Gaza, il centrodestra in Regione boccia l’ordine del giorno per agevolare la missione di Music for Peace

Genova. Nonostante la fragile tregua a Gaza, il conflitto in Medio Oriente continua a tenere banco nelle aule politiche della Liguria. Oggi è stato bocciato in consiglio regionale un ordine del giorno proposto da Stefano Giordano (M5s) e firmato da tutti i capigruppo di minoranza che impegnava la giunta Bucci a proporre un confronto col governo per tutelare i cittadini italiani impegnati in missioni umanitarie internazionali e per autorizzare definitivamente l’arrivo nella Striscia di Gaza del materiale partito da Genova e donato dai cittadini tramite Music for Peace, attualmente fermo in Giordania.
A nulla è servito eliminare il riferimento originario alla Global Sumud Flotilla e tutte le premesse che citavano tra l’altro l’intervento “con modalità violente e coercitive” dell’esercito israeliano per fermare gli attivisti. Per l’assessore Massimo Nicolò, intervenuto a nome della giunta, si trattava di un ordine del giorno “superato dai fatti”. Secondo Angelo Vaccarezza (Forza Italia) la Flotilla è stata una “operazione di marketing” e quegli aiuti erano “un favore a Hamas”. Lilli Lauro (Fratelli d’Italia) ha accusato: “Non erano volontari, erano attivisti politici che cercavano di danneggiare il lavoro della diplomazia internazionale e della premier Meloni“.
“È un dato di fatto riportato da tutti i giornali, persino da quelli di destra: in Palestina, migliaia di cittadini inermi sono vittime innocenti di fame, sete e mancanza di cure. Nonostante la verità sia sotto gli occhi di tutti, nella Striscia di Gaza non arrivano gli aiuti umanitari”, ha commentato il proponente Stefano Giordano, stigmatizzando le risposte “surreali” del centrodestra. “Oggi, respingendo il nostro ordine del giorno nonostante l’avessimo emendato, in aula è stata scritta l’ennesima pagina vergognosa”, ha aggiunto.
“Che la Giunta e la maggioranza ritengano che l’emergenza umanitaria a Gaza sia archiviata – dichiara il capogruppo del Pd in Regione Armando Sanna – è una ricostruzione semplicemente falsa. Un’altra brutta pagina scritta da questa maggioranza di destra. Ad oggi a Gaza, purtroppo, continuano a morire civili, soprattutto bambini, continuano a non arrivare cibo, medicinali, generi di prima necessità”. “La polemica che questa destra strumentalmente ha voluto sollevare è surreale: l’ennesima scusa per arroccarsi sulle proprie ideologie confermandosi pretestuosa e lontana dalla realtà”.
“È falso dire che gli aiuti umanitari siano arrivati nella Striscia di Gaza ed è falso che le ragioni di questa iniziativa siano superate – ribadiscono Selena Candia e Jan Casella, capogruppo e consigliere di Avs -. I generi di prima necessità, raccolti in un grande slancio di solidarietà a Genova e in tutte le province liguri, sono fermi in Giordania. Le persone hanno manifestato e hanno partecipato attivamente alla raccolta dei viveri perché vogliono aiutare una popolazione in difficoltà. I bambini palestinesi stanno morendo di fame, ancora adesso. Sono indispensabili tutti gli sforzi possibili della nostra Regione per fare entrare gli aiuti umanitari a Gaza, per fare mangiare i civili”.
“I molteplici blocchi istituzionali da parte del Governo e di Israele non permettono l’arrivo degli aiuti umanitari raccolti a Genova grazie a Music for Peace. Se è vero che noi, in quest’aula, siamo espressione della volontà popolare, ricordo alla maggioranza le piazze genovesi, che con decine di migliaia di manifestanti hanno chiaramente raccolto il grido di dolore dei palestinesi“, commenta infine il capogruppo della Lista Orlando Gianni Pastorino.
Gli altri provvedimenti
Nella stessa seduta del consiglio regionale è stata approvata all’unanimità (nonostante qualche polemica) una mozione per rinnovare i sentimenti di “stima, vicinanza e sostegno nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre”. Il riferimento è all’intervista di Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati, che aveva detto su di lei: “Non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità su quanto sta accadendo. C’è chiaramente un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida davanti a questa cosa”.
Respinta invece la proposta di Avs di “vigilare sul divieto di esportazione di armamenti verso Paesi coinvolti in conflitti armati o responsabili di violazioni dei diritti umani”. “Il nostro documento chiedeva di istituire un osservatorio permanente regionale sulle armi nei porti e sulla sicurezza dei lavoratori portuali, ideato da Weapon Watch. La legge nazionale 185 del 1990 vieta l’esportazione, l’importazione e il transito di materiali d’armamento verso paesi coinvolti in conflitti armati o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani – ha ricordato Candia -. Questa norma è perfettamente in linea con l’articolo 11 della nostra Costituzione, in cui l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Come possiamo conciliare questa affermazione con il silenzio di fronte al fatto che dai nostri porti salpino navi che trasportano missili e carri armati destinati a zone di conflitto?”.
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