La scienza del cibo. In Cina la chiave per rendere più sostenibile la produzione alimentare è interdisciplinare

Novembre 13, 2025 - 09:00
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La scienza del cibo. In Cina la chiave per rendere più sostenibile la produzione alimentare è interdisciplinare

WUHAN – Sabato 8 novembre 2025 presso la Wuhan Business University si è tenuto un incontro organizzato da numerosi esperti dell’International Engineering and Technology Institute (IETI) nel contesto del simposio internazionale relativo alla cucina moderna e tecnologia nel settore alimentare.

Questo evento è stato realizzato su iniziativa del Prof. Yue Gabriel Xiao Guang (European University of Cyprus e IETI Co-Founder), con il supporto del Dr. Yunfei Li (Secretary General dell’IT Department of the IETI e Direttore dell’Institute for Data Science and AI) e l’assistenza della giurista Wang Chan (Director of IETI Law and Social Services Society of IETI con incarico accademico alla Wuhan University of Technology e Avvocato presso la Hubei Fahui Law Firm).

Nel contesto di questo evento, il prof. Federico Rosei dell’Università di Trieste nonché membro della Royal Canadian Academy of Sciences ha avuto modo di affrontare la tematica della sostenibilità dei materiali nella produzione alimentare, sottolineando l’opportunità per guardare al futuro attraverso l’utilizzo delle tecnologie che supportano le energie rinnovabili. Il professore ha evidenziato l’importanza di realizzare un ciclo produttivo responsabile, evitando la produzione di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana.

In tal senso, risulta rilevante anche il contributo del prof. Mohammad Jawaid Ziaur Rahman dell’Università degli Emirati Arabi Uniti poiché ha enfatizzato l’importanza del packaging all’interno della catena di fornitura globale per la protezione dei prodotti e l’estensione del ciclo vitale dei prodotti stessi. Il professore ha messo al centro dell’attenzione la problematica della sostenibilità dell’utilizzo della plastica che ha un impatto negativo devastante sull’ambiente.

In particolare, l’inquinamento dell’ambiente marino è un problema persistente e pervasivo in quanto, a detta dello stesso professore, ci sono circa 8 milioni di tonnellate di plastica scaricate nell’oceano. Questo equivale allo scarico di un camion pieno di rifiuti di plastica nell’oceano ogni minuto. Se nessuna misura operativa adeguata è presa questo dato aumenterà del doppio a partire dal 2030 e si quadruplicherà a partire dal 2050.

Considerando che il 31% dei rifiuti è composto da plastica originariamente utilizzata per cibo e bevande, diventa molto chiaro che il packaging è un importante fattore che causa tale forma di inquinamento. Quindi in quest’ottica è necessario investire sulla produzione di packaging biodegradabile. Questa scelta ovviamente deve essere supportata dai regolamenti e dalle politiche sull’ambiente emanati dai governi nazionali e da altri organi legislativi.

Inoltre, nell’ambito di questo stesso evento, si è avuto modo di affrontare la centralità della collaborazione scientifica per lo sviluppo di sistemi resilienti in merito alla sicurezza alimentare, in questa prospettiva il prof. Marco A. Cabero Z., chairman dell’Andean Road Countries Science and Technology (ARCST), ha sottolineato l’importanza della cooperazione scientifica al fine di incrementare la fiducia nella scienza e migliorare i processi decisionali a supporto della cosiddetta resilienza e agricoltura climatica intelligente. Dunque, risulta essere necessario accelerare ulteriormente il processo di sviluppo tecnologico e l’implementazione di alcune tecnologie nell’ambito delle comunità rurali.

La prof.ssa Irene M. C. Lo, Chair Professor of Civil and Environmental Engineering e membro dell’European Academy of Sciences and Arts e Elected Fellow della Hong Kong Academy of Engineering and Sciences, ha invece avuto modo di illustrare la dirompente tecnologia finalizzata alla produzione di energie rinnovabili derivante dal trattamento delle cosiddette acque reflue. Questa tecnologia sarebbe in grado di portare nel comparto a una diminuzione delle emissioni di carbonio di circa il 97% e dunque favorirebbe la lotta al cambiamento climatico.

Tra gli altri interventi, occorre segnalare qui di seguito quello (i) del professore Ramesh Argawal, Washington University in St. Louis, relativo alla “Refrigeration technology in food science and engineering”;  (ii) della dottoressa Caoling Li, Wuhan Business School, relativo all’ “applicazione di sensori elettrochimici sulla qualità e sicurezza dei prodotti acquatici”; (iii) la dottoressa Mubazza Ljaz, Zhejiang University, sugli “Advancements in nanotechnology to control abiotic and biotic stresses”; (iv) la prof.ssa Chanjuan Li, Wuhan Business University, su “AI-enabled intelligent manufacturing era of food enzymes”; (v) la prof.ssa Chen Ruey Shan, National University of Malaysia, su “Engineering biopolimer nanofiller hybrid for smart packaging”; e in fine (vi) il sottoscritto ha illustrato la platea parlando del “ruolo del diritto internazionale dell’ambiente nel promuovere le pratiche agricole in relazione alla resilienza climatica”.

In buona sostanza, questo simposio sulla tecnologia nel settore alimentare ha posto una grandissima attenzione sulla protezione dell’ambiente naturale permettendo a scienziati, esperti, istituzioni e studiosi di unire competenze diverse per riflettere su soluzioni transnazionali possibili in merito a questa problematica complessa che nessun campo scientifico può affrontare singolarmente.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia