Lo spettacolo della cometa Lemmon ripresa dall’osservatorio astronomico del Righi


Genova. Questa mattina, poco prima delle 5, il direttore dell’osservatorio astronomico del Righi, Walter Riva, ha immortalato il passaggio della cometa Lemmon (C/2025 A6).
Le immagini – a quella che vi mostriamo è stato applicato un filtro di rimozione del rumore – sono state scattate dal telescopio Seestar S50 con un’esposizione di 4m e 10s.
La cometa Lemmon prende il suo nome dal monte da dove, il 3 gennaio 2025, è stata scoperta. Negli ultimi mesi, spiegano gli esperti, ha fatto registrare un repentino e imprevisto aumento di luminosità che ha portato il corpo celeste a superare la soglia di visibilità a occhio nudo.
“Già in queste mattine, prima dell’alba, la cometa è visibile a nord-est, sotto cieli molto bui e privi di inquinamento luminoso, come una debole chiazza tra le “zampe” della costellazione dell’Orsa Maggiore – dice Riva – dai centri urbani attualmente per scorgerla occorre un binocolo ma la luminosità della cometa è destinata ad aumentare man mano che raggiungerà la minima distanza dalla Terra, prevista per il 21 ottobre”.
Pertanto, le sere dopo il 20 ottobre saranno le migliori per provare a scorgere la Cometa Lemmon anche dai centri urbani forse perfino a occhio nudo subito dopo il tramonto del Sole.
Si tratta di una cometa periodica, con un periodo orbitale stimato in circa 1154 anni; è quindi già transitata dalle nostre parti più di mille anni fa. Attualmente la sua distanza da noi è di circa 110 milioni di km, valore che sta diminuendo man mano che la cometa si avvicina alla Terra: fra una decina di giorni arriverà al perigeo, previsto appunto per il 21 ottobre, a circa 89 milioni di km. La minima distanza dal Sole verrà invece raggiunta il prossimo 8 novembre.
“Continueremo ovviamente a seguire l’evoluzione della luminosità della cometa Lemmon nelle prossime notti sperando che mantenga le recenti attese – prosegue il direttore dell’osservatorio astronomico del Righi – le comete sono astri imprevedibili, soprattutto per quanto riguarda la luminosità; il grande astronomo americano Fred Whipple le definì “palle di neve sporca” in virtù delle loro dimensioni generalmente di pochi chilometri e della loro costituzione fatta principalmente di ghiaccio e roccia. Questa cometa, in particolare, stando alle stime iniziali, sarebbe dovuta rimanere un oggetto visibile debolmente soltanto al telescopio, eppure eccoci qui a interessarci di lei”.
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