Lettera aperta a Eyal Zamir, capo dell’esercito israeliano e contrario all’occupazione di Gaza

Signor Generale,
consapevole delle pesantissime responsabilità che gravano sulle sue spalle e pienamente a conoscenza di ciò che lo "status" di militare comporta in termini di obbedienza al Governo di Israele che lei è chiamato a servire con lealtà e disciplina, mi permetto di rivolgerle un appello, parlando al suo onore di soldato e alla sua consapevole certezza che lo Stato d'Israele, la cui bandiera ha sempre servito fino ad arrivare all'apice gerarchico, è cosa ben diversa del Governo che, in questo momento terribile, sta guidando le sorti del Paese.
L'Idf ha militarmente stravinto quella che un tempo era Hamas e la vittoria militare non può (e non deve) essere spinta fino all'occupazione di un territorio, già stremato da oltre due anni di guerra e che ha pagato e continua a pagare un tributo di vite umane altissimo, tanto da far dire ad uno degli intellettuali ebrei più conosciuti in Occidente che si tratta di un genocidio, lo stesso orripilante e spregevole termine, coniato per lo sterminio voluto e programmato dallo Stato nazista tedesco nelle purulente piaghe della seconda guerra mondiale.
Signor Generale, ci arrivano notizie inquietanti e che appaiono prodromici ad un prossimo collasso dell'Esercito che lei è stato chiamato a guidare: centinaia di suicidi tra i giovani chiamati alle armi, oltre 40.000 riservisti che si sono rifiutati di vestire l'uniforme dell'Israelian defence force devono - e mi permetto di insistere sul verbo dovere -, indurre tutti coloro e lei per primo, che rivestono altissime responsabilità di comando in guerra (uomini e donne) a riflettere e ad agire di conseguenza, seguendo i principi della propria coscienza.
Lei ha l'onere di guidare un Esercito in guerra, una guerra però già abbondantemente vinta, fino alla ridondanza: non occorre continuarla al prezzo di migliaia di vite delle persone che operano sotto il suo comando e dunque sotto la sua piena responsabilità. So bene di non aver nessuna influenza sulle sue prossime decisioni e che le probabilità che lei legga questo mio appello, che ha il sapore della supplica, sono vicinissimi all'intorno dello zero Kelvin; tuttavia, ho ritenuto manifestarle il mio pensiero, appellandomi al senso della Storia che lei, illustre figlio d'Israele, oggi incarna, sviluppa e manifesta con le sue azioni. Il mondo libero è e resta con lei!
Shalom
Qual è la tua reazione?






