Mobilitazione contro la filiera bellica, Leonardo escluso dal Festival della Scienza


Genova. A Genova scoppia il caso di Fondazione Leonardo e Fondazione Ansaldo, fondazioni legate al gruppo industriale Leonardo spa che, parte della filiera bellica, per la prima volta saranno tenuti fuori dal Festival della Scienza.
Il Festival della Scienza, nato nel 2003, si svolge quest’anno dal 23 ottobre al 2 novembre. In occasione di questa edizione un gruppo di accademici e ricercatori ha chiesto e ottenuto, con una petizione, di tenere fuori dall’evento Leonardo in quanto sponsor. Legate a Leonardo sono sia Fondazione Ansaldo sia Fondazione Leonardo.
La notizia dell’esclusione del partner, arrivata questa mattina con una nota del gruppo, ha scatenato polemiche politiche, soprattutto nel centrodestra. Leonardo, dal canto suo, prende atto della decisione ma ribadisce: “Non è vero che stiamo vendendo armi a Israele”.
La stessa precisazione è stata avanzata, nei giorni scorsi, dall’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani alla direzione e alla presidenza del Festival della Scienza. “Comprendo e condivido lo sdegno per quanto sta succedendo a Gaza, ma trovo assolutamente inaccettabile dire che Leonardo sia responsabile e partecipe di questa tremenda vicenda”, ha scritto Cingolani spiegando che al momento, e dall’inizio del conflitto, l’azienda non sta fornendo prodotti a Israele (come stabilito dalla legge italiana), che sono in atto alcuni contratti di manutenzione “senza fornitura di componenti” e che, per quanto riguarda la partecipazione di Leonardo nella società Drs, specifica che “l’azienda è una proxy, dove tutti i membri del cda devono essere americani e le questioni di sicurezza e difesa nazionale Usa non sono accessibili nemmeno a noi soci. Si tratta di attività esclusivamente americane in cui Leonardo e l’Italia non hanno alcuna voce in capitolo”.
Sulla base, anche di questa risposta, Fulvia Mangili, direttrice del Festival della Scienza, Domenico Coviello, presidente dell’associazione Festival della Scienza e Carlo Ferdeghini, presidente del consiglio scientifico del feestival hanno accolto non senza difficoltà, “per rispettare la sensibilità”, la richiesta del gruppo di insegnanti di non includere Leonardo nei partner del Festival.
“Contiamo che in futuro – si legge nella lettera del board del Festival della Scienza – in un clima meno avvelenato dall’amarezza e dall’indignazione per quanto sta avvenendo, ci sia modo di riprendere e approfondire questi temi nel modo più adeguato. Il nostro impegno resta sempre lo stesso: parlare di scienza, di innovazione e di futuro con serietà e rigore”.
La nota di Leonardo spa sull’esclusione dal Festival della Scienza
“Per la prima volta il Festival della Scienza, luogo libero e aperto nonché punto di riferimento per la comunità scientifica, ci ha chiesto di non prendere parte alle attività già messe in programma per la prossima edizione di ottobre. Un gruppo tra docenti e accademici si è fatto promotore di una petizione per chiedere l’esclusione di Leonardo SPA tra gli sponsor del Festival, sebbene da anni, la nostra azienda abbia sostenuto e contribuito convintamente al loro programma. Questa volta, però, riteniamo sia necessario sospendere le nostre iniziative per via di un’associazione sbagliata, grave e dannosa per diversi motivi, primo tra tutti perché fatta senza conoscere la realtà dei fatti”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa di Fondazione Leonardo.
“Da diversi mesi circolano affermazioni secondo cui Leonardo venderebbe armi a Israele. Comprendiamo e condividiamo la sensibilità del tema ed è giusto che i cittadini chiedano chiarezza. Ma è altrettanto doveroso per noi, respingere affermazioni che non rispondono al vero. Come già rappresentato agli organizzatori del Festival, Leonardo è soggetto come tutti alla Legge 185 del 1990 che regola l’export degli armamenti italiani, una pietra miliare dell’azione per la Pace e il disarmo, e che in uno dei suoi punti cardine recita: l’esportazione e il transito dei materiali d’armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, verso i Paesi la cui politica contrasti con l’articolo 11 della Costituzione, verso i Paesi i cui Governi siano responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo. Per essere ancora più precisi e più diretti: Leonardo non vende armi ad Israele da quando è scoppiato il conflitto. Ci preme sottolineare tutto questo per onore di verità e perché non si debba più ripetere che una Fondazione che promuove la diffusione della cultura scientifica e tecnologica debba rinunciare a partecipare a una manifestazione che ogni anno riunisce a Genova centinaia di scienziati, ricercatori, divulgatori, artisti, autori provenienti da ogni parte del mondo. Riteniamo sia una occasione perduta, soprattutto per tutte le classi di scuola di ogni ordine e grado che hanno seguito con passione le nostre attività e i laboratori che da sempre organizziamo con senso di responsabilità e rispetto verso la comunità sociale alla quale tutti apparteniamo”.
Cavo (Noi Moderati): “La cultura non si pieghi all’ideologia politica”
“La cultura e la scienza non si possono piegare all’ideologia politica e alle fake news – lo scrive in una nota Ilaria Cavo, parlamentare di Noi Moderati e capogruppo di Orgoglio Liguria a Genova – che la fondazione Leonardo, espressione di un’eccellenza italiana della ricerca e della tecnologia ammirata nel mondo, arrivi a ritirare la propria decisiva collaborazione al Festival della Scienza di Genova, partecipato da diverse istituzioni locali, perché ritenuta sgradita e falsamente accusata di vendere armi a Israele, è una sconfitta che non si può accettare e un fatto su cui sarebbe interessante capire le posizioni di tutti. Dopo l’occupazione dell’università da parte di un comitato studentesco, ora ci troviamo davanti a una parte di docenti ed esponenti della cultura, che dovrebbero avere come faro l’oggettività e non faziosità strumentali, che con la loro posizione hanno contribuito a creare un nuovo caso, un nuovo momento divisivo anziché abbassare i toni come sarebbe opportuno”.
Qual è la tua reazione?






