Eurozona, nel 2025 crescita oltre le attese: +1,3 per cento invece di 0,9 per cento
Bruxelles – Le cose sono andate meglio del previsto, ma potrebbero andare peggio di quanto si stima. E’ questa la chiave di lettura delle previsioni economiche d’autunno 2025 della Commissione europea. Alla fine, i timori per i dazi statunitensi paventati con le previsioni di maggio, non si sono materializzati. Risultato: crescita dell’eurozona in rialzo di quasi mezzo punto per il 2025, all’1,3 per cento invece che 0,9 per cento. Diverso invece il caso per il 2026, dove i servizi dell’esecutivo comunitario tagliano 0,2 punti percentuali per una crescita attesa adesso all’1,2 per cento anziché 1,4 per cento. Lieve rimbalzo atteso per il 2026 (1,4 per cento, +0,2 punti percentuali).
“Questa previsione riconosce i risultati migliori del previsto nei primi tre trimestri del 2025 e pertanto rivede al rialzo la proiezione di crescita del PIL reale per l’intero anno”, chiarisce Marteen Verwey, direttore generale della DG ECOFIN della Commissione europea, responsabile per la pubblicazione. Attenzione, però: restano rischi al ribasso.
“L’imposizione di dazi statunitensi significativamente elevati, ora ai livelli più alti in quasi un secolo, segna un cambiamento fondamentale nell’ordine commerciale internazionale”, spiega l’alto funzionario europeo nell’introduzione alle previsioni. “Sebbene non sia ancora noto esattamente come il sistema commerciale globale risponderà a questo sviluppo, l’UE deve reagire in modo proattivo”. Questo implica riforme di ampio respiro, per “sbloccare il suo potenziale di crescita”. Cosa, questa, che “richiede misure coraggiose per contrastare il freno rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescita contenuta della produttività totale dei fattori”.
A preoccupare c’è in particolare la sfida economico-commerciale sino-americana, ammette il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis, convito che “le decisioni politiche degli Stati Uniti e le risposte di altri attori chiave come la Cina freneranno il commercio globale“.

Eurozona, ripartono Francia e Germania. Frena la Spagna
Nel clima generale una buona notizia per l’Eurozona arriva dalle aspettative per il motore franco-tedesco. La Francia, seppur timidamente, vedrà la propria economia espandersi nel triennio (0,7 per cento nel 2025, 0,9 per cento nel 2026, 1,1 per cento nel 2027), e ancora meglio farà la Germania, che vede la propria economia ripartire (0,2 per cento nel 2025, 1,2 per cento nel 2026, 1,2 per cento nel 2027). Tra le principali economie dell’eurozona frena la Spagna, comunque con ritmi più sostenuti degli altri (2,9 per cento nel 2025, 2,3 per cento nel 2026, 2 per cento nel 2027).
Inflazione, buone notizie
Al netto della situazione dei singoli Paesi, a livello generale e complessivo, “guardando al futuro si prevede che l’attività economica continuerà a espandersi a un ritmo moderato nell’orizzonte di previsione, nonostante un contesto esterno difficile”, sostiene Dombrovskis, che torna a suonare la carica per le riforme, soprattutto a livello europeo. A suo giudizio occorre “accelerare il nostro lavoro sull’agenda per la competitività, anche semplificando la regolamentazione, completando il mercato unico e stimolando l’innovazione”.
Va colto un momento reso favorevole anche dall’andamento dell’inflazione, che nell’eurozona si prevede ancora ai livelli di riferimento (al 2,1 per cento nel 2025, all’1,9 per cento nel 2026 e al 2 per cento nel 2026). Nell’UE, l’inflazione è destinata a rimanere leggermente più alta, scendendo al 2,2% nel 2027.
Difesa e accordi commerciali i rimedi alle incertezze
Di fronte a rischi al ribasso comunque ancora presenti e che a Bruxelles non si ignorano, per tutti il suggerimento è di lavorare a ciò che può contrastare tutto questo. Nello specifico, viene sottolineato, “i progressi decisi nelle riforme e nel programma per la competitività, una maggiore spesa per la difesa concentrata sulla produzione dell’UE e nuovi accordi commerciali potrebbero sostenere l’attività economica più del previsto“.
La Commissione dunque continua a spingere sul libro bianco per la difesa e la sua attuazione, oltre a difendere quell’accordo commerciale UE-Mercosur motivo di tante resistenze e tensioni inter-istituzionali. Le previsioni economiche diventano lo strumento per difendere, una volta di più l’operato della Commissione.
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