuta da 13 Paesi dell’Unione Europea su 27: Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Irlanda, Malta, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
È l’eterno paradosso della politica francese in Medio Oriente: oscillare tra ambizione gaullista e realismo geopolitico, tra la vocazione di mediatore e i limiti imposti dagli alleati e dai rapporti di forza. Oggi tuttavia Macron sembra deciso a rompere gli schemi. Ma il prezzo, ancora una volta, lo pagheranno le popolazioni sul campo, strette tra diplomazie che si confrontano, milizie che si moltiplicano e un conflitto che continua ad allargarsi senza fine.
La domanda è semplice: il riconoscimento dello Stato palestinese è davvero il primo passo verso la pace o l’ennesima miccia accesa in un deposito già saturo di polvere da sparo?

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Redazione Redazione Eventi e News