Lo SPID per ora non viene "archiviato": rinnovato per altri 5 anni

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Dopo settimane di incertezze, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) ha ottenuto una nuova convenzione che ne assicura la gestione e fa sì che risulti rinnovato per altri cinque anni.
È ufficiale: la convenzione che regola il funzionamento dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è stata prorogata per altri cinque anni. L’accordo è stato siglato tra Assocertificatori, l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio.
Questa decisione rappresenta un passaggio cruciale: SPID è ormai un’infrastruttura diffusa, usata da decine di milioni di cittadini per accedere a servizi della pubblica amministrazione e di aziende private. Senza un’estensione della convenzione, si sarebbe corso il rischio di un’interruzione potenzialmente dannosa per molti servizi digitali fondamentali.
Il contesto: diffusione, numeri e pressioni sui costi
Secondo le stime ufficiali, ad oggi oltre 41 milioni di italiani possiedono credenziali SPID. Nel 2024 si sono registrate più di 1,2 miliardi di autenticazioni grazie all’identità digitale.
Nel 2025, l’adozione è ulteriormente cresciuta: nelle prime settimane sono state rilasciate circa 52 mila nuove identità a settimana, e nel primo semestre si contano oltre 630 milioni di accessi tramite SPID.
Questi numeri rendono evidente quanto lo strumento sia ormai centrale nel panorama digitale italiano: infrastruttura chiave per i servizi pubblici e per la transizione verso la digitalizzazione diffusa.
Tuttavia, dietro questo successo si cela una sfida non da poco: la sostenibilità economica. I gestori accreditati sostengono costi significativi per mantenere l’infrastruttura — server, sicurezza, assistenza, monitoraggio — e chiedono regole più chiare per evitare squilibri finanziari.
Cosa cambia (e cosa potrà cambiare) per gli utenti
Nessuna discontinuità per ora
Per chi ha già SPID, nulla cambia in questo momento: il servizio rimane attivo, si possono continuare a usare le credenziali per accedere a tutti i servizi attuali. Non è previsto un blocco immediato.
Possibile introduzione di tariffe
Una delle novità più delicate riguarda la valorizzazione economica della base utenti. L’accordo non esclude che in futuro alcuni servizi — ad esempio modalità avanzate, procedure accelerate o assistenza premium — possano essere soggetti a un corrispettivo.
Alcuni gestori hanno già adottato formule a pagamento: ad esempio, operatori come Aruba, InfoCert e Register.it hanno introdotto abbonamenti per l’erogazione annuale di SPID.
Poste Italiane, che detiene una parte rilevante del mercato SPID, al momento mantiene la gratuità, ma non è garantito che questa situazione resti immutata.
Miglioramenti nella sicurezza e nella trasparenza
Come contropartita, il rinnovo della convenzione prevede investimenti in maggior protezione, tecnologie anti-frode e strumenti che consentano agli utenti di verificare in modo trasparente gli SPID attivi associati al proprio codice fiscale.
Inoltre, sarà istituito un tavolo di lavoro permanente tra le parti per monitorare e aggiornare le misure di sicurezza, al fine di anticipare vulnerabilità e migliorare costantemente il sistema.
I possibili scenari futuri: coesistenza e competizione
Nonostante il rinnovo, il dibattito sull’identità digitale in Italia non si esaurisce. Si delinea uno scenario in cui SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) e nuove forme di “wallet digitale” convivranno, offrendo all’utente più opzioni e una maggiore interoperabilità.
Alcuni esponenti istituzionali suggeriscono che, nel lungo termine, si possa ridurre il ruolo esclusivo di SPID, favorendo strumenti più evoluti a livello europeo. L’idea è di dotare i cittadini di credenziali digitali integrate sui dispositivi personali (smartphone, wallet) che possano essere usate anche oltre i confini nazionali.
In questa cornice è fondamentale che venga mantenuta la libertà di scelta: chi ha SPID non dovrà essere costretto a passare ad altri strumenti, e l’accesso ai servizi pubblici dovrà essere garantito indipendentemente dalla modalità di identità digitale scelta.
Rischi, equilibri e tutele
L’introduzione di costi o abbonamenti per SPID potrebbe sollevare preoccupazioni, soprattutto per fasce vulnerabili come anziani, studenti o persone con minori redditi. È quindi cruciale che eventuali tariffe siano proporzionate e introdotte in modo graduale e trasparente.
Inoltre, il legislatore e gli organismi competenti dovranno fissare paletti chiari, affinché la gratuità dei servizi essenziali non venga compromessa e non si creino disuguaglianze nell’accesso ai servizi digitali.
Un altro punto delicato è la concorrenza tra gestori: la valutazione economica non dovrà penalizzare chi oggi offre SPID gratuitamente, né generare disparità tra operatori. L’obiettivo è un mercato equo e sostenibile.
Infine, la sicurezza deve restare il pilastro: eventuali vulnerabilità nella fase di transizione potrebbero esporre gli utenti a rischi di frode o furto d’identità. Il rafforzamento continuo dei controlli e delle verifiche sarà indispensabile.
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