Per Pietro Beccari "l’attitudine mentale rispetto alla vita è quello che determina il successo e l’insuccesso"
Pietro Beccari, classe 1967, appena nominato presidente e ceo di Lvmh Fashion Group, è stato il primo “Alumnus dell’anno” dell’Università di Parma. Il manager, spiega una nota dell'ateneo del 2018, è stato il primo nome iscritto nell’albo d’oro del riconoscimento, istituito sette anni fa dall’Ateneo e dall’Associazione Alumni e amici dell’Università di Parma, per rendere omaggio a laureati che si siano particolarmente distinti con il loro percorso professionale, portando prestigio all’Università.
La carriera di Beccari ha avuto inizio il 10 dicembre 1992, con la laurea in Economia e commercio all’Università di Parma
"L’albo d’oro degli Alumni dell’anno si inaugura con un nome di assoluto prestigio della moda internazionale, un manager che ha saputo lasciare il segno in tutte le grandi maison in cui ha lavorato in questi anni: Louis Vuitton, Fendi e ora Christian Dior, nuova sfida di una carriera partita ventisei anni fa, il 10 dicembre 1992, con la laurea in Economia e commercio all’Università di Parma", si leggeva nella nota dell'ateneo diramata sette anni fa.
Ricevendo il riconoscimento, il manager raccontò in breve il suo percorso professionale sottolineando la sua filosofia di lavoro e di vita: un’attitudine mentale fatta di "perseveranza e feroce determinazione; divina insoddisfazione e curiosità; autenticità e capacità di rimanere se stessi". "L’attitudine mentale rispetto alla vita è quello che determina il successo e l’insuccesso. Le occasioni sono tutte intorno a noi, abbiamo la possibilità di coglierle solo se siamo pronti e abbiamo la mentalità giusta per farle diventare davvero tali", spiegò Beccari. "Mi sento molto voi", concluse rivolto agli studenti presenti.
Beccari, che voleva fare il calciatore professionista e arriva da Basilicagoiano, frazione di 1744 abitanti del comune di Montechiarugolo, in provincia di Parma, ha iniziato il suo percorso professionale nel settore marketing di Benckiser (Italia) e Parmalat (Usa) per poi passare alla direzione generale di Henkel (Germania), dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della divisione haircare.
Beccari: "credo che un po’ di ossessione sia fondamentale per riuscire nella vita. Poi bisogna saperla tenere a bada, altrimenti rischia di prendere il sopravvento"
Nel 2006 entrò a far parte di Lvmh in qualità di vicepresidente esecutivo marketing e comunicazione per Louis Vuitton, prima di diventare nel 2012 presidente e ceo di Fendi: lì rimase fino al febbraio 2018, ruolo che lasciò per assumere quello di presidente e ceo di Christian Dior Couture. Dal febbraio 2023 è presidente e ceo di Louis Vuitton e ora è anche presidente e ceo di Lvmh Fashion Group. Succede a Sidney Toledano, che ricopriva la carica di ceo della divisione dal febbraio 2018, ma che ora "ha deciso di lasciare il suo ruolo operativo", come si legge in un comunicato stampa.
Il manager ha tre figlie.
"Pensavo di fare il calciatore. Ero quasi arrivato a diventare professionista"
In una intervista a Vogue, lo scorso aprile, il manager ha svelato di voler fare il calciatore. "Pensavo di fare il calciatore. Ero quasi arrivato a diventare professionista. Invece, un bel giorno, mi hanno detto: no, non lo sei. Poi volevo fare il commesso nel negozio di moda multimarca più in voga di Parma. Ho frequentato Economia e commercio, quindi ho iniziato a lavorare senza sapere bene dove stessi andando. Con gli occhi sempre aperti, ho sviluppato anche una certa ambizione. Non mi sono mai prefissato di diventare un dirigente della moda, ma è successo", ha detto il manager, sottolineando che tra i suoi mentori figura Yves Carcelle (per 22 anni alla guida di Louis Vuitton, scomparso nel 2014, ndr.)
"Mi ha cambiato la vita. Mi intervistò e gli dissi che non volevo lavorare nella moda. Mi invitò, insieme a mia moglie, a cena a casa sua, e mostrandomi il suo modo di vivere riuscì ad affascinarci. Ho lavorato al suo fianco, ho visto come operava: era un gigante. Poi c’è il signor Bernard Arnault, con il quale lavoro direttamente da ormai dieci anni: ha una caparbietà nel voler sempre migliorare, nel non accontentarsi mai, nel cercare sempre qualcosa di meglio, un’ossessione che penso di avere anche io. In effetti, credo che un po’ di ossessione sia fondamentale per riuscire nella vita. Poi bisogna saperla tenere a bada, altrimenti rischia di prendere il sopravvento. Infine c’è Toni Belloni, oggi responsabile di Lvmh Italia. Ho lavorato insieme a lui già ai tempi di Fendi. Ha straordinarie capacità, sia umane che manageriali, e mi ha insegnato molto", ha raccontato il manager parmense a Vogue.
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