Il Comune cerca un consulente per le politiche LGBTQIA+: pubblicato l’avviso

Genova. Il Comune ha deciso di affidare a un consulente esterno lo sviluppo di un programma dedicato alla tutela della comunità LGBTQIA+, finalizzato a promuovere la parità di trattamento e l’inclusione.
Nei giorni scorsi è stato approvato un avviso pubblico in cui si sottolinea che è già stata svolta una ricerca interna che non ha dato esito. Da qui la decisione di cercare esternamente, così da dotarsi il prima possibile di un ufficio specifico dedicato alla tutela dei diritti e della comunità LGBTQIA+, uno dei grandi temi della sindaca Silvia Salis durante la campagna elettorale.
“La strategia nazionale LGBT+ 2022-2025 prevede la pianificazione di obiettivi strategici e azioni concrete, declinate in ambiti prioritari, quali lavoro e welfare, salute sicurezza educazione, formazione, monitoraggio e valutazione, e la lotta alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere è, altresì, promossa dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a Difesa delle Differenze, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”, si legge nel provvedimento, che ricorda che il Comune di Genova ha aderito a Re.A.DY, Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per l’orientamento sessuale e identità di genere in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione.
“Il Comune intende promuovere, inoltre, l’inclusione LGBTQIA+ anche come driver di sviluppo territoriale e del turismo locale”, si legge ancora, richiamando a quanto già dichiarato dall’assessora Tiziana Beghin a margine della sua partecipazione all’Europe’s Summit For LGBTQ+ Tourism. Beghin aveva annunciato l’intenzione di investire in nuove politiche LGBTQIA+, puntando anche sull’ottenimento di una certificazione ufficiale come destinazione turistica accogliente e sicura per la comunità.
Cosa farà il consulente per le politiche LGBTQIA+
Da qui la decisione di individuare un professionista cui conferire un incarico esterno per l’attività di studio e consulenza. La persona cui verrà affidato l’incarico dovrà mettere a punto studi e analisi finalizzati alla realizzazione di servizi pubblici inclusivi, attenti alle necessità della comunità LGBTQIA+, predisporre un regolamento per il riconoscimento dell’identità alias, dare supporto tecnico/legale alle politiche locali finalizzate a eliminare ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sulla identità di genere, sulla espressione di genere, e ancora ideare, progettare e realizzare campagne di sensibilizzazione, promuovendo allo stesso tempo l’inclusione LGBTQIA+ come volano di sviluppo territoriale anche mediante l’ideazione, progettazione e creazione di un segmento di turismo dedicato al turismo.
Dovrà inoltre attivare un tavolo permanente sui diritti tra il Comune e associazioni, movimenti e gruppi, istituire programmi di formazione sui diritti LGBTQIA+ e riattivare a piena funzionalità la rete R.E.A.D.Y. L’incarico partirà il primo gennaio 2026 e durerà tre anni, con un compenso di 156.000 euro, e l’avviso resterà pubblicato sino a fine novembre.
La comparsa dell’atto ha subito scatenato la reazione delle opposizioni, con la consigliera e capogruppo della Lega in Comune Paola Bordilli che ha puntato il dito contro la cifra prevista per l’incarico: “Ecco servita un’altra consulenza dalla giunta Salis – ha scritto sui social – Loro, quelli che hanno sempre contestato le consulenze, ora ne fanno il pane quotidiano. La doppia morale della sinistra, eccola servita. Narrazione di buchi di bilancio e poi danno consulenze per 156.000 euro”.
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