Istat: l’ottimismo non abita più qui

lentepubblica.it
Cresce l’occupazione ma l’ultimo rapporto ritrae un Paese sempre più povero e in difficoltà, che non ha fiducia nel futuro: le ultime statistiche dell’ISTAT non danno un quadro all’insegna dell’ottimismo.
Seppure ad una prima analisi superficiale non sembri andare così male, gli italiani restano pessimisti. E ne hanno ragione a guardare una analisi più approfondita degli ultimi dati risultante dal recente rapporto Istat. Aumenta l’occupazione, seppure in misura ridotta e rallentata rispetto al trimestre precedente e solo in settori a basso valore aggiunto, non sufficiente a costituire una entrata dignitosa. È qui che si annida il maggiore rischio di ‘lavoro povero’ come definito da Caritas, che registra come il 23,5% degli italiani si trovi in condizioni di povertà pur lavorando.
Cresce il ‘lavoro povero’
A fronte dell’incremento del numero di lavoratori, il rapporto mostra come il carrello della spesa sia sempre più faticoso da riempire, con i prodotti alimentari che costano oggi, in Italia, quasi un terzo in più rispetto al 2019. A questo proposito ISTAT nella sua ”nota sull’andamento dell’economia” recentemente pubblicata, testualmente scrive: “In conseguenza della forte impennata registrata tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023 e al successivo perdurare di una significativa, seppure più moderata, tendenza alla crescita, i prezzi al consumo (indice armonizzato) dei beni alimentari (cibo e bevande non alcoliche), risultano in Italia avere raggiunto a luglio 2025 (ultimo dato disponibile) un livello più elevato del 30,1% rispetto a quello medio del 2019. ”
Il confronto con la UE
In questo panorama non è di conforto riscontare come la crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari risulti in Italia inferiore alla media della Ue27, poiché nel nostro Paese non si è riscontrata una parallela crescita di stipendi e le pensioni che sono rimasti fermi, aumentando le disuguaglianze – anche in campo alimentare. Il rapporto prosegue, infatti, constatando come “Nel confronto europeo, tuttavia, tale dinamica appare sensibilmente più contenuta sia rispetto alla media UE27 (+39,2%) sia, tra gli altri principali paesi, rispetto a Germania (+40,3%) e Spagna (+38,2%); nello stesso periodo l’aumento in Francia è stato invece relativamente minore (+27,5%)”.
Gli Italiani non sono più ottimisti
Scrive sempre quell’ISTAT che certifica l’aumento dell’occupazione: “Tra i consumatori aumentano le attese di rialzo dell’inflazione… Ad agosto tra i consumatori aumenta, per il secondo mese consecutivo, la quota di coloro che si attendono un rialzo dell’inflazione nei successivi 12 mesi rispetto ai 12 mesi passati (45,6% rispetto al 42,6% in luglio) e diminuisce il numero di coloro che si attendono una stabilità (14,5% rispetto al 17% di luglio), a fronte di una quota invariata di coloro che si aspettano una riduzione (39,1% in entrambi i mesi)”.
Il focus sulla povertà energetica
Interessanti e degni di una riflessione forse più approfondita i dati Istat contenuti nell’apposito approfondimento dedicato alla povertà energetica, che in alcuni casi coincide anche con un minore accesso ai più moderni strumenti digitali e di connessione. Secondo i dati presentati nel rapporto, l’agevolazione individuata nell’ultimo anno come ‘bonus energia’ non abbia realmente raggiunto tutte le famiglie in povertà energetica arrivando a toccare meno della metà dei nuclei che ne avrebbero davvero bisogno. Solo il 17% dichiara di essere riuscita a uscire dalla propria condizione grazie allo sconto in bolletta.
Il cammino del bonus
Il ‘bonus’ per sostenere le bollette delle famiglie più bisognose viene da lontano ed esiste in Italia sotto forma di bonus sociali, già a partire dal 2008 come sconto in bolletta. I risultati della simulazione fatta dall’ISTAT mostrano che nel 2021 quasi 1 famiglia su 10 (circa 2,5 milioni) ha beneficiato del bonus per l’elettricità e, per una parte delle famiglie, anche del bonus gas, nella forma di uno sconto sulla bolletta energetica. Nei due anni successivi le modifiche ai requisiti hanno consentito di ampliare la platea dei beneficiari, grazie soprattutto all’innalzamento della soglia ISEE a 12.000 euro entrato in vigore nel II trimestre del 2022.
Il bonus 2023
I bonus energetici hanno così raggiunto 3,7 milioni di famiglie, il 5,8% in gran parte nelle fasce di reddito più bisognose, crescendo ancora nel 2023 fino a superare i 4,5 milioni di beneficiari, grazie all’estensione della soglia ISEE a 15.000 euro, raggiungendo il maggior numero in percentuale di famiglie a reddito più basso. A causa della scelta di riportare a 9.530 euro la soglia ISEE, si è contratto di nuovo il numero famiglie beneficiarie raggiungendo 2,7 milioni.
L’ultimo anno
L’ISTAT descrive come “Nel 2024, più della metà delle famiglie in condizioni di povertà energetica non sono state raggiunte dai sussidi e si osserva la percentuale più alta di famiglie che ricevono il bonus ma rimangono in condizioni di povertà (52,6%). In sintesi, i risultati mostrano che i sussidi energetici sono stati efficaci nel compensare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia per le famiglie in condizioni di povertà energetica in particolare nel 2022, anno di picco dei prezzi energetici. L’analisi, tuttavia, evidenzia anche la presenza di una percentuale significativa di famiglie in condizioni di povertà energetica che non rientra tra quelle beneficiarie della misura di welfare o perché non hanno presentato un’attestazione ISEE o perché prive dei requisiti ISEE necessari per l’accesso ai bonus”.
The post Istat: l’ottimismo non abita più qui appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?






