La ricetta del limoncello del bartender più famoso di Milano

Da quando è stato inventato l’alcol, ogni comunità, in ogni regione, ha saputo sviluppare un liquore caratteristico, aromatizzato e profumato con i fiori e i frutti disponibili in abbondanza in zona. Sono comparsi così il nocino a Modena e il prugnolo a Parma, il liquore al cirmolo in Alto Adige e il mirtillino in Trentino, l’amaretto a Saronno e il maraschino in Dalmazia, il mirto in Sardegna e il limolivo in Gargano, il rosolio nei monasteri del Sud Italia e così via. Le versioni locali si sono poi prestate a copiature e declinazioni più o meno fantasiose anche da altre parti, tanto che per molti di questi prodotti la maggior parte delle persone non ha idea di quale sia la provenienza, e probabilmente pensa che la ricetta più pura e riuscita sia quella tramandata nella sua famiglia, indipendentemente dalle radici.
E invece c’è un liquore aromatizzato che ha saputo diffondersi in lungo e in largo nel mondo mantenendo sempre impressa nel Dna la sua terra d’origine: dici limoncello, dici Costiera Amalfitana. Ovunque venga preparato e imbottigliato, con frutti colti chissà dove, sai sempre che comunque la ricetta è nata lì.
E a proposito di ricetta, a tutti prima o poi è capitato di voler fare un tentativo di autoproduzione, magari dopo una vacanza in quei luoghi, oppure perché l’alberello in giardino si è esibito in una produzione particolarmente copiosa, e vuoi mettere la soddisfazione di dire «fatto con i miei limoni»?
L’orgoglio dell’etichetta super personalizzata però si scontra con la dura realtà: che i frutti siano della propria pianta non è purtroppo condizione sufficiente perché il contenuto della bottiglia sia potabile.
A questo problema ha posto generosamente rimedio Edoardo Nono, bartender di vastissima esperienza, vero riferimento del settore, e cofondatore di locali storici e affermati come il Rita&Cocktails e il Rita’s Tiki Room. È sua infatti la ricetta-perfetta, quella per un «limoncello casalingo veloce e infallibile». L’ha chiamato “Edoncello” e ne ha fatto dono a tutti condividendo la procedura di preparazione e alcuni tips sul suo profilo Instagram.
Per prima cosa servono limoni buoni non trattati, se capita anche verdi; vanno lavati bene in soluzione di acqua e bicarbonato e poi pelati con cura evitando l’albedo (la parte bianca). Le bucce così ricavate vanno messe a macerare almeno 36 ore in alcool (le dosi per un litro prevedono 60 grammi di bucce in 380 millilitri di alcool a 96 gradi). Poi si devono dissolvere 240 grammi di zucchero in 680 millilitri di acqua, unire il tutto e mescolare a lungo con una frusta da pasticceria. Quindi si imbottiglia e si lascia a riposo un paio di settimane, oppure si può mettere in freezer e goderne subito.
«È buonissimo, semplice e di qualità insuperabile. Migliora dopo qualche settimana lasciato a temperatura ambiente, ma visto che sono in vacanza è finito praticamente subito» racconta Edoardo nel suo post, e non abbiamo dubbi, sia sulla bontà che sulla velocità di esaurimento, soprattutto se offerto ad amici che sanno da quale mano è stata messa a punto la ricetta!
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