Geotermia, Belém e la mission impossible dei negazionisti: è online la nuova puntata del podcast di Greenreport

Novembre 10, 2025 - 21:30
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Geotermia, Belém e la mission impossible dei negazionisti: è online la nuova puntata del podcast di Greenreport

«In questi giorni a Belem in Brasile c’è la conferenza sul clima: sarà un flop come la precedente o ci sarà un sussulto?». Apre così Maurizio Izzo la nuova puntata del podcast “La settimana di Greenreport”. «Noi seguiremo la trentesima conferenza sul clima – prosegue il direttore responsabile del nostro giornale – e proviamo anche a essere ottimisti, ma è veramente difficile come ci ricorda Erasmo d’Angelis, che sulle nostre pagine ricostruisce la storia di questa assise internazionale».

Eppure – viene sottolineato proseguendo nella selezione delle principali notizie che abbiamo pubblicato la scorsa settimana – nascondere la verità è ormai una mission impossible anche per i più incalliti negazionisti. Ogni anno viene certificato come l'anno più caldo da quando si misurano temperature atmosferiche e delle acque marine e oceaniche. Nel 2024 è stata superata, per la prima volta, anche la soglia critica di +1,5°C, quel limite che dieci anni fa la COP di Parigi indicava come «invalicabile» a fine secolo. Oggi, le temperature viaggiano inesorabilmente verso gradi di calore oltre i limiti. «A meno di colpi di scena, che auspichiamo di cuore – chiosa Izzio – anche Belém rischia di essere archiviata tra le conferenze più tristi e inconcludenti. Da Belém ci aspettiamo un sussulto, uno scossone contro ogni anacronistico negazionismo, il riavvio di una speranza. Speriamolo, e aggrappiamoci a questa prospettiva».

Tra l’altro, aggiunge il direttore responsabile di Greenreport, chi partecipa alla conferenza di Belém ma soprattutto chi ha scelto di non esserci dovrebbe leggere il rapporto delle Nazioni Unite sulle temperature globale e su cosa stiamo facendo per ridurle. Il rapporto nota che nel corso di questo secolo la temperatura globale è diminuita solo leggermente rispetto alle previsioni dell’accordo di Parigi. Se quello che è stato fatto è tutto qui non basta a invertire la tendenza.

E poi: se toccasse a noi prendere le scelte che determinano la salute del pianeta come ci comporteremmo? È più o meno quello che hanno sperimentato un migliaio di ricercatori che hanno partecipato a un gioco, che poi tanto gioco non è. Ce lo raccontano Matteo Motterlini e Simone Iaffaldano. Per passare dall’intenzione all’azione, dicono, dati e grafici non bastano: servono esperienze che ci facciano sentire il problema. «Il gioco simulato, grazie alla sua forza immersiva e alla possibilità di sperimentare in prima persona le conseguenze delle proprie scelte, si rivela un alleato prezioso – sottolinea Izzo – Io lo farei volentieri.

Altra segnalazione di questa puntata del podcast: «Per chi segue greenreport da tempo sa che abbiamo un debole per la geotermia. Per questo abbiamo seguito volentieri i lavori del congresso che si è tenuto a Zurigo con oltre 1.400 partecipanti. In Europa c’è chi crede a questa fonte energetica: esempi significativi provengono dalla Francia, dove reti di teleriscaldamento geotermico servono città importanti come Parigi; dalla Germania, con il caso di Monaco di Baviera; dalla vicina Austria, dove sono già stati perforati pozzi per alimentare il futuro sistema di teleriscaldamento di Vienna. Progetti analoghi sono in fase di sviluppo anche in Svizzera, dove sono già state completate le attività di esplorazione superficiale. Alla fine, rimane il rammarico, nota Paolo Barile, per un’Italia che continua a voltare le spalle a questa risorsa nazionale, rinunciando a un potenziale strategico di sviluppo e innovazione nel panorama energetico europeo».

L’ultima notizia da segnalare Izzo la introduce così: «Sarà capitato anche a voi di vedere in autostrada camion che trasportano rifiuti e chiedersi come sia possibile che si debba trasportare la nettezza da una città all’altra. Bene, sappiate che non è un caso isolato e che quei camion spesso non vanno da città a città ma da regione a regione e spesso da nord a sud, quando addirittura all’estero. Ce lo ricorda la relazione di Utilitalia con questi numeri: dei quasi 29 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti quasi 4 milioni non hanno trovato un impianto di smaltimento in prossimità e hanno dovuto intraprendere un viaggio. Principalmente dal centro sud verso il nord. Quanto costa tutto questo? Ecco i numeri: 140mila viaggi di camion, pari a 76 milioni di chilometri percorsi; ciò ha comportato l’emissione aggiuntiva di oltre 50.000 tonnellate di CO2 e 75 milioni di euro in più sulla Tari (il 90% dei quali a carico delle regioni del Centro-Sud). Solo nel 2022, oltretutto, l’Italia ha pagato circa 50 milioni di euro per multe dall’Ue per le inadempienze che sono state contestate sulla gestione dei rifiuti».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia