La Lettonia non si ritirerà (per ora) dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne
Bruxelles – Una settimana dopo il via libera al disegno di legge per ritirare la Lettonia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, il Parlamento di Riga cede alle pressioni dell’opinione pubblica e del presidente Edgars Rinkēvičs, fa un passo indietro e decide di rimandare la questione a novembre 2026. Le prossime elezioni della Saeima si terranno a ottobre dell’anno prossimo: sarà quindi il nuovo parlamento a decidere in merito.
L’intervento del presidente, che ieri aveva rispedito al mittente la legge chiedendone una revisione, è stato decisivo. Lo stesso Rinkēvičs aveva infatti suggerito di congelare la questione fino alla fine dell’attuale legislatura. Oggi, in sessione straordinaria, la commissione Affari esteri e poi il Parlamento stesso hanno approvato la scadenza del 1° novembre del prossimo anno per la presentazione delle proposte di revisione della legislazione sulla violenza di genere, e dunque anche per l’eventuale ritiro dalla Convenzione internazionale ratificata solo due anni fa. Di fatto, il tema potrebbe essere trascinato al centro della prossima campagna elettorale, visto che le elezioni per rinnovare la Saeima sono previste per il 3 ottobre 2026.
La premier Evika Siliņa, dello stesso partito di centrodestra del presidente, ha definito la decisione della Saeima “una vittoria della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti delle donne”. Siliņa ha inoltre sottolineato che la Lettonia “è un partner e un alleato affidabile e rimane impegnata nei valori europei“. I socialdemocratici, azionisti della coalizione che sostiene il governo, hanno esultato per “una vittoria significativa per la società”, dovuta alla “massiccia mobilitazione per difendere i propri valori e la reputazione del Paese” che “ha spaventato i sostenitori di questo disegno di legge”.
In realtà, la Lettonia è stata tra i sei Paesi membri (insieme a Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania e Slovacchia) che hanno tenuto in stallo per anni l’adesione dell’UE al trattato. Fino all’ottobre 2023, quando grazie ad una decisione della Corte di Giustizia Bruxelles ha potuto sbloccare l’empasse e procedere alla ratifica, obbligando di fatto tutti gli Stati membri ad adeguarsi alle disposizioni della Convenzione. Un mese dopo, il Parlamento lettone procedeva anch’esso alla ratifica, con un ritardo di ben sette anni sulla firma del trattato da parte di Riga.
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