Le città sono la soluzione a (quasi) tutti i problemi della modernità

I primi progetti dei Dense-Low ridussero drasticamente la scala di intervento proponendo schemi tipici del piccolo villaggio con singole unità immobiliari facilmente riconoscibili. Le case erano rese identificabili tramite piccoli ma significativi dettagli come la porta di ingresso e i giardini. La stessa cura veniva applicata ai luoghi condivisi o comuni, progettati per facilitare la socialità tra vicini, celebrando così sia l’individualità sia la comunità.
Questo importante dualismo, del privato e della comunità, riconosceva due aspetti a prima vista contraddittori dell’umanità: il bisogno dell’individualità e il bisogno della socialità. I principi di questo libro si basano su quelli del movimento Dense-Low, aggiornati sulla base della densità, delle funzioni miste e dell’ambiente urbano del XXI secolo.
In Danimarca, negli stessi anni dei Dense-Low, le strade e gli spazi pubblici hanno iniziato a essere pedonalizzati a partire dal famoso Strøget a Copenaghen. Per un certo periodo queste strade pedonali hanno offerto un’alternativa più sostenibile e conviviale rispetto ai grandi centri commerciali di periferia. Come risposta alla crisi petrolifera del 1973-74, le città danesi divennero pioniere anche nell’uso della bicicletta come vero e proprio mezzo di trasporto.
Le infrastrutture ciclabili in città hanno reso più sicuro l’uso della bicicletta per tutti e hanno mantenuto le attività radicate nell’ambiente urbano, che sono parte integrante della vita di ogni giorno. A partire dalla fine degli anni Settanta e negli anni Ottanta la Danimarca vide un radicale trasferimento dalle vecchie periferie degradate, promosse dai pianificatori del Modernismo in tutto il mondo, alle aree centrali, a un approccio più attento, profondo e locale. Le tradizionali strutture perimetrali degli isolati furono preservate e molti vecchi edifici vennero conservati e rinnovati.
Gli anni Ottanta videro inoltre l’integrazione di soluzioni ecologiche in contesti urbani come pannelli solari e giardini d’inverno, portando le persone più a contatto con la natura, facendo dell’ecologia una parte integrante della quotidianità. L’insieme dei principi dei Dense-Low sull’abitare, la pedonalizzazione e la ciclabilità, i semplici cambiamenti e le migliorie sugli edifici esistenti, l’integrazione dell’ecologia, hanno reso il vivere in città più socievole e considerevolmente più attrattivo, soprattutto per le famiglie con bambini. Il riconoscimento e la cura verso la dimensione umana è stata strumentale nel creare un rinascimento nella vita urbana e nel fare di Copenaghen una tra le città più vivibili al mondo.
Non ho alcuna ambizione di “copenaghenizzare” o “scandinavizzare” il mondo. Presentare soluzioni adatte per un luogo che siano anche giuste per un altro, richiede un certo grado di reinterpretazione. A ogni modo, l’approccio nordico di affrontare la realtà anziché cercare di sfuggirvi, potrebbe migliorare le nostre vite. Possiamo imparare a celebrare la quotidianità piuttosto che lamentarci, vivere in sintonia con il clima, vivere con le nostre risorse e con il vicinato. Questo libro raccoglie esempi anche al di fuori della Scandinavia, in Europa, in Giappone, negli USA e in Australia, riconoscendo altri luoghi che sembrano fare di più con meno.
Il mondo urbano è costituito da molti luoghi differenti con diversi climi e culture, persone e paesaggi, politiche e metodi di governo, metodi di finanziamento e modelli legali. Alcune di queste differenze si trovano tra le varie città, paesi e villaggi, centri urbani e periferie della stessa nazione.
Però, in giro per il mondo, nonostante le grandi differenze, si osservano situazioni, sfide e problemi molto simili. Sospetto che gli stessi principi basilari possano offrire soluzioni per molte di queste situazioni. In fondo gli esseri umani e i loro comportamenti sono profondamente simili in tutto il mondo, e allo stesso modo si può dire che lo siano i loro bisogni primari di comfort e convivialità nella vita quotidiana. La sfida attuale dell’urbanizzazione crescente è, infatti, un’opportunità per migliorare le città. Le città possono potenzialmente essere luoghi di interazione positiva e piattaforme di connessione, se riescono ad accostando in maniera cosciente le differenze nell’atto di densificarsi e differenziarsi.
Possiamo creare una simbiosi urbana dolce in continua evoluzione, cogliendo le opportunità per avere relazioni migliori, più sostenibili e gradevoli con i nostri vicini. Come Jaime Lerner, architetto ed ex sindaco di Curtiba, Brasile, ha notoriamente detto: «Le città non sono il problema, sono la soluzione».
Da “Città dolce”, di David Sim, LetteraVentidue, pp.264, 37.05 €
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