Nasce il Barilla Innovation & Technology Experience: 20 milioni per ricerca, sviluppo e innovazione

Novembre 18, 2025 - 17:00
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Nasce il Barilla Innovation & Technology Experience: 20 milioni per ricerca, sviluppo e innovazione

IL FUTURO DEL FOOD

Nasce il Barilla Innovation & Technology Experience: 20 milioni per ricerca, sviluppo e innovazione



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Barilla inaugura a Parma il centro BITE: un investimento di 20 milioni di euro per accelerare ricerca, sviluppo e innovazione nel settore Food. 200 professionisti, impianti pilota e open innovation al centro del progetto.

Pubblicato il 18 nov 2025



Barilla BITE

Un hub di 14.000 metri quadrati nel cuore della Food Valley per blindare il know-how tecnologico e accelerare sui nuovi trend di consumo. Barilla ha inaugurato oggi a Parma il BITE, acronimo di Barilla Innovation & Technology Experience, ma anche un richiamo all’icona del food, il “morso”. Un’operazione industriale che vale oltre 20 milioni di euro di investimento iniziale, più altri 2 milioni annui stanziati per l’aggiornamento costante degli impianti pilota.

Situata strategicamente accanto al molino e al pastificio e agli uffici dell’azienda, la nuova struttura centralizza la ricerca del Gruppo per ridurre drasticamente il time-to-market dei nuovi prodotti, integrando in un unico spazio fisico filiera agricola, startup tecnologiche e ricerca accademica.

200 professionisti per i prodotti di domani

La struttura sorge accanto al molino e al pastificio storico, una decisione che sottolinea la volontà di mantenere il know-how tecnico all’interno del distretto della Food Valley. Il complesso ospiterà 200 professionisti tra ingegneri, tecnologi alimentari, food designer e ricercatori, con l’inserimento previsto di 30 giovani talenti l’anno attraverso programmi di internship.

Guido Barilla, Presidente del Gruppo, inquadra l’apertura non come una celebrazione, ma come una necessità competitiva: “Il BITE, oltre a dare forma a quelli che saranno i prodotti di domani, rappresenta una scelta imprenditoriale ben precisa. Barilla deve guidare e anticipare le tendenze ed essere capace di dialogare con mercati sempre più aperti e internazionali”. L’obiettivo è intercettare le nuove esigenze nutrizionali in uno scenario globale complesso, dove la rapidità di adattamento è determinante per la tenuta delle quote di mercato.

Guido, Paolo e Luca Barilla

L’infrastruttura tecnica: dagli impianti pilota al packaging

Il layout del BITE è stato disegnato per coprire l’intero ciclo di vita del prodotto. Ai 4.800 metri quadrati dedicati all’Innovation Center vero e proprio, che include aree di Design Thinking, laboratori per l’analisi sensoriale e cucine sperimentali, si affiancano ben 9.000 metri quadrati destinati agli impianti pilota.

In quest’area l’azienda ha installato linee sperimentali capaci di replicare i processi industriali su scala ridotta. Questo permette di testare prototipi di pasta, sughi e prodotti da forno senza interrompere le linee di produzione commerciale, aumentando l’efficienza della sperimentazione. L’attenzione si estende anche al packaging, con laboratori dedicati allo sviluppo di soluzioni per la sicurezza alimentare e la sostenibilità dei materiali.

Il processo di sviluppo di un nuovo prodotto, come riportato dai dati tecnici del centro, richiede mediamente 2 anni, con estensioni fino a 10 anni per i progetti ad alta complessità che coinvolgono la selezione agronomica delle materie prime. Michele Amigoni, Responsabile RDQ del Gruppo, sottolinea l’approccio data-driven: “Capire a fondo come evolveranno i bisogni legati al cibo e alla nutrizione e da lì mettere a terra idee che siano nuove, buone e sostenibili”.

Ecosistema aperto: 84 partner e 28 startup

Il modello operativo del BITE supera la logica della R&D chiusa per abbracciare l’open innovation. I dati confermano una rete consolidata: l’azienda ha attivato 84 collaborazioni con università e centri di ricerca internazionali, tra cui l’Università di Wageningen (Paesi Bassi), la Federico II di Napoli e il CNR.

Di particolare interesse per il settore tech è l’interazione con l’ecosistema delle startup. Attraverso il programma Good Food Makers, attivo dal 2019, Barilla ha vagliato oltre 1.200 candidature da 41 Paesi, attivando 28 collaborazioni industriali concrete. I progetti spaziano dall’agricoltura indoor per la resilienza delle colture, all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per l’ottimizzazione logistica, fino a sistemi avanzati di tracciabilità (come nel caso della filiera del basilico).

All’interno della struttura trova spazio anche il Customer Collaboration Center (CCC), un’area progettata per il co-sviluppo con la grande distribuzione e i partner commerciali, finalizzata a ridurre la distanza tra la fase di ideazione e lo scaffale.

Sostenibilità energetica e impatto sul territorio

L’edificio stesso riflette i parametri ESG (Environmental, Social, and Governance) che l’azienda intende perseguire. La struttura integra fonti rinnovabili per l’autosufficienza energetica parziale e include spazi esterni per la sperimentazione in agricoltura rigenerativa. L’investimento conferma la centralità dell’Italia nelle strategie del Gruppo, che, pur operando in oltre 100 Paesi, mantiene a Parma il cervello tecnologico delle sue operations.

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Redazione Redazione Eventi e News